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Il presidente della port authority di Venezia e Chioggia, Fulvio Lino di Blasio, dopo la richiesta di dimissioni e lo sciopero a oltranza proclamato dai sindacati dei lavoratori (che protestano chiedendo il ritiro del bando per l’individuazione del prossimo fornitore di lavoro portuale temporaneo alle imprese), dice di voler rimanere saldamente al suo posto ma prova a porgere un ramoscello d’ulivo ai portuali e ai sindacati confederali.
Nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata, Di Blasio ha risposto punto per punto (con tanto di slide esplicative che riportiamo più sotto nell’articolo) alle maggiori critiche che la pubblicazione del bando ha sollevato.
Dall’Adsp del Mar Adriatico Settentrionale è arrivata anche un’apertura al confronto (e ad alcuni correttivi), a partire dalla convocazione (per venerdì prossimo al pomeriggio) di un tavolo a cui parteciperà Assoporti e al quale sono stati invitati i rappresentanti dei sindacati confederali “dove il tema – ha spiegato Di Blasio – sarà portato per capire quali sono le preoccupazioni che possiamo aver generato. Siamo disponibili per intervenire e correggere il tiro dove ci siano elementi e sviste; questo possiamo farlo anche a bando pubblicato e vigente attraverso la riapertura dei termini”. Dunque nessuna intenzione di ritirare il bando per il porto di Venezia già pubblicato (a giorni sarà bandito anche quello per Chioggia) ma disponibilità a intervenire per migliorarlo.
Prima di passare all’esame puntuale dei sei punti elencati, il presidente ha tenuto a precisare di aver risposto per via epistolare alle osservazioni dell’associazione Ancip e anche agli interrogativi posti dall’attuale compagnia dei lavoratori attraverso il portale dedicato alla procedura di gara (essendo la Nuova Compagnia lavoratori Portuali di Venezia un soggetto interessato alla gara sarebbe stato formalmente scorretto rispondere solo in forma privata).
Queste le risposte fornite da Di Blasio sui temi sollevati dai sindacati e dai lavoratori portuali.
Clausola sociale nel bando. “È prevista – ha detto – sia per il mantenimento dei livelli salariali che per la salvaguardia occupazionale. Verrà garantito non solo il posto di lavoro ma anche l’inquadramento contrattuale (e salariale). Non è vero dunque che non c’è clausola sociale ma anzi c’è ed è ampia”. Per come è stata concepita prevede la possibilità di garantire impiego fino a 108 portuali a Venezia e 20 a Chioggia al fine di mantenere inalterata la forza lavoro nei due scali dove operano due diversi fornitori di lavoro temporaneo.
Chiamata ‘nominativa’. “È una prassi che già esiste nel porto dunque una possibilità che già c’è. Si è voluto regolamentarla ed eliminare tutto il ‘non detto’ che c‘è fra terminalisti e compagnie a tutela dei lavoratori. Non è quindi una chiamata individuale ma la possibilità da parte del terminal di indicare (ma non ottenere) figure professionali precise per alcune mansioni. In ogni caso ho già scritto ai soggetti interessati che siamo disposti a rivederla” ha precisato Di Blasio. Secondo il quale “bisogna normalizzare il rapporto con la stazione appaltante che ha la facoltà di fare degli errata corrige e i lavoratori lo devono sapere”.
Blocco retribuzioni. “Non c’è alcun blocco delle retribuzioni ma abbiamo disciplinato il fatto che la tariffa è composta da vari elementi: il costo del lavoro è una ma ci sono anche i costi della formazione ad esempio e ciò che serve per remunerare il lavoro”.
A proposito del richiesto automatismo per cui l’aumento previsto dal Ccnl dovrebbe immediatamente essere inserito nella tariffa, il presidente dell’Adsp ha spiegato che non è automatico: “Serve prima un’istanza e un’esame dell’Adsp ma non c’è alcun blocco delle retribuzioni”.
Chiamate o tariffe orarie. “Non sono previste chiamate orarie” è stato specificato. “Nel capitolato abbiamo fatto un’azione di estrema trasparenza. Non c’è e non è previsto di fare chiamate diverse dai turni ufficiali che sono in vigore”.
Procedimenti disciplinari da parte dell’Adsp. Anche qui la precisazione di Di Blasio è che eventuali azioni disciplinarie “sono in capo al datore di lavoro, non c’è nessuna pretesa di ingerenza da parte dell’Adsp di influire su quanto compete ai sindacati. Semplicemente nel bando abbiamo riportato e ricordato, a favore dell’impresa art.17, quanto sia importante agire. Nessuna c’è nessuna pretesa di titolarità”.
Infine le linee guida concordate secondo la port authority sono state rispettate sotto diversi aspetti: nelle due procedure distinte, nella durata prevista dal bando, nella clausola sociale (prevista sia per i salari che per l’occupazione), nulla al riguardo della governance è stato inserito, nelle disdette e nella formazione.
In conclusione, secondo Di Blasio, il ritorno alla pace sociale sulle banchine veneziane potrebbe essere “solo una questione di tempi. Riteniamo che le nostre risposte siano state esaustive e ci siamo messi a disposizione. Siamo disponibili a modificare alcuni aspetti ma questo scontro lo riconduco a una normale trattativa fra le parti. La risposta nostra, più che puntuale, non ha forse avuto adeguato tempo per essere metabolizzata”.
N.C.
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