Toscana: all that cultural welfare

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IL MOTORE DELL’ACCESSIBILITÀ CULTURALE IN TOSCANA

L’accessibilità come pilastro delle politiche di partecipazione culturale.  Con questo principio guida la Regione Toscana ha investito per promuovere in modo strutturato l’accessibilità nei luoghi della Cultura e dell’arte, il sostegno al volontariato nel settore dei beni culturali, la creazione di reti bibliotecarie e museali e una nuova Cultura dell’accoglienza. L’obiettivo principale è favorire la partecipazione attiva di tutti i cittadini alla vita culturale, considerandola come una risorsa per il ben-essere individuale e la Salute della collettività.

Il contesto normativo regionale, in particolare il testo unico della Cultura del 2010, ha fornito una base solida per l’avvio di questo percorso, individuando tra i requisiti essenziali di qualità per la valorizzazione del patrimonio culturale l’abbattimento fisico e cognitivo delle barriere, strumenti di cui le Amministrazioni pubbliche devono dotarsi per gli immobili di loro proprietà, che prevedono per la Toscana che i Comuni possano avvalersi della collaborazione delle associazioni a tutela delle persone disabili.

Si va ben oltre l’adozione di strumenti: gli operatori del settore, coinvolti in un massiccio piano di formazione intersettoriale e di co-progettazione sull’accessibilità universale, hanno dimostrato una grande sensibilità e disponibilità a sperimentare percorsi innovativi. All’accessibilità è dedicato dal 2023 un portale, “Toscana Accessibile”, basato su 3 principi cardine (inclusione, equità e autonomia) e articolato in 9 ambiti applicativi: Urbanistica e Paesaggio – Politiche per un disegno inclusivo degli spazi pubblici. Costruzione di Città accessibili a tutti; Mobilità – Politiche per una mobilità sostenibile e accessibile; Autonomia – Servizi, strutture e percorsi per una vita indipendente e il sostegno ai processi di empowerment individuale; Salute e Ben-essere – Progetti, strutture e percorsi verso il ben-essere fisico, psichico e sociale; Studio – Diritto allo studio, progetti, bandi e servizi per un sistema di istruzione inclusivo; Lavoro – Formazione e percorsi per il diritto al lavoro delle persone con disabilità; Cultura – Esperienze e progetti per migliorare l’accessibilità universale e la fruizione inclusiva dell’offerta culturale; Sport -Attività sportive che garantiscono l’accessibilità delle strutture e servizi per tutti; Turismo e ambiente – Organizzazioni e siti web per un turismo accessibile. Rispetto dell’ambiente e inclusione sociale.

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La Regione Toscana, nella giornata del 16 maggio 2024 – World Accessibility Day – ha promosso un evento di sensibilizzazione sui temi dell’accessibilità che ha aperto un confronto costruttivo e partecipato sulle politiche regionali verso un’accessibilità universale (design for all). È emersa l’importanza della piattaforma web regionale e la richiesta di espansione dei servizi informativi, espressa sia da parte degli utenti finali dei servizi, che dei soggetti cointeressati ad attuare le politiche regionali e territoriali. Il Portale Toscana Accessibile si consoliderà quindi come sistema informativo dedicato alla comunicazione dell’accessibilità e della disabilità, con il rafforzamento dei circuiti informativi interni ed esterni alla Regione, rendendo sistematici il monitoraggio dei temi, delle iniziative, delle novità e il conseguente aggiornamento del sistema.

L’Assessorato al Turismo si sta concentrando sull’accessibilità dei luoghi culturali e dei percorsi all’aperto, con iniziative come il programma “Via Libera“, che ha iniziato una mappatura dell’accessibilità e mobilità smart lungo i cammini toscani” (la Via Francigena – da Gambassi Terme a San Gimignano, la Via Lauretana Toscana – da Valiano a Cortona, e il Cammino di Santa Giulia – da Livorno a Parrana San Martino) e fa parte del percorso “Toscana: regione accessibile a tutti” realizzato da Regione Toscana in coprogettazione con enti del terzo settore e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri attraverso il fondo per l’inclusione delle persone con disabilità.

UN TERRITORIO DI BUONE PRATICHE NAZIONALI

Tra i casi di successo nell’empowerment delle persone fragili e nell’ampliamento dei pubblici nel settore dello spettacolo dal vivo, si segnala l’impegno della Regione nel sostenere attraverso politiche culturali strutturali ed efficaci il teatro in carcere. Una eccellenza è la “Compagnia della Fortezza” che nasce come progetto di “Laboratorio Teatrale nella Casa di Reclusione di Volterra” nell’agosto del 1988, a cura di Carte Blanche e con la direzione di Armando Punzo e vede impegnata ACRI- l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria con una azione di sistema che ne vede coinvolte 16 in Italia. Accanto all’esperienza di Volterra il territorio toscano registra una presenza a maglie fitte di attività e interventi culturali in tutte le carceri del territorio.

