Strage nazista di Falzano a Cortona, ai parenti delle vittime richiesto il pagamento delle tasse sugli atti giudiziari

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Sono i paradossi che spesso investono chi chiede giustizia per anni e per questioni davvero rilevanti. E così capita che a 17 familiari delle vittime dell’eccidio di Falzano a Cortona (Arezzo), una delle stragi naziste più efferate del 1944, si siano visti recapitare una richiesta di complessivi 113mila euro per la tassa sulla registrazione degli atti giudiziari. Nonostante siano anni e anni che attendono il risarcimento da 3,7 milioni di euro. A loro invece era chiesto di provvedere entro 10 giorni dall’Agenzia delle entrate ha chiesto che poi ha sospeso la richiesta. Il caso è stato denunciato dal senatore Pd Dario Parrini, da tempo impegnato sui risarcimenti per le stragi per cui lo Stato ha stanziato un fondo da 61 milioni.

Il 20 gennaio scorso i discendenti delle vittime, difesi dall’avvocato Gianluca Luongo, si erano visti riconoscere da una sentenza del tribunale civile di Arezzo risarcimenti per complessivi 3,7 milioni. L’Agenzia delle entrate sottolinea che “la cancelleria del Tribunale, trasmettendo la sentenza all’Agenzia delle entrate, ne ha chiesto la registrazione nei modi ordinari – per cui l’imposta di registro deve essere necessariamente richiesta per legge a tutte le parti del processo -, e non attraverso il meccanismo della ‘registrazione a debito’, che prevede che il danneggiato venga ‘esonerato’ dal pagamento”. L’Agenzia, “preso atto di questo stato di cose, ha autonomamente sospeso con effetto immediato gli avvisi di liquidazione a carico dei familiari delle vittime e ha chiesto alla Cancelleria di rivalutare le modalità con cui ha richiesto la registrazione”.

Parrini si dice soddisfatto “per l’ammissione immediata di un errore e la sospensione delle cartelle che in futuro spero vengano cancellate definitivamente. Per il resto tutti gli interrogativi sulla questione restano aperti, a partire dai tempi e da quanti soldi restano a disposizione nel fondo, perché dal governo non rispondono alle mie interrogazioni e c’è totale opacità”. “Le famiglie coinvolte sanno che per avere concretamente i ristori ci sarà da aspettare un bel po’ – sottolinea ancora il senatore Pd -, perché per avere gli indennizzi bisogna fare richiesta di accesso al Fondo di ristoro e per questo serve un titolo definitivo, e cioè in questo caso il passaggio in giudicato della sentenza, che con ogni probabilità non avverrà prima di aprile. Secondo le poche informazioni che il Mef fa filtrare, nonostante le mie ripetute interrogazioni, le somme saranno erogate nel 2026 inoltrato, o anche dopo“. “Non sappiamo ad esempio se i 20 milioni, stanziati nel 2023, sono ancora a diposizione del fondo o se siano stati defalcati”, aggiunge, e il timore è “che possano esaurirsi rapidamente i 61 milioni stanziati prima di aver pagato tutti gli aventi titolo e non si dovesse provvedere per tempo al rifinanziamento del Fondo”.

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