Manifestazione in Bondone, la replica delle associazioni: “Mai attaccato gli operatori, ma contrari al bacino alle Viote”. Ecco la risposta al Comune

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TRENTO. Dagli operatori agli albergatori fino al Comune: la manifestazione ambientalista (Qui Articolo) in programma per domenica 9 febbraio sul Bondone è da giorni al centro di molte discussioni tra gli attori che dal punto di vista economico (e politico), operano sulla montagna di Trento. L’iniziativa, sostenuta da 24 diverse associazioni, rientra nella cornice della mobilitazione nazionale La Montagna non si arrende” e prevede una passeggiata tra le Viote e Vason “per sottolineare l’importanza della salvaguardia ambientale come prerogativa necessaria anche per il mantenimento dell’attrattiva turistica del Trentino” e per dire ‘no‘ a “logiche turistiche da luna park” in Provincia.

 

E ora, dopo gli interventi dell’amministrazione comunale (Qui Articolo), degli operatori (Qui Articolo) e degli albergatori (Qui Articolo), le associazioni stesse hanno condiviso una serie di chiarimenti sull’evento che, sottolineano: “E’ confermato per domenica 9 febbraio” (per ridurre il numero di auto è previsto un ritrovo alle 8 e 30 al parcheggio ex Zuffo a Trento, nei pressi del viadotto). “Sono 14 le località in tutta Italia – dicono – dove è stato organizzato un evento in difesa delle montagne, da Potenza a Bormio. In un momento in cui molte zone d’Italia sono colpite da disastri ambientali e i livelli di concentrazione di gas serra in atmosfera continuano a salire, le ingenti risorse economiche destinate ai giochi olimpici e alla costruzione di nuovi impianti sciistici sulle Alpi e sugli Appennini appaiono come sprechi ingiustificabili di fronte all’urgente necessità di tutela, manutenzione e riqualificazione ecologica del territorio”.

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“Anche in Trentino – continuano gli organizzatori – continua a essere diffusa una visione puramente antropocentrica della montagna. La notizia della camminata ha suscitato diverse reazioni, con critiche incentrate sui progetti futuri previsti per il Bondone. Vogliamo innanzitutto ribadire che il nostro principale obiettivo è denunciare la scarsa attenzione delle amministrazioni pubbliche (locali, provinciali e nazionali) nei confronti della tutela del fragile ecosistema montano in cui viviamo. Troppo spesso si continuano a finanziare opere ad alto impatto ambientale che, dietro apparenti benefici immediati per pochi imprenditori, nascondono conseguenze negative per la collettività e per le future generazioni. In merito al Bondone, riteniamo importante chiarire alcuni aspetti, sottolineando al contempo la limitatezza della posizione secondo cui solo chi abita o lavora in montagna abbia il diritto di esprimersi”.

 

In particolare, continuano le associazioni: “Non abbiamo mai attaccato o criticato gli operatori del Bondone. La nostra contestazione riguarda piuttosto la scelta di realizzare un bacino artificiale, invece di esplorare strategie per ridurre la dipendenza economica dalla presenza di neve, come suggerito da numerosi studi. Siamo consapevoli dell’importanza dei posti di lavoro legati al settore sciistico e non chiediamo certo la chiusura dei comprensori. Tuttavia, alla luce dell’innalzamento delle temperature, riteniamo fondamentale che la politica si attivi per promuovere una transizione lungimirante, in modo da tutelare queste professioni prima che il cambiamento climatico imponga crisi ancora più gravi al turismo invernale. Anche per questo continuiamo ad opporci ad un altro bacino artificiale in Bondone, specialmente nell’area delle Viote”.

 

Dopo la risposta del Comune, precisano poi gli organizzatori dell’evento: “Continuiamo ad avere perplessità sulla variante tecnica e sulla futura funivia.

  • La funivia del Bondone non raggiungerà i paesi di Sopramonte e Candriai, che invece potrebbero trarre un reale beneficio da una mobilità via fune.
  • È poco probabile che la funivia incentivi nuovi insediamenti residenziali a Vaneze e Vason, località isolate e prive di un piano di sviluppo organico.
  • Permangono forti dubbi sulla sostenibilità dell’investimento pubblico per la realizzazione della funivia: senza la chiusura della viabilità stradale, rischia infatti di rimanere ampiamente sottoutilizzata.
  • La pianificazione della mobilità sul Bondone dovrebbe coinvolgere anche i residenti degli altri versanti della montagna e dei comuni limitrofi.
  • Non abbiamo mai parlato di overtourism sul Bondone; tuttavia, considerato l’auspicio di avere un milione di utenti annui per la funivia, riteniamo indispensabile condurre un’analisi approfondita sulla gestione e sull’impatto di una così elevata frequentazione, prima di procedere con la costruzione”.

“In merito poi alla variate tecnica approvata dal Comune di Trento, precisiamo di non aver mai affermato che preveda la realizzazione di nuove piste da sci (anche se questa ipotesi non è del tutto esclusa). Abbiamo semplicemente utilizzato la definizione prevista dal Piano urbanistico provinciale, che individua ‘aree sciabili‘ dove è consentita la realizzazione di infrastrutture strettamente connesse agli sport invernali (art. 100 e 101 del regolamento urbanistico edilizio provinciale). Nel documento contenente gli obiettivi della variante tecnica 2023-2024 il Comune di Trento ha dichiarato: ‘Con riferimento alle aree sciabili la variante intende procedere all’adeguamento degli attuali perimetri rispetto a quelli riportati nella tavola del “Sistema insediativo e reti infrastrutturali” del PUP anche proponendo, in quanto PTC, la modifica, anche sostanziale, dei medesimi perimetri previa favorevole conclusione del processo di Valutazione ambientale strategica da svolgere in particolare sotto il profilo della compatibilità ambientale e della sostenibilità socio-economica. Va peraltro evidenziato che il perimetro delle aree sciabili del PUP risulta molto più esteso delle zone sciabili presenti nel PRG vigente’. Ci chiediamo dunque come il Comune abbia svolto la Valutazione ambientale strategica prima di scegliere di adeguare il Prg al Pup senza alcuna modifica”.

 

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Queste le osservazioni avanzate, alla luce delle quali “ribadiamo con forza – concludono gli organizzatori dell’evento – l’importanza di creare spazi e strumenti di confronto tra enti pubblici e privati, Asuc, associazioni e cittadini, affinché tutte le voci possano essere ascoltate e considerate. Solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo sarà possibile individuare soluzioni che rispondano alle diverse esigenze e garantiscano uno sviluppo realmente sostenibile del territorio”.

 

Le associazioni che organizzano l’evento sono: Associazione per l’Ecologia, Ci sarà un bel clima, Climate Action South Tyrol, Comitato Acque Trentine, ENPA del Trentino, Extinction Rebellion Trentino, Il Gruppo Roncafort, Italia Nostra – sezione trentina, La Foresta – Accademia di comunità, Circolo di Trento di Legambiente, LIPU sezione di Trento, L’Ortazzo, LUMEN slowjournal APS, Mountain Wilderness Italia, Movimento per la Decrescita Felice, Pan-EPPAA, Protect Our Winters Italy, Punto Zero APS, Rete Climatica Trentina, The Outdoor Manifesto, Vicini al Lagorai ODV, Viração&Jangada, Associazione per il WWF Trentino e Yaku





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