Note di speranza dalla frontiera Messico-Usa, dal Papa l’orchestra dei giovani

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Quaranta ragazzi messicani della “San Joselito Sánchez del Rio” hanno suonato per Francesco durante l’udienza generale di questa mattina. Vengono da Nogales Sonora, a dieci minuti dal confine con gli Stati Uniti d’America, dove povertà e violenza costituiscono il “contesto naturale” in cui i ragazzi sono costretti a crescere

Fabrizio Peloni – Città del Vaticano

“Solo la musica poteva permettere di sciogliere la tensione accumulata nell’attesa di esibirsi davanti al Papa. Suonare insieme è la loro speranza!”. Così, don Edgardo Gámez Urquijo, che si definisce prete di frontiera, racconta lo stato d’animo dei 40 bambini e ragazzi messicani dell’orchestra San Joselito Sánchez del Rio all’udienza generale di questa mattina, durante la quale hanno suonato per Papa Francesco. Il gruppo musicale è nato due anni fa presso la parrocchia di San José Sánchez del Río, a Nogales Sonora, cittadina messicana a dieci minuti dal confine con gli Stati Uniti d’America, dove povertà e violenza sono spesso il “’contesto naturale’ in cui i ragazzi sono costretti a crescere”, spiega il sacerdote. Aggiungendo però che “da due anni esiste questa orchestra che per loro – giovanissimi dai 7 ai 21 anni di età – costituisce la vera speranza di uscire dalla disgregazione e dalle avversità sociali del contesto in cui vivono. La maggior parte di essi passa molto tempo senza i genitori, per via dei lunghi turni di lavoro nelle fabbriche, e quindi quelle due ore trascorse