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Incentivi alla natalità rafforzati. E’ quanto promette il governo con la legge di Bilancio per il 2025. Importanti novità per gli sconti fiscali che si fanno valere nella dichiarazione dei redditi: saranno premiati i nuclei numerosi che guadagnano meno, mentre ci saranno penalizzazioni per quelli più ricchi e senza figli
Una delle novità della manovra che riguarda le famiglie è il bonus bebè. Non è un inedito ma mancava dal 2022, quando venne assorbito dall’assegno unico per i figli. Adesso ritorna ma in versione più ristretta.
L’aiuto per i neonati: i requisiti
Il nuovo contributo per chi l’anno prossimo avrà un bimbo sarà di mille euro (in passato poteva arrivare a sfiorare i duemila) ma non andrà a tutti: solo a chi ha una certificazione Isee, che tiene conto di stipendi e risparmi, entro i 40 mila euro. Considerato che in questa fascia rientra la stragrande maggioranza dei 10 milioni di nuclei che presenta l’attestato e, tenuto conto del numero di nascite (379mila nel 2023), si può stimare un esborso di alcune centinaia di milioni.
Per le famiglie 1,5 miliardi
L’aiuto per i neonati fa parte del pacchetto di sostegni alle famiglie, che nel complesso vale circa 1,5 miliardi dei complessivi 30 della legge di bilancio. Fra gli altri interventi, il rafforzamento (da quantificare) del contributo per la retta degli asili nido, che adesso può arrivare a 3.600 euro l’anno se si hanno più figli. Migliorie anche per i congedi parentali: passano da due a tre i mesi retribuiti all’80 per cento per restare a casa con il piccolo.
Detrazioni, si cambia
Novità, poi, per gli sconti fiscali che si fanno valere nella dichiarazione dei redditi. L’idea è di premiare le famiglie numerose con guadagni bassi. Chi è in questa situazione avrà maggiori detrazioni, per esempio, sulle spese sanitarie o su quelle per il mutuo della prima casa. Il meccanismo è da mettere a punto ma il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha ipotizzato tetti a 50mila e 100mila euro, per cui chi è più ricco avrà meno sconti sulle tasse di adesso.
Confermati gli sgravi alle mamme lavoratrici
Viene poi rifinanziata la Carta Dedicata a Te per la spesa riservata a chi è in difficoltà: mezzo miliardo nel 2025, quindi meno dell’ultima edizione (676 milioni). Confermati i fringe benefit, cioè i buoni esentasse che le aziende possono dare ai dipendenti per pagare – ad esempio – le bollette e lo sgravio sui contributi per le mamme lavoratrici con almeno due figli.
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