Un altro esempio virtuoso di empowerment è il progetto Amir che si svolge nell’area fiorentina dal 2018. Amir (il nome in arabo significa ‘principe’) è un acronimo che indica Accoglienza, Musei, Inclusione e Relazione. Il programma, a cura di una rete di musei, è finalizzato a proporre attività di mediazione culturale condotte da cittadini e cittadine con passato migratorio. Attualmente coinvolge venticinque mediatori e mediatrici e diciassette musei, collezioni, borghi, Chiese e spazi pubblici a Firenze e Fiesole. Il progetto è realizzato in collaborazione con la Direzione Regionale Musei della Toscana e col contributo di Regione Toscana e Fondazione CR Firenze.

Come primo caso nazionale, dal 2019, con il Decreto dirigenziale 11439 del 19 giugno, la Regione Toscana inserisce le attività dei musei fra le “prestazioni previste per la cura e il sostegno familiare di persone affette da demenza”. I musei toscani propongono infatti da 15 anni programmi dedicati alle persone che vivono con l’Alzheimer. Nel 2018 ne è nato il Sistema Musei Toscani per l’Alzheimer, per coordinare e intensificare la loro azione a favore di pazienti, carer familiari e professionali. Tutti i programmi, nella loro varietà, si considerano parte di un progetto complessivo in cooperazione con il sistema sanitario, fondato su un’idea di museo come istituzione culturale inclusiva e su un’idea di demenza, piuttosto che come una malattia, come una condizione, che coinvolge non solo la persona con demenza, ma anche chi la accompagna e sostiene in questa sfida. Le principali linee di azione del Sistema sono la formazione permanente e continua e il coordinamento della comunicazione e della promozione delle iniziative, per promuovere con maggiore incisività un cambiamento sociale e una risposta della comunità alla questione della demenza.

Inoltre, nel novembre del 2023 Regione Toscana ha emanato una Delibera di Giunta congiunta tra Direzione Beni, istituzioni, Attività culturali e Sport e Direzione Sanità, Welfare e Coesione Sociale, (DG n.1269 del 06/11/2023) che prevede l’approvazione del documento “Caratteristiche dei programmi museali dedicati alle persone con demenza”. Con questo documento la Regione Toscana, a partire dalle esperienze dei musei che aderiscono al Sistema MTA Musei Toscani per l’Alzheimer, definisce alcune caratteristiche che rendono i programmi museali dedicati alle persone con demenza e a chi se ne prende cura, coerenti rispetto ai requisiti previsti per gli “Altri servizi alla persona” del sistema sociale integrato.

FOCUS SULLE AREE INTERNE

Su queste solide basi, la regione Toscana sta impostando una politica per la promozione del welfare culturale con finanziamenti dedicati anche per le aree interne nell’ambito delle misure del Fondo Sociale Europeo (FSE+ 2021-2027) Nuovi bandi Cultura e sport. In particolare, il riferimento è alla linea 3.K.3: Sostegno a soggetti impegnati nell’erogazione di attività di interesse generale e utilità sociale tra cui enti del terzo settore (Associazioni culturali, enti di volontariato, ecc.) – Welfare culturale.

Si tratta di una progettualità partecipata, una co-progettazione col coordinamento dell’ANCI, che svilupperà diverse attività di welfare culturale. In particolare, si può citare il percorso dell’Unione dei 10 Comuni della Valdichiana senese, già candidata a capitale italiana della Cultura 2026, che destinerà un investimento di un milione di euro al welfare culturale.

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WELFARE CULTURALE: LE LEVE DELLA FORMAZIONE E DELLA COLLABORAZIONE

La dott.ssa Elena Pianea, Responsabile della Direzione BENI, ISTITUZIONI, ATTIVITA’ CULTURALI E SPORT della Regione Toscana, a  partire dai casi su menzionati afferma che si tratta di “Un percorso su solide basi, dentro una visione strutturata della cultura, in un contesto preorganizzato favorevolmente” e  pone attenzione all’importanza della formazione e della collaborazione tra operatori appartenenti a strutture e settori diversi, una Cultura che facilita la condivisione di esperienze e l’apprendimento reciproco. “Le persone, come sempre accade, fanno la differenza, e anche nelle istituzioni sono capaci di trasformare l’inerzia in cambiamento oppure la qualità dei servizi che non interagiscono fra loro in possibilità inedite di ascoltare la realtà sociale, mapparne la complessità, prenderne in carico i bisogni e individuare soluzioni sinergiche”.

