“Indagine una scelta del magistrato”

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Il caso Almasri, che ha visto coinvolta direttamente la premier Giorgia Meloni con l’iscrizione nel registro degli indagati, ha scatenato un ampio dibattito politico e istituzionale. A prendere la parola sul tema è stato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha espresso il suo parere in maniera decisa e senza mezzi termini. Tajani ha chiarito che l’indagine non può essere definita un “atto dovuto”, ma piuttosto una “scelta” discrezionale da parte del magistrato, mettendo in discussione la sua legittimità e le circostanze in cui è stata avviata.

La risposta del governo alle richieste di chiarimento

Tajani ha annunciato che “qualcuno del governo” interverrà in Parlamento per chiarire la vicenda, come richiesto da diverse forze politiche. Tuttavia, ha rimarcato che non si tratta di un obbligo e che la decisione di chi parlerà in Parlamento dipenderà dalla conferenza dei capigruppo. Secondo Tajani, la questione è stata alimentata più da una manovra politica che da un atto giuridico dovuto.

Il vicepremier ha anche ricordato le parole già rilasciate dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che aveva affrontato la questione in precedenza. Tajani ha osservato come in molti abbiano dimenticato gli interventi di Piantedosi e ha ribadito che il punto cruciale della discussione riguarda la “discrezionalità” dei magistrati nell’iscrivere qualcuno nel registro degli indagati. Inoltre, ha insinuato che tale decisione possa essere stata influenzata da motivazioni politiche, come ad esempio il coinvolgimento di un avvocato legato a un governo di sinistra.

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Le critiche a iniziative giudiziarie e l’immagine dell’Italia

Uno degli argomenti più discussi da Tajani riguarda l’impatto che iniziative giudiziarie di questo tipo possono avere sull’immagine dell’Italia nel panorama internazionale. Il vicepremier ha affermato che un servitore dello Stato, prima di compiere scelte significative, dovrebbe valutare attentamente le ripercussioni delle proprie azioni, soprattutto quando queste non sono strettamente necessarie. Secondo Tajani, azioni come quella che ha coinvolto Almasri potrebbero danneggiare l’interesse nazionale e l’immagine dell’Italia.

Tajani ha anche preso le distanze dall’operato dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), dichiarando che, sebbene quest’ultima possa avere un’opinione sulla vicenda, non si tratta di un’autorità infallibile. L’ANM, a suo dire, è un ente politicizzato che non può essere equiparato alla Corte Costituzionale.

Le implicazioni del caso Almasri: il coinvolgimento internazionale

La situazione si complica ulteriormente con il riferimento ad alcuni legami tra Almasri e la CIA, come riportato da alcune indiscrezioni giornalistiche. In risposta a queste voci, Tajani ha precisato che, in quanto ministro degli Esteri, il suo ruolo non consiste nel fare l’“agente segreto”, ma nel rappresentare l’Italia nelle relazioni internazionali. Nonostante ciò, ha manifestato perplessità riguardo all’operato della Corte penale internazionale, facendo notare che Almasri, pur essendo stato espulso dall’Italia, era stato libero di circolare in tutta Europa prima di arrivare nel nostro paese.

In questo scenario, Tajani ha posto la domanda: “Perché la Corte non ha preso provvedimenti prima?” Il vicepremier ha rimarcato che la gestione della vicenda da parte della Corte penale internazionale lascia a desiderare, chiedendosi perché Almasri non fosse stato arrestato da altre autorità europee prima del suo ingresso in Italia. Questo porta a interrogarsi sulla collaborazione tra le diverse autorità internazionali e sul modo in cui vengono trattate le richieste di estradizione.

Il ruolo della Corte penale internazionale

Tajani ha anche affermato che l’Italia ha agito in modo deciso ed efficace, espellendo Almasri e accompagnandolo nel suo paese di origine per motivi di sicurezza. Il vicepremier ha ribadito che “l’Italia non ha liberato Almasri; sono stati piuttosto i magistrati italiani a compiere quella scelta. Questo, secondo Tajani, è un altro aspetto delicato della vicenda, poiché il governo italiano ha sempre sostenuto di aver seguito rigorosamente i protocolli di sicurezza e giuridici.

Inoltre, Tajani ha messo in discussione l’operato della Corte penale internazionale, chiedendosi perché non sia intervenuta in modo tempestivo, se Almasri fosse già noto alle autorità europee. Questo porta a dubitare sulla coordinazione e sull’efficacia delle azioni delle corti internazionali, soprattutto quando si tratta di persone note per il loro coinvolgimento in vicende di sicurezza internazionale.

Le accuse a Lo Voi e i voli di Stato

Un altro aspetto che ha alimentato la polemica riguarda il procuratore Lo Voi, accusato di un comportamento inappropriato in relazione ai voli di Stato. Il vice capogruppo di Fratelli d’Italia, Salvo Sallemi, ha espresso preoccupazione per le indiscrezioni di stampa, ipotizzando che Lo Voi stesse cercando di utilizzare l’aereo di Stato per motivi personali, come ad esempio per tornare a casa nel fine settimana. Sallemi ha suggerito che questa situazione potrebbe indicare un contrasto tra il procuratore e il governo e potrebbe anche essere legata a una possibile vendetta giudiziaria contro il governo Meloni.

Vincenzo Ciervo

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