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«Secondo gli obiettivi della direttiva europea “case green” entro il 2033 in Italia sarà necessario riqualificare il 42% degli immobili (cioè 5 milioni di immobili) per un costo totale complessivo che va dai 260 ai 320 miliardi – spiega Vittorio Bruno, head of commercial and underwriting di Qualis -. Come ha sottolineato a settembre nella relazione sulla transizione verde la stessa Corte dei Conti europea, l’Italia deve aumentare il tasso e l’intensità della ristrutturazione degli edifici, in particolare di quelli con le prestazioni peggiori. Perché gli obiettivi siano raggiunti, il mercato del credito dovrà contribuire con circa la metà di tali somme, garantendo finanziamenti tra i 13 e i 16 miliardi di euro circa all’anno nel prossimo decennio. Il mutuo ristrutturazione ad oggi rappresenta in termini di erogazioni un mercato molto più limitato e contenuto in meno di 2 miliardi di euro». Le previsioni di crescita della finanza green vanno di pari passo all’osservazione del mercato immobiliare.
«Soprattutto nelle città di media dimensione, dove la domanda non traina l’offerta a prescindere – spiega Antonio Intini, chief business officer – qualificare il proprio patrimonio è una scelta vincente per renderlo maggiormente appetibile. Il mercato sta iniziando a selezionare maggiormente gli immobili e persino in una piazza come Milano non si vende più tutto e subito».
Tipologie di interventi
Se fino a ieri il mercato dell’efficientamento di immobili si è concentrato su interventi di riqualificazione energetica “classici”, la nuova riflessione del settore dell’architettura su un concetto più olistico della qualità dell’edificio e del concetto di benessere e salute indoor sta spingendo sempre di più l’integrazione di azioni sull’isolamento dell’involucro (cappotto e infissi) con tecnologie orientate alla migliore ventilazione degli spazi interni, all’eliminazione di muffe e situazioni di insalubrità nonché alla regolazione della temperatura e alla gestione della luce naturale, attraverso frangisole e schermature solari in facciate. Si tratta di interventi che, sommati, concorrono al salto di classe richiesto dallo strumento finanziario.
Il vantaggio
L’analisi presentata da Qualis spiega, numeri alla mano, perché scegliere di investire sull’efficienza e la qualità del comfort con un mutuo green sia un vantaggio. Se un immobile efficiente o su cui vengono fatti interventi di riqualificazione energetica costa in media 191,8mila euro, cioè 59,1mila euro in più rispetto all’immobile non green, il maggiore investimento iniziale è recuperato finanziariamente attraverso le condizioni finanziarie favorevoli applicate: con un -47 bps nel 2024, alle condizioni attuali, significa circa 50 euro al mese in meno e un risparmio di 18mila euro in 30 anni (la durata media di un finanziamento per prima casa). In più, si sommano i minori consumi, stimati in un risparmio di 1.067 euro annui o di 32mila euro in 30 anni. E ancora, ovviamente, ci sono gli incentivi finanziari dello stato. «Un mutuo green – spiega inoltre Bruno – conviene non solo alla proprietà, ma anche alla Banca, che migliora il proprio indice di sostenibilità delle attività finanziarie, reso obbligatorio proprio a partire dal 2024 e che si trova a garanzia un immobile che viene immediatamente rivalutato».
Chi chiede il mutuo green
«A differenza di ciò che si potrebbe pensare – prosegue Bruno – la spesa per ottenere migliori prestazioni del proprio immobile non è una attenzione per la sola clientela con mezzi economici a disposizione». L’identikit tracciato da Qualis individua bene le categorie. «I mutuatari green – spiega ancora Bruno – sono in media 3,6 anni più giovani degli acquirenti di un mutuo “non green” e per il 48,9% dei casi si collocano nella fascia 30-40 anni. In genere, sono in coppia perché investire in una casa sostenibile è un progetto familiare che richiede anche un doppio stipendio. Prioritariamente, infine, questi mutui sono più diffusi al nord, ma lentamente stanno penetrando anche altre regioni».
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