È ciò che sta avvenendo sia fra i settori socio-sanitario, culturale, turistico dentro l’apparato amministrativo della Regione Toscana, sia nella collaborazione fra la Toscana e l’Emilia-Romagna, segnatamente attraverso l’iniziativa congiunta del Manifesto per la promozione del Welfare Culturale, nato a partire dalla condivisione di esperienze  sull’accessibilità curata da Promo PA Fondazione, ente promotore del Lu.Be.C. – Lucca Beni Culturali, che quest’anno ha festeggiato 20 anni di attività con la presentazione del Manifesto di cui parliamo qui.

Un percorso che punta a un lavoro di rete con la Conferenza Stato Regioni. “Il partenariato della Regione con la manifestazione lucchese – afferma la dott.ssa Pianea – è di lungo corso. Quindici anni fa veniva presentata proprio al Lu.Be.C. la magna charta del volontariato nei beni culturali, uno strumento che ha favorito la partecipazione e la valorizzazione culturale. Costruire Cultura diffusa significa anche suscitare bisogni e aspirazioni, è così che il welfare culturale può agire per ampliare i pubblici attraverso la cittadinanza attiva e la cura condivisa del patrimonio culturale. Il ben-essere che si genera è frutto di un’attività culturale che non si limita solo all’educazione o all’intrattenimento di stampo culturale, ma che riempia di senso nella quotidianità i principi sanciti dall’art. 9 della nostra Costituzione.”

DALLA NORMATIVA AI BANDI DI ATTUAZIONE

Per garantire una visione di lungo termine occorre un quadro normativo: come anticipato, rispetto alla legislazione la Toscana è  apripista e  sta facendo un ulteriore salto di qualità sul welfare culturale ha fatto il suo ingresso in modo esplicito nel piano regionale di sviluppo che, forte di una collegialità di approvazione, rappresenta la roadmap dei lavori della legislatura 2020-2025. L’approdo è stato facilitato dai documenti programmatici in tema della Commissione europea (chiara è l’indicazione del Work Plan for Culture 2023-2026 con l’area di intervento “Cultura e Salute” nell’ambito “Cultura per le persone: potenziare la partecipazione culturale e il ruolo delle culture nella società”) e a cui l’esperienza della pandemia ha aggiunto consapevolezza rispetto alla centralità della Salute, spingendo i decisori in ambito socio-sanitario ad andare oltre la medicalizzazione,  per riconoscere il valore della partecipazione e dell’espressione culturale per la costruzione di contesti salutogenici, tema correlato anche col cambiamento climatico e che si intreccia con gli altri squilibri del nostro tempo e con le rapide trasformazioni sociali.” I tempi sono maturi per aggiornare il testo unico della Cultura a partire da una discussione di lungo periodo alimentata nel contesto degli Stati generali della Cultura, luogo permanente di discussione in seno al Consiglio Regionale toscano”, afferma Pianea.

Al welfare culturale verrà dedicato un capo del testo unico regionale, una norma che si pone sul rango più alto di Legge, assicurando scala, continuità e programmaticità. In questo senso da sperimentazione sporadica si afferma come politica strategica, cardine di un impianto di legge e di una concezione della società che vede nel ben-essere attraverso la partecipazione culturale e l’inclusione un salvavita, un fondamento di convivenza democratica, una possibilità di sviluppare le potenzialità personali, e di costruire comunità solidali, come presupposto per la prosperità e felicità.

CANTIERE APERTO: PROSPETTIVE DI SVILUPPO DELL’INIZIATIVA

La Toscana appare quindi come un laboratorio di politiche per il welfare culturale a tutto tondo, dal coinvolgimento delle strutture sanitarie all’interconnessione fra i sistemi e le reti museali, bibliotecarie e dello spettacolo dal vivo.

Quali sono le nuove frontiere per consolidare le azioni in essere? Su cosa occorre puntare per potenziare l’impatto delle organizzazioni del settore favorendo una maggiore partecipazione culturale intesa come determinante di Salute di crescente importanza?  “Se, ad esempio, ogni teatro d’opera e le orchestre nazionali incorporassero nella propria missione un focus specifico e conseguenti risorse dedicate al welfare culturale, sarebbe una via per allargare il pubblico e i beneficiari, con l’effetto di generare anche maggiore ritorno in termini di consenso verso le istituzioni promotrici. La sfida sta nel provare a contagiare questi contesti decisionali tramite politiche strategiche organiche e su larga scala, non solo attraverso interventi circoscritti ed episodici”, considera Pianea. Una nota di metodo, l’intento di proseguire con la promozione di progetti pilota da testare e sulla base dei quali tarare interventi duraturi cui destinare risorse adeguate.

