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Trenta metri sotto il mare, sospeso, a una sola campata. Sono davvero tanti i progetti che fino a oggi sono stati presentati per rispondere a un’antica sfida

Diverse le idee negli anni per il progetto del ponte sullo stretto, di spicco il bando ANAS del 1969 indetto per ottenere idee di progetto in grado di realizzare quella che sarebbe una così imponente opera.

Prima di ciò esistono proposte già dalla seconda metà dell’Ottocento, come quella dell’ingegnere francese Alphonse Oudry che nel 1852 presenta il progetto per un ponte sospeso a quattro campate che prevedeva la realizzazione di piloni nel tragitto del ponte che dovevano essere ancorati sul fondo dello stretto, tuttavia questa caratteristica di progetto rappresentava una criticità a causa dell’estesa profondità del fondale.

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Si è dovuto arrivare al 1957 quando l’architetto Armando Brasini e l’ingegnere Mario Palmeri presentano il progetto del “Ponte Omerico” che prevedeva la costruzione di un ponte sospeso a campata unica sorretto da due imponenti piloni monumentali.

L’opera commissionata dalla società americana di Bethelem Steel Company si sarebbe impegnata a sostenere i costi di realizzazione avendo in cambio una concessione di gestione ventennale. Il progetto richiamava l’idea del progetto odierno che prevede anch’esso un tipo di ponte sospeso a campata unica per cercare di oltrepassare la problematicità di realizzare dei piloni sottomarini lungo la campata che si vedrebbero necessari per dare un maggiore sostegno al ponte.

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Nella struttura del ponte sospeso ad unica campata l’intero ponte dovrebbe essere tenuto interamente da due soli blocchi di piloni agli estremi facendo uso di tiranti per tutta la lunghezza del ponte.

Le perplessità sollevate circa la costruzione di un ponte sospeso a campata unica sono dovute pertanto all’enorme distanza da coprire con un ponte così lungo con queste caratteristiche, aggravato dalle caratteristiche sismiche del territorio.

Nel corso del bando ANAS del 1969 sono sorte molte proposte che hanno dato spazio ad altri progettisti di proporre nuove soluzioni. Sono nate pertanto molte idee con diverse tecniche per fornire soluzioni adatte alle sfide tecnologiche che la realizzazione del ponte sullo stretto comporterebbe.

Primo tra tutti è stato il progetto, innovativo per la tecnica, proposto da Sergio Musmeci, esso prevedeva un tipo di sistema ibrido tra la tipologia di ponte strallato e sospeso, realizzato in un’unica campata di 3000 metri sorretto da due blocchi di piloni che si vedevano alleggeriti da controventature realizzate in tiranti di acciaio.

Questo sistema innovativo si traduceva in un ponte leggero sorretto per la quasi totalità da cavi in acciaio. Sulla stessa scia dell’idea di ponte sospeso sono stati proposti inoltre anche il progetto di Pier Luigi Nervi anch’esso a campata unica con piloni a torre, questo progetto prevedeva più livelli a tunnel dove vi era un unico piano per i due sensi di marcia dell’autostrada e un altro livello interamente per l’attraversamento ferroviario.

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Giuseppe Samonà invece propone un’idea di ponte a più campate, sorretto da un sistema di tre piloni con un profilo ad “Y”. Tra le proposte dal carattere più non convenzionale si ricorda il progetto di Giuseppe Perugini che ha proposto l’idea di un ponte con la forma di una circonferenza sospeso totalmente sull’acqua e sorretto solamente da due strutture metalliche in due estremità.

Negli anni successivi sono stati proposti altri nuovi progetti per la stabilità del ponte sullo stretto, con sistemi di ponti galleggianti o sommersi, interessanti come idea alternativa ad un tipo di ponte sospeso; tuttavia si dovrebbe tenere conto nel corso di progetto dell’integrazione di soluzioni per mantenere libera la via di circolazione marittima dei trasporti che hanno necessità di attraversare le acque dello stretto che potrebbe essere ostruita dalla presenza del ponte.

Nel 2016 il tipo di ponte proposto da Gaetano Pesce è un esempio di ponte galleggiante con un carattere più artistico che propone una passerella che poggia sull’acqua quasi come dovesse descrivere essa stessa una scia di corrente nello stretto, abbandonando forme tecniche e massicce Pesce presenta la sua idea di ponte sorretto dall’acqua.

Dal carattere sicuramente più massiccio e imponente possiamo citare il progetto di Alan Bernett Grant del 1970, che prevedeva la costruzione di un ponte sommerso con un sistema di tre gallerie racchiuse in un profilo d’acciaio.

La particolarità di questo progetto prevedeva che il ponte fosse situato a 30 metri sotto il livello del mare tenuto in equilibrio da dei tiranti che lo assicuravano al fondale marino e allo stesso tempo riceveva una spinta verso l’alto data dalla legge di Archimede, così facendo il ponte si troverebbe in una condizione di galleggiamento se pur tirato verso il fondo dai tiranti che lo tengono al di sotto del livello dell’acqua.

Tutto ciò si sarebbe tradotta in un tunnel d’acciaio di dimensioni importanti dovendo definire un corretto dimensionamento fisico per permettergli di sopportare un grosso peso dato da un intenso flusso automobilistico.

Si sono susseguite diverse generazioni per la progettazione del ponte, risulta chiaro dalle molte proposte che hanno cercato di interpretare con tecniche diverse la risoluzione più idonea per un tipo di opera così complessa, viste le sue imponenti dimensioni e caratteristiche del territorio infatti questa viene considerata una vera e propria sfida per la tecnica odierna.

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