i Porti del Meridione centrano gli obiettivi

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Porti, avanti tutta. Mentre si lavora al varo della riforma delle legge 84/94, mentre si aspettano le nomine dei presidenti delle Autorità di sistema, si marcia a piena andatura per completare i lavori del Pnrr. E non basta. È partita anche la digitalizzazione e si accelera sul Port Community System, la piattaforma informatica che abilita lo scambio sicuro e intelligente di informazioni tra stakeholder pubblici e privati per incrementare l’efficienza della comunità portuale. È su questo fronte di distingue l’Adsp dello Stretto che ha avviato la fase finale del programma raggiungendo ottimi risultati. Infatti sono pronti a iniziare i confronti con tutti i soggetti che fanno parte di questo sistema con l’obiettivo di sviluppare ancora di più processo di digitalizzazione dei porti italiani, avviato dal Mit.

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Più infrastrutture, dunque, per porti più competitivi. E se, come sembra ormai certo, la riforma prevederà una Società per azioni centrale, a maggioranza o integralmente pubblica, capace di coordinare le attività che le Adsp svolgono sul territorio, allora i porti italiani avranno la possibilità di affrontare al meglio la concorrenza degli altri Paesi che affacciano sul Mediterraneo. La sovrastruttura dovrà uniformare le scelte a cominciare da quelle che sono contenute nei piani regolatori portuali.

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Ma la riforma potrebbe anche investire la gestione delle Port Autority per tanti altri aspetti, incluso quelli per la gestione del personale interno proprio sulla base delle proteste partite a Napoli e che hanno aperto un focus, attenzionando condizioni di squilibrio tra i dipendenti delle port autority che pur dipendenti di ente pubblico beneficiano di un contratto privato, e quelli degli altri enti pubblici.

Ma bisognerà, soprattutto, tenere conto del fatto che occorre con determinazione completare le opere del Pnrr senza nessun rallentamento. I porti fino ad oggi si sono distinti per aver centrato tutti gli obiettivi del piano di ripresa e resilienza e ora puntare al completamento delle opere, entro il 31 dicembre del 2026, sembra sicuramente alla portata.

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L’attuazione del Pnrr

Anche su questa strada il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riveste un ruolo chiave nell’attuazione del Pnrr e, alla luce della rimodulazione del Piano, è proprio il ministero responsabile del raggiungimento, entro il 2026, di 66 tra traguardi (milestone) e obiettivi (target), di cui 56 relativi a investimenti e 10 alle riforme.

Cominciamo col dire che al 31 ottobre 2024 sono stati raggiunti tutti gli obiettivi previsti, ovvero 28 tra milestone e target come anche al 31 dicembre appena trascorso sono stati raggiunti ulteriori 9 obiettivi (6 target e 3 milestone) di titolarità del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Tra i grandi investimenti ci sono quelli che sono stati assegnati a 46 porti nazionali che fanno riferimento alle 16 Autorità di Sistema Portuale presenti sul territorio. A queste Adsp l’Europa e il Governo hanno chiesto uno sforzo straordinario tenuto conto che nessuna delle Port Autority negli ultimi 10 anni ha mai gestito contemporaneamente tante risorse. Gli investimenti ammontano a poco più di 9 miliardi di euro. Nell’agosto del 2021 il piano complementare al Pnrr ha varato investimenti per oltre 2,81 miliardi di euro con un timing serratissimo che prevede l’ultimazione e il collaudo di tutti i lavori, appunto, entro il 31 dicembre del 2026. Ai porti del Centro Nord è andato il 57% dei finanziamenti mentre a quelli del Sud la grande fetta del 43%. Dunque in tre anni, dal 2022 al 2024 appena chiuso, le Port Autority, che vedono quasi tutte i Presidenti alla conclusione del mandato, si sono dovute dotare di progetti esecutivi, hanno dovuto acquisire le autorizzazioni necessarie, incluso quelle ambientali e paesaggistiche, hanno dovuto bandire le gare ed affidare i lavori ed anche avviarli.

Le verifiche

In Campania, l’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centrale, ha ricevuto l’assegnazione di 361 milioni di euro, superata solo dalle Autorità di Genova e Trieste. Il ministro Salvini tiene alta l’attenzione su questi finanziamenti che sono soggetti a continue e costanti rendicontazioni. Ogni tre mesi gli uffici del ministero verificano l’avanzamento dei progetti e della spesa anche per assegnare la premialità ai presidenti in ragione degli obiettivi raggiunti e, in caso di stallo, rimodulare i finanziamenti concessi. Una corsa contro il tempo. Fino ad oggi l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale guidata da Andrea Annunziata presidente, e Giuseppe Grimaldi, segretario generale, è stata premiata dal ministero per aver raggiunto ogni anno il 100% degli obiettivi su 9 progetti finanziati che, di fatto, hanno dato vita a 10 cantieri. Napoli e Salerno, ove sono concentrati i principali cantieri, rientrano tra i porti più performanti in Italia anche se non sono mancati e non mancano le criticità dovute all’impatto dei cantieri sul territorio portuale particolarmente denso ed alle prescrizioni della Soprintendenza. Per procedere con celerità sono stati assegnati cinque accordi quadro per servizi di progettazione e direzione dei lavori, un accordo quadro per servizi di validazione e cinque accordi quadro per esecuzione di lavori. Gare che sono svolte nei tempi programmati, a cui hanno partecipato le più grandi imprese e società di ingegneria italiane e che non hanno dato vita a ricorsi o rallentamenti.

E proprio ieri il presidente Annunziata ha stoppato le polemiche sollevate da Castellammare di Stabia per il mancato coinvolgimento dello scalo stabiese nel Pnrr. «La centralità per importanza strategica del Porto stabiese – ha detto Annunziata – non è messa in alcun modo in discussione. Il Documento Strategico di Sistema redatto andando in contro alle esigenze e le caratteristiche della città e approvato in tempi brevi lo ha affermato con forza, consentendo a questa Governance di mettere a punto il Piano Regolatore giunto ormai quasi alle battute finali. Ciò consentirà in un futuro prossimo di partire da una progettualità il cui obiettivo è un importante cambiamento non solo per la città ma per l’intera Regione».

Annunziata ha messo nel mirino gli enormi ritardi accumulati in passato. «La mancanza – ha sottolineato – da oltre 60 anni dello strumento urbanistico (l’ultimo era stato approvato nel 1962, quando la città era a vocazione industriale e con traffici ben diversi da quelli attuali) in passato ha messo a dura prova la progettualità e lo sviluppo del porto stabiese. Ma adesso il Prp con la sua pianificazione ci darà la possibilità di richiedere finanziamenti per gli interventi previsti da poter inserire nella programmazione nazionale europea».

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