Tumori, cala in Veneto la mortalità tra i pazienti: oltre il 60% sopravvive a cinque anni dalla diagnosi

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di
Michela Nicolussi Moro

Scende anche l’incidenza. Ma preoccupa l’aumento dei melanomi

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La cattiva notizia è che nel 2023 in Veneto sono stati diagnosticati 34.512 casi di tumore maligno (18.482 negli uomini e 16.030 nelle donne), di cui 5.243 al seno (nelle donne), 3.683 del colon retto, 4.202 della prostata e 3.283 al polmone. Negli uomini con meno di 50 anni le neoplasie maggiormente diffuse riguardano il testicolo e il melanoma, mentre il cancro alla prostata è il più diagnosticato negli over 50, seguito da quello del colon retto nella fascia 50-69 anni e dal tumore al polmone negli over 70. Nelle donne il cancro alla mammella è il più frequente in tutte le fasce di età, rappresenta un terzo delle diagnosi. Nelle più giovani (0-49 anni) emerge anche il cancro della tiroide e nelle più anziane quello del colon-retto. La buona notizia però è triplice: l’incidenza e la mortalità diminuiscono, mentre la sopravvivenza del paziente a cinque anni dalla diagnosi aumenta.

I numeri

È il quadro che emerge dall’ultimo report tracciato in occasione della «Giornata mondiale contro il cancro», celebrata martedì, dal Registro regionale Tumori. Nato nel 1989 è l’unico in Italia a raccogliere i dati relativi all’intera popolazione e utili alla Regione per la programmazione della prevenzione, gli screening gratuiti a collo dell’utero, mammella e colon retto, la gestione dei pazienti, il monitoraggio della clinica. «La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è pari al 60% degli uomini e al 67% delle donne colpiti da questa patologia — spiega il dottor Manuel Zorzi, responsabile del Registro Tumori —. Per i maschi gli indici più elevati di sopravvivenza si rilevano nel tumore al testicolo, con un parametro del 97%; della tiroide, che arriva al 95,6%; e della prostata, con il 93,9%. Nelle donne la sopravvivenza più alta, cioè il 97,8%, è associata al tumore alla tiroide; poi viene il 92,4% del melanoma cutaneo; e il 91% relativo al cancro al seno. Traguardi raggiunti con gli screening e le campagne di prevenzione che promuovono stili di vita sani, strategie alla base di diagnosi precoci, terapie mediche e chirurgiche di sempre maggiore qualità. Il tutto ha ridotto la mortalità. Buone notizie — chiude Zorzi — ma c’è ancora molto lavoro da fare contro i comportamenti a rischio, cioè il fumo, l’abuso alcolico e l’eccesso ponderale».




















































Gli sforzi

D’accordo il governatore Luca Zaia: «Grazie ai tanti sforzi profusi in termini di prevenzione, terapie e ricerca scientifica, da un ventennio l’incidenza del tumore nel Veneto scende dell’1,8% all’anno tra gli uomini e dello 0,2% all’anno tra le donne. Concorrono al calo in particolare il cancro al polmone, la cui mortalità negli uomini dal 2013 diminuisce del 5% all’anno grazie alle campagne contro il fumo, e il tumore del colon retto, con un -2,8% all’anno a partire dal 2005, legato all’efficacia degli screening». La mortalità per il cancro alla prostata scende del 4,3% all’anno dal 2000, quella per la neoplasia al fegato del 3,8%. Nelle donne la mortalità in generale scende dell’1,1% all’anno, con un acuto del -2,5% dal 2006 per il tumore al colon retto, un -1,2% associato al cancro alla mammella e un -1,6% a quello all’ovaio. Nel 2023 il tumore ha ucciso 13.691 veneti: 7389 uomini, soprattutto a causa del cancro al polmone; e 6302 donne, in particolare per la neoplasia al seno. Si tratta del 25% dei decessi in generale.

Chi cresce

Aggiunge Zorzi: «È in aumento il melanoma cutaneo, soprattutto tra i residenti della zona Pedemontana e delle Dolomiti. Negli ultimi dieci anni il rischio per gli uomini è cresciuto del 3,7% all’anno e per le donne del 2,8%». «Ma è monitorato e, per esempio, l’Usl Dolomiti sta lanciando campagne informative perché la popolazione si protegga dai raggi ultravioletti, alto fattore di rischio — illustra Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità —. Altre iniziative sono partite l’anno scorso, come la rassegna Vivo Bene, e ne stiamo studiando di nuove, una delle quali sarà presentata il 12 febbraio a Cortina. In lavorazione pure il nuovo Piano triennale della prevenzione. E poi abbiamo allargato la platea per due screening: quello al colon retto, prima dedicato alla fascia 50/69 anni e ora esteso fino ai 74; e il monitoraggio della mammella, anticipato dai 49 ai 45 anni e fino ai 74. Proprio nella fascia 70/74, trascurata da altre Regioni, stiamo registrando un aumento di diagnosi — prosegue Lanzarin —. Infine con lo Iov sono stati predisposti controlli specifici prima dei 45 anni per le donne con familiarità al tumore al seno ed è stato condotto uno studio su 500 grandi tabagisti, che ha provato la correlazione tra il fumo e il tumore al polmone». «Un concetto dev’essere chiaro — chiude Zaia — grazie a protocolli standard un paziente oncologico viene curato nello stesso modo in tutto il Veneto. I nostri centri conducono sperimentazioni al costo di 80mila/100mila euro a somministrazione».

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