I colpi di scena nella moda sono all’ordine del giorno. Nell’era dell’intelligenza artificiale, la moda porta in scena rappresentazioni ingannevoli, riportando alla luce un trend dalle storiche radici: l’effetto trompe l’oeil. L’espressione, derivante dall’unione dei termini francesi tromper (“ingannare”) e œil (occhio), indica una tecnica pittorica che, mediante l’uso di espedienti come il chiaroscuro e la prospettiva, riesce ad indurre nell’osservatore l’illusione di guardare oggetti reali, in realtà dipinti su una superficie bidimensionale.
Nel corso degli anni, la moda ha esplorato questo espediente passando dalla riproduzione di silhouette e decori bidimensionali, fino ai più recenti esperimenti di stampa di texture e trame di tessuto originali. Qualunque sia la forma e l’aspetto dell’artificio, l’obiettivo è soltanto uno: indurre nello spettatore la sensazione di non potersi più fidare dei propri occhi, osservando gli abiti.
Primavera-Estate 2025: la stagione delle illusioni
Mimetismi ed effetti ottici hanno storicamente trovato ampio spazio nel mondo artistico, ma anche in quello fashion, dove tasche, accessori e dettagli sono stampati sui capi stessi, in maniera più o meno realistica, mutando la realtà agli occhi dello spettatore. Un “trucco” che oggi è soprattutto una tendenza, come dimostrano le sfilate Primavera-Estate 2025.
Da Prada a Moschino a Balenciaga
In certi casi, questa tecnica coinvolge la materia o i dettagli fisici dei capi, che ben si prestano ad essere alterati, imitati o resi bidimensionali. Lo sa bene Prada, che ha ammaliato tutti con finti colli di pelliccia stampati sui capispalla e cinture disegnate, anziché applicate, su minigonne. Anche Moschino e JW Anderson si sono sfidati a colpi illusori, con trench dipinti su maxi abiti e mini dress abbottonati solo per finta. Demna si è difeso a suon di lingerie: il designer georgiano si è differenziato nell’uso di questa tecnica, cucendo ad arte body, bralette e autoreggenti in pizzo su tute attillate color carne per Balenciaga.
Altre volte, invece, è il corpo stesso a diventare il principale soggetto di questa tecnica artistica (e modaiola): basti pensare alla maglieria Primavera-Estate 2025 di Marco Rambaldi, animata dalle forme femminili, o alle vite “disegnate” di Diesel. Un’illusione ottica realizzata tramite la rappresentazione di slanciate silhouette devoré.
Moda trompe l’œil, una tendenza ricca di storia
Promotrice del sodalizio tra arte ingannevole e moda non poteva che essere Elsa Schiaparelli. Divenuta celebre come una delle principali esponenti del movimento artistico Surrealista, nonché grande amica dell’artista Salvador Dalì, nel 1927 realizzò una collezione di maglieria caratterizzata da disegni di grandi fiocchi e bandane, a dare l’illusione dell’effettiva presenza di sciarpe legate attorno al collo.
Nel corso della storia, anche il designer belga Martin Margiela si è cimentato spesso in questa tecnica. In particolare, per la Primavera-Estate 1996, nota come Print Collection, si servì delle stampe su abiti e accessori per ricreare magici effetti bidimensionali.
Un tema che da allora sarà sempre parte del DNA artistico del brand, come testimoniano le lucenti paillettes effetto 3d stampate sugli abiti in jersey della collezione Primavera-Estate 1999, rivisitate per la storica collaborazione con il player low cost H&M nel 2013.
Tra i pionieri dell’artificio, Jean-Paul Gaultier
Impossibile poi non menzionare Jean-Paul Gaultier, che ha fatto della tecnica trompe l’œil la propria arma segreta per condurre il gioco della seduzione: grazie all’alternanza di righe dai colori a contrasto, i capi del designer riescono a restituire all’osservatore l’illusione di forme nuove, sensuali e tridimensionali. Lo stesso motivo è stato ripreso da Glenn Martens nella collezione Haute Couture 2022 disegnata per il brand.
A rendere popolare la tecnica della Maison tra le star è stata soprattutto la cool girl Kendall Jenner: basti pensare al look trompe l’œil del party degli Oscar 2023, o al vestito vintage Primavera-Estate 1999 dal corpo di Venere diventato subito virale su Instagram lo stesso anno (non senza qualche polemica).
Dall’alta moda allo streetwear
Se c’è una cosa che la moda ha imparato, è che l’effetto trompe l’œil riesce a rendere speciali anche i capi dal gusto più ordinario. Nella sfilata Primavera-Estate 2023, Bottega Veneta ha declinato il trend dell’effetto ottico in chiave materica: Kate Moss ha calcato la passerella con indosso un overshirt con motivo tartan e un paio di cinque tasche baggy, entrambi realizzati in pelle stampata per emulare rispettivamente la flanella e il denim.
Negli anni, l’intuizione della Maison è diventata un vero e proprio marchio di fabbrica, arrivando a coinvolgere persino le umili tute da ginnastica, dove il semplice jersey di cotone è diventato preziosa pelle.
Tra gli altri esempi illustri, Pierpaolo Piccioli ha esplorato questo espediente artistico nell’Haute Couture Autunno-Inverno 2023/2024 di Valentino. Indossatto da Kaia Gerber, quattro settimane di duro lavoro si sono tradotte in un finto denim, realizzato ricamando diagonalmente su tessuto un’infinità di perline di circa 80 sfumature diverse di blu, per rendere perfettamente l’apparenza del twill di cotone.
Il denim, la nuova tela del trompe l’œil
Il passo dal catwalk alla strada è breve, spesso facilitato da forme di uso quotidiano, dotate di maggiore praticità. Il brand svedese Acne Studios sceglie la stampa fotorealistica su tela di cotone, dando l’illusione del denim, delle finiture in pelle e del patchwork: l’effetto invecchiato dei jeans super baggy ha un modo rilassato, ma ricercato, grazie all’utilizzo del trompe l’œil. Anche Diesel ha declinato il trend in questa stagione con un’attitudine sportiva, proponendo una felpa con zip in jersey, fintamente decorata con un’immagine iperrealista di una giacca in denim sovratinto.
Quando il confine tra realtà e falsità si annulla e l’ordinario diventa straordinario, le certezze cadono. È forse il caso di chiedersi se la verità stia davvero negli occhi di chi guarda?
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