«Cambia il clima e servono strategie anche per il vino» – www.ideawebtv.it

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


«Ho fatto cen­tinaia di in­contri co­me questo di Alba raccontando come il cambio climatico influenzi notevolmente anche la produzione vitivinicola. Ma spesso sono argomenti che vengono sottovalutati». Le parole nette del meteorologo Luca Mer­calli non lasciano molto spazio ad interpretazioni. «In un incontro a Mango, agli inizi degli anni ’90, a commento delle mie affermazioni dicevano che ero un “portasfiga”…».
Il clima sta cambiando e queste modifiche non risparmiano nemmeno le nostre viti. In un’epoca in cui il futuro della viticoltura nelle Langhe e nel Roero crea qualche preoccupazione, il presidente della Società Meteorologica Italia­na, Luca Mercalli, insieme a Roberto Cavallo, agronomo e assessore all’ambiente al Co­mune di Alba, hanno dato vita a un dialogo che fin dal titolo “Cambiamenti climatici e viticoltura: quali scenari per il futuro” prometteva di essere tanto interessante quan­to informativo.
Sala piena al teatro Sociale di Alba: produttori, semplici cu­riosi, tutti appassionati del vi­no, radunati per sentire parlare delle sfide che il cambiamento climatico presenta alla viticoltura. Con l’esperienza di Mercalli nel campo della climatologia e il background agricolo di Cavallo, la conversazione si è rivelata non solo educativa, ma anche piena di spunti di riflessione.
Mercalli, con il suo curriculum, è conosciuto per la sua serietà quando si parla di crisi climatica. È un convinto sostenitore del fatto che le sfide debbano essere affrontate con una buona dose di creatività e collaborazione. «Il 2024 è stato l’anno più caldo in assoluto – ricorda – superando il record precedente del 2023. È un trend che non lascia pensare ad un miglioramento, corriamo il rischio di avere un punto di rottura tra dieci-venti anni e ritrovarci, fra quaranta, in una situazione che sarà la norma».
Dall’altra parte Roberto Ca­vallo, un agronomo solido e pragmatico che sa bene quanto sia cruciale adattarsi alle nuove condizioni climatiche. La sua esperienza come presidente della cooperativa Erica e assessore all’ambiente lo ren­de familiarissimo con le problematiche locali.
«Dobbiamo rammentare – sostiene Cavallo ­– qual è stata l’evoluzione del cambiamento climatico dal punto di vista storico per prendere coscienza della situazione. L’impatto del clima sul vigneto impone scelte precise. Ma anche il governo della cantina ha conseguenze. Una volta avevamo cantine nel tufo che ti garantivano una temperatura co­stante a costo zero, mentre oggi il condizionamento comporta costi energetici sia in termini economici, sia in termini di emissioni».
Quando parliamo di cambiamenti climatici e vino, sentiamo spesso parlare di viticoltori che cercano nuove aree, generalmente con esposizioni più fresche o ad altitudini più elevate, per i nuovi vigneti. Sebbene questo sia un aspetto importante, è comunque di secondaria importanza poiché i grandi vigneti storici e di qualità solitamente non offrono possibilità di mobilità geografica, per ovvi motivi. Questi vigneti corrono il ri­schio sempre più evidente di perdere la nicchia climatica in cui le loro varietà e le loro condizioni climatiche si sono unite per produrre molti dei migliori vini del mondo.
«Il cambio climatico è sotto gli occhi di tutti – commenta Sergio Germano, produttore di Serralunga e presidente del Consorzio di Tutela del Barolo e del Barbaresco – lo vediamo anno per anno, addirittura giorno per giorno. Dobbiamo correre ai ripari facendo sperimentazione, scel­te agronomiche a 360 gradi».
La viticoltura non è solo una tradizione culturale, ma anche un pilastro economico per il nostro territorio. E i cambiamenti climatici stanno mettendo a repentaglio questa preziosa eredità, influenzando in modo significativo le pratiche agricole e la qualità della produzione vinicola.
L’innalzamento delle temperature medie, insieme a variazioni nei modelli di precipitazione e alla crescente frequenza di eventi meteorologici estremi, sta trasformando il panorama vitivinicolo. Le viti, infatti, hanno cicli di crescita molto delicati, e ogni modifica può avere conseguenze devastanti sulla qualità dell’uva e, di conseguenza, sul vino.
La conferenza di Luca Mer­calli è stata un’importante occasione di riflessione sulla futura direzione della viticoltura in un mondo che cambia rapidamente. Lavorare insieme per affrontare i problemi non è solo una responsabilità dei viticoltori, ma di tutti noi. È necessaria una presa di coscienza collettiva per proteggere e valorizzare questo patrimonio.
In conclusione è evidente che il futuro della viticoltura nelle Langhe e nel Roero dipende dalle scelte che facciamo oggi. Adottando approcci innovativi e sostenibili, possiamo continuare a produrre vini di qualità eccellente, mantenendo viva la tradizione e contribuendo a un ecosistema sano, ad un futuro migliore per la nostra terra e per il vino.
L’incontro insomma come una chiamata all’azione, un invito a tutti i presenti ad unirsi nella lotta contro il cambiamento e a lavorare per la sostenibilità.
In un’epoca di sfide senza pre­cedenti, il dialogo tra Luca Mer­calli e Ro­berto Caval­lo ci ricorda che il vino è molto più di una semplice bevanda: è un simbolo della nostra terra, della nostra cultura e, in ultima analisi, del nostro futuro. Facciamo sì che il futuro sia luminoso e il più possibile sostenibile. Ogni bicchiere di vino che beviamo dovrebbe ricordarci l’importanza di un ambiente sano.

 

Articolo a cura di Luis Cabasés

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link