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Sul fronte della valutazione, con l’IRPET- l’istituto regionale per la programmazione economica, la Regione ha già avviato una interlocuzione ed è allo studio l’implementazione di un sistema di monitoraggio d’impatto per i progetti di welfare culturale sostenuti a vario titolo, in particolare per iniziative finanziate in aree interne, anche in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. “Sarà necessario potenziare la formazione permanente degli operatori culturali sul tema del welfare culturale, seguendo l’esempio dell’iniziativa della rete “Musei Toscani per l’Alzheimer”, coinvolgendo l’assessorato alla formazione e lavoro. Uno degli assi da potenziare sarà il sostegno a progetti del ben-essere delle nuove generazioni, che valorizzino la diversità e in particolare la neuro-diversità che si inseriscono in una temperie di preoccupante disagio, specie per quanto riguarda i giovani e giovanissimi che soffrono di ansia e depressione, parliamo di oltre 700 mila ragazzi in Italia”, afferma Pianea che infine, ma non per importanza, considera cruciale esplorare collaborazioni nazionali e internazionali per condividere best practices e know-how nel campo del welfare culturale, in modo da accorciare i tempi fra l’individuazione di nuovi percorsi efficaci e la loro possibile applicazione nei contesti territoriali adatti a ospitarli, validarli, emularli.

SOCIETÀ DELLA SALUTE

L’impegno della Regione Toscana sul tema del welfare culturale entra potenzialmente in dialogo anche col percorso delle Società della Salute (sds), istituite nel 2008. Attraverso l’integrazione di servizi e attività di Comuni e Aziende sanitarie, le sds “lavorano per offrire alle persone risposte unitarie ai bisogni sociosanitari e sociali, diventando l’unico interlocutore e porta di accesso ai servizi territoriali.”

Le sds “sono soggetti pubblici senza scopo di lucro, costituiti per adesione volontaria dei Comuni di una stessa zona-distretto e dell’Azienda USL territorialmente competente, per l’esercizio associato delle attività sanitarie territoriali, sociosanitarie e sociali integrate.” Si occupano di stili di vita e di promozione della Salute.

Sul territorio toscano, ci sono attualmente 16 sds e 12 zone distretto senza sds che devono sottoscrive la Convenzione sociosanitaria di cui all’articolo 70 bis della L.R. 40/2005. In queste organizzazioni, lavorano fianco a fianco professionisti e operatori sanitari e sociali, del terzo settore e del volontariato.

Sulla base di dati sullo stato di Salute della popolazione locale, le sds descrivono gli obiettivi e programmano gli interventi sociosanitari territoriali, nonché di quelle del sistema integrato di interventi e servizi sociali di competenza degli enti locali, per raggiungerli. Organizzano e gestiscono le attività sociosanitarie della non autosufficienza e disabilità e le attività di assistenza sociale individuate dal piano sanitario e sociale integrato regionale. La conoscenza delle caratteristiche epidemiologiche di un territorio e la partecipazione sono essi stessi fattori importanti per la Salute del singolo e della comunità.

L’approccio adottato è quello dei determinanti di salute: dall’ambiente, all’urbanistica, ai trasporti, alla scuola, ecc. A tutto ciò non può rispondere solo l’azienda sanitaria, ma essa può farlo con l’intervento dei Comuni.

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I Piani Integrati di Salute rappresentano l’atto fondamentale con cui le sds programmano gli obiettivi di Salute e ben-essere e percorsi assistenziali, interpretati e attuati sulle caratteristiche peculiari di ciascun territorio, definiscono azioni attuative, programmano soluzioni operative e attivano strumenti di controllo, monitoraggio e valutazione.

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ABSTRACT

Cultural welfare for Tuscany is becoming a policy axis. In the dossier that AgCult’s Letture Lente dedicates to the topic, we met several social investors, the Monte dei Paschi, Florence and Lucca Foundations with its instrumental body Fondazione Coesione Sociale, who are moving in this direction. We talked about this with the Region’s Culture Director, who has invested in policies to support library and museum networks and in favour of the accessibility of cultural and art venues, live performances and landscape itineraries, also involving the tourism sector and territorial marketing through initiatives to improve and broaden the experience of cultural visits and participation for people with different abilities.  The current legislature, led by President Giani, who holds the delegation for culture, has included cultural welfare among the general policy objectives of the mandate launched in 2020, which are now translated into regional law, updating the Consolidated Text of the provisions on cultural heritage, institutes and activities (Regional Law no. 21 of 25 February 2010) that will interpret the ideas shared with the Emilia-Romagna Region in the process of constructing the Manifesto on the subject drawn up with Fondazione Promo PA in recent months. An experience that places the two Regions at the forefront on a national scale in the translation of good practices into structural policies that connect and strengthen interventions thanks to cross-sectoral collaboration schemes that have the ambition of reaching all the different territories in a capillary manner.

 

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