Anche l’IPEOA “Michele Lecce” sul treno della memoria

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Un viaggio che cambia la vita

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Lunedì 27 Gennaio, inizia la grande avventura del treno della memoria, la prima per il nostro Istituto IPEOA “M. Lecce”. Dodici studenti, sei della sede di San Giovanni e sei della sede associata di Manfredonia, del terzo e quinto anno, coraggiosamente aderiscono all’iniziativa.

È una giornata calda a Bari. Undici pullman, contrassegnati da una lettera alfabetica e provenienti da tutta la Puglia, convogliano nei pressi dello stadio “San Nicola”. Partenza ore 13:00, dopo tre ore d’attesa e controlli routinari. Piccole delegazioni di alunni da varie scuole, di vari indirizzi, di varie fasce d’età. Tutti, però, accumunati da una sola grande voglia: rivivere un pezzo di storia con la propria pelle, con le mani nude e il cuore aperto. Ventisei ore di viaggio, piccole soste, piccole testimonianze di chi c’è già stato, di chi non ancora. Frammenti di vite si incrociano, socializzano, si raccontano.

Il Treno della Memoria, ormai giunto alla sua XX edizione, è uno dei progetti più rilevanti al mondo sul tema della Shoah che prevede la visita al campo di Auschwitz-Birkenau, ma non solo. Prende vita dalla forte necessità di ragionare su una concreta risposta sociale e civile da dare alle guerre e ai conflitti, attraverso l’educazione alla cittadinanza attiva e la costruzione di un comune sentirsi cittadini europei.
Non è una gita scolastica. È innanzitutto un percorso educativo e culturale, un viaggio che costruisce comunità. Parla di storia e memoria del passato, ma anche di testimonianze e impegno nel presente. Studiare e visitare Auschwitz e le ferite del ‘900 significa riflettere sui meccanismi profondi che regolano la nostra civiltà, figlia di quell’epoca. Significa non dimenticare ciò che l’uomo è stato capace di fare, nel cuore dell’Europa, poco più di ottant’anni fa.
Come scrive Primo Levi: “È accaduto, quindi potrebbe accadere di nuovo”.
Pertanto, affinché ciò che è stato non debba più ripetersi dobbiamo riconoscere le tracce dell’odio e dell’indifferenza presenti nella realtà odierna e contrastarle con il nostro impegno quotidiano.

L’intero percorso di formazione è validato dal Comitato scientifico dell’Associazione Treno della Memoria, composto da docenti universitari, ricercatori e formatori provenienti da tutta Italia. A ciascun gruppo vengono affiancati due o più educatori con i quali, nei mesi precedenti il viaggio, si svolgono attività propedeutiche al viaggio stesso, che comprendono attività informali di laboratorio e lezioni frontali.
Il percorso educativo e l’affiancamento proseguono poi lungo tutta la durata del viaggio e al rientro in Italia, nei mesi successivi, nei quali vengono proposte, organizzate e realizzate attività di restituzione alla cittadinanza dell’esperienza vissuta a cura dei partecipanti.
L’esperienza del Treno della Memoria, infatti, per la sua natura di progetto di cittadinanza attiva non finisce con il viaggio.

Giunti a Cracovia dalle diverse destinazioni europee, i gruppi si ritrovano, confrontandosi e approfondendo le rispettive esperienze di viaggio nelle relative “micro-tappe”. Il viaggio prosegue poi nei giorni successivi con le visite guidate della Città di Cracovia, del Ghetto ebraico, del Museo della Fabbrica di Schindler e dei Campi di Auschwitz e Birkenau.
All’interno del Campo di Birkenau, si tiene la consueta commemorazione, precedentemente preparata da una semplice quanto efficace attività educativa. La partenza per l’Italia è preceduta da una grande assemblea a Cracovia attraverso la quale collettivamente si rielabora l’esperienza vissuta e la comunità viaggiante si prepara al rientro.

E così il 3 Febbraio si rientra “nelle nostre comode case”, portandoci dentro il gelo della disumanità, degli sguardi inorriditi, delle lacrime non versate, e il calore di nuovi abbracci, nuove amicizie, nuovi sorrisi, di un nuovo sole.

I nostri cari testimoni, per anzianità, stanno venendo meno. C’è bisogno di testimoni di testimoni. Perché “Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo”. P. Levi. E noi siamo ciò che ricordiamo.

Questo progetto, pertanto, avalla la mission della nostra scuola che ha a cuore e dà spazio a tematiche di rilevanza prospettica, abbattendo il retaggio prettamente d’indirizzo. Avvalora l’identità di una comunità educante molto compenetrata nel territorio, attraverso sinergie virtuose e proattive, formando il futuro cittadino, con un percorso di studi poliprospettico, al fine di garantire una crescita esponenziale non solo a livello pratico – laboratoriale, ma anche a livello culturale, in un sistema integrato di discipline che mira alla valorizzazione umana e personale di ogni singolo studente.

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Perché noi siamo ciò che mangiamo, ricordiamo, facciamo, pensiamo, leggiamo, sognaimo…

Prof.ssa Luisella Sciarabba



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