Roccaraso, faro dei pm sul business dei tiktoker: «Evasione e riciclaggio»

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Li stanno monitorando da tempo. E stanno valutando la strategia migliore per circoscrivere e approfondire il loro giro di affari. Parliamo dell’attenzione investigativa che da mesi investe alcuni tiktoker, che negli ultimi giorni si stanno contendendo il pubblico dei gitanti sulla neve di Roccaraso.

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Dunque: l’invasione di Roccaraso, quella prevista per il prossimo fine settimana, non sarebbe solo folclore o fenomeno di costume. Ma rischia di diventare anche materia di indagine, alla luce del fitto tam tam registrato in queste ore sui social. Tutto ruota attorno a TikTok, una piattaforma di messaggistica istantanea che spesso rientra – per alcuni contenuti postati – al centro delle attenzioni della Procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri. Qual è il punto? Semplice: basta ascoltare il continuo richiamo alle compagnie, alle agenzie, ai pullman. Un refrain che è diventato assordante, quasi come se fosse una sfida destinata a coinvolgere decine di migliaia di persone. E tutto passa attraverso la pubblicità – apparentemente gratuita – postata in queste ore da parte di alcuni influencer napoletani.

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Non è solo il caso di Rita De Crescenzo, la ormai popolare social manager di se stessa (ieri descritta anche in un servizio della stampa olandese), dal momento che in campo ci sono anche altri colleghi della popolare performer di Pallonetto di Santa Lucia. C’è un altro tiktoker che chiama all’appello i suoi followers: «Non mi interessa delle targhe alterne – è il senso del suo post – andiamo a Roccaraso. Mi servono due bus, come devo fare?». Domanda rivolta ad agenzie e compagnie, in un business che cresce di ora in ora.

Nulla di illegale, giusto chiarirlo, ma è anche vero che su questi fenomeni gli inquirenti hanno le antenne dritte. Sanno che dietro l’esibizione di contenuti apparentemente frivoli potrebbero celarsi altre motivazioni. Una tra tutte: la conduzione di business in nero; evadere il fisco, approfittando del momento. Oppure, su un altro versante, il riciclaggio del denaro sporco, in attività apparentemente legali, quelle con tanto di scontrino o ricevuta fiscale rilasciata al momento dell’acquisto.

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Ma procediamo con ordine. Da giorni la Procura di Napoli osserva quanto sta accadendo sull’asse Napoli-Roccaraso. Non c’è un fascicolo aperto, ma restano aperti gli occhi sulla gestione di bus, sugli interessi di agenzie e compagnie di pullman. Doverosa una premessa. Portare turisti in Abruzzo non è reato. Non è un reato neppure provare ad ampliare il proprio pacchetto clienti, né potrebbe rappresentare una notizia di reato il contatto tra agenzie di transfert e alcune star dei social. Restano però delle zone d’ombra, che potrebbero spingere gli inquirenti ad analizzare questo fenomeno crescente sulla piattaforma di TikTok.

Verifiche in corso su quella sorta di adunata di bus che è stata invocata per realizzare una sorta di assedio: «Dobbiamo occupare fino all’ultimo pezzo di neve, mi servono altri due pullman». E un altro influencer risponde: «Non vi preoccupate delle targhe alterne, che riusciamo a risolvere il problema… conosco agenzie e compagnie». Sì d’accordo, un semplice business, che – almeno allo stato attuale – non dovrebbe alimentare sospetti di alcun tipo. Resta però il monitoraggio investigativo sul giro di affari che viene messo in piedi da parte di vecchi e nuovi influncer. Restiamo al fenomeno Rita De Crescenzo.

Ne parliamo più diffusamente nel pezzo in pagina, ma il suo dinamismo sui social l’ha condotta spesso a finire al centro di vicende investigative controverse. Proviamo a fare il punto: Rita De Crescenzo risulta parte offesa nel corso di un processo che vede sotto accusa il presunto boss del clan Piccirillo, a proposito di gestione di boe e ormeggi a Mergellina. Ha denunciato, assieme al marito, il presunto pressing estorsivo del boss Piccirillo, che pretendeva la restituzione (con gli interessi) di antichi prestiti a quelli del consorzio titolare delle concessioni. Vicenda controversa nel corso della quale, lady TikTok si è spesso esposta proprio sulla piattaforma dei social. E c’è sempre lei in occasione di due fatti di nera, quando viene consumato un delitto in vico Solitaria (le indagini prendono quota grazie alle immagini fornite dalla nota performer) e dopo un agguato tra babykiller a Santa Chiara (con lo scontro social con un’altra donna). Ce n’è abbastanza per spingere la Procura ad accendere i riflettori sul caso delle trasferte in Abruzzo.





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