L’elevata concentrazione impone una maggiore diversificazione.
Nonostante le numerose incertezze, il 2024 si è rivelato un anno positivo per l’azionario globale, con una performance particolarmente positiva per Wall Street, in parte grazie all’impegno elettorale che storicamente genera maggiore volatilità rispetto agli anni non elettorali. L’S&P 500 ha registrato la migliore performance di sempre tra gli anni elettorali, sostenuto dal settore dell’Information Technology, in particolare dall’industria dei semiconduttori.
Le “Magnifiche 7” (NVIDIA, Meta, Microsoft, Apple, Tesla, Amazon e Alphabet) sono state ancora una volta una fonte di performance per gli indici azionari americani, con la concentrazione di capitalizzazione in un numero ristretto di aziende che ha raggiunto il secondo livello più alto nella storia della Borsa americana (il primato resta nel periodo della Grande Depressione). Questo fenomeno di concentrazione non è limitato agli Stati Uniti, ma si osserva anche in altri Paesi. In Germania, ad esempio, le “Gloriose 5” (SAP, Siemens, Deutsche Telekom, Allianz e Munich Re) hanno dominato i rendimenti del DAX, che, nonostante la stagnante performance economica tedesca, ha raggiunto nuovi massimi storici.
Il 2025 potrebbe tuttavia segnare un cambiamento, con un possibile rallentamento per le aziende più capitalizzate e una crescita per le altre, che finora sono state penalizzate. Gli analisti prevedono una crescita degli utili per le altre 493 aziende dello S&P 500 e un rallentamento per le “Magnifiche 7” nell’anno a venire, suggerendo una potenziale inversione di tendenza.
Geograficamente, gli Stati Uniti continuano a essere il mercato di riferimento, grazie a una crescita economica più robusta rispetto ad altre aree sviluppate. Tuttavia, alcuni settori potrebbero offrire opportunità migliori di altri. In un contesto di tensioni internazionali e con un Trump desideroso di un maggiore contributo monetario da parte dei Paesi della NATO, la Difesa sarà un settore chiave per la spesa governativa, insieme a Cybersicurezza e Spazio.
Settori tradizionalmente difensivi, come l’Healthcare e il Food & Beverage, potrebbero offrire opportunità, in quanto sono rimasti indietro rispetto ad altri segmenti di mercato e tendono a performare meglio durante periodi in cui la spesa dei consumatori si concentra sui beni primari.
Anche i titoli di settori legati alla produzione di energia elettrica appaiono interessanti, poiché l’espansione dei data center per il Cloud, il mining di criptovalute e l’intelligenza artificiale stanno ponendo sfide crescenti sulla domanda di energia. Le fonti rinnovabili non sembrano in grado di soddisfare questa richiesta, mentre il nucleare rappresenta una soluzione, essendo una fonte energetica a emissioni zero di CO2 e in grado di fornire grandi quantità di energia a costi contenuti.
Infatti, Big Tech come Amazon e Google hanno iniziato a investire in società che producono mini-reattori nucleari, da affiancare ai loro data center per soddisfare la crescente domanda di energia. Non sorprende quindi che gli asset dei tre principali ETF sull’energia nucleare abbiano superato quelli sull’energia pulita, poiché anche il mercato comincia a considerare l’energia nucleare come fondamentale per un mondo sempre più digitalizzato.
Infine, il 2025 potrebbe favorire l’azionario Value piuttosto che il Growth, in un contesto di inflazione probabilmente ancora sopra la media e di crescita economica globale in rallentamento o stagnazione.
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