Lotto Zero, Comitato dal Prefetto: “Questioni fondamentali restano irrisolte”

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Una delegazione del comitato contro il Lotto Zero si è recata in Prefettura a Isernia per esporre al Prefetto le ragioni dell’opposizione alla realizzazione dell’opera anche dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso presentato dal comune di Isernia e dal WWF Molise. I giudici erano stati chiamati ad esprimersi solo ed esclusivamente sulla legittimità della V.I.A. (valutazione di impatto ambientale).
“A nostro avviso – spiegano dal comitato – rimangono sul tappeto, irrisolte, altre questioni di fondamentale importanza che, ad oggi, non sono state affrontate in quanto mai sottoposte al giudizio della magistratura, talmente rilevanti che potrebbero determinare l’invalidità dell’intero iter procedurale con possibile richiesta di risarcimento a carico dei soggetti coinvolti”.

In una nota vengono così elencate le questioni che per il Comitato sono irrisolte:

_1) Assenza dell’Alternativa Zero (volgarmente detta Opzione Zero). Studio richiesto dalla giurisdizione europea, in assenza della quale i progetti presi in esame non possono essere validati, secondo sentenze emesse dalla magistratura italiana ed europea (vedi Portogallo).
In pratica nella norma si OBBLIGA a vagliare quali sarebbero le conseguenze nel caso in cui l’opera in oggetto non venga realizzata. Vaglio che è basato su rigorosi criteri scientifici di tipo ambientale ed economici.
Come dichiarato dagli stessi progettisti, tale materia non è mai stata presa in considerazione.
Sono diversi i casi nei quali l’assenza dell’Opzione Zero ha determinato il blocco dei progetti soggetti a valutazione

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_2) Mancanza dell’analisi costo/ benefici.
È ragionevole pensare di spendere una montagna di denaro pubblico senza avere a disposizione un quadro chiaro (non c’è ne è neanche uno approssimativo) su quelle che potrebbero essere le ricadute economiche, (neanche un numero), ambientali, (non esiste un piano dell’aria) sulla zona interessata?
Nei documenti, ad oggi, non vi è traccia di tali approfondimenti, richiesti e imprescindibili, come chiunque può facilmente comprendere.
Comprendiamo bene il motivo di tale lacuna!
Una seria analisi dimostrerebbe in maniera incontrovertibile che il risparmio di soli “3 minuti e mezzo sui temi di percorrenza”, e con un volume di “traffico esiguo” (citazioni riprese da documenti ufficiali ANAS), non passerebbe l’esame per essere considerata un’opera di pubblica utilità, con un danno ambientale enorme (400.000 metri quadri di disboscamento con 8 viadotti e 2 gallerie in falda acquifera) e un costo finale che supererà sicuramente i 200 milioni di euro (e ci manteniamo bassi), vale a dire oltre 40 milioni a chilometro.

_3) Nel progetto definitivo mancano le varianti ai P. R. G. (piano regolatore generale) dei comuni interessati, Isernia, Pesche, Miranda, oltre al nulla osta della Regione Molise.
Tali enti non sono stati coinvolti, violando gravemente, anche in questo caso, i dettami previsti.
Se a tutto ciò aggiungiamo che il geologo maggiormente esperto dei luoghi interessati certifica che vi sono seri rischi riguardanti il sistema idrogeologico, non essendo rispettate le distanze richieste dalle sorgenti del fiume Sordo che alimentano l’acquedotto di Isernia, ci rendiamo conto della sciatteria, superficialità e illegittimità nella quale è profondamente immersa quest’opera INUTILE, COSTOSA E PERICOLOSA.
Al termine dell’incontro la Prefettura ha acquisito il documento redatto dall’”Associazione Nazionale A. Caponnetto contro le Mafie”, parte della nostra delegazione, che indica in maniera dettagliata i punti critici sopra esposti.
Essendo la Prefettura di Isernia ente proponente e garante del “protocollo della legalità” firmato lo scorso anno dalle parti interessate, abbiamo richiesto che vengano acquisiti gli atti prodotti dall’ANAS nel corso di questi anni per verificare, carte alla mano, se sono stati rispettati gli obblighi e gli adempimenti necessari e dovuti.
Dato il clima di rispetto, ascolto e collaborazione che si è instaurato durante l’interlocuzione,
aspettiamo fiduciosamente che le nostre osservazioni vengano vagliate con attenzione e che la nostra richiesta di convocazione di una nuova conferenza di servizi possa essere accolta.
In ogni qual modo il nostro comitato continuerà ad agire e a percorrere tutte le strade necessarie e possibili per bloccare lo scempio che vogliono attuare, compreso un eventuale ricorso alla Corte Europea che in questi giorni ha condannato lo stato italiano per non aver salvaguardato adeguatamente la salute dei propri cittadini nella martoriata TERRA DEI FUOCHI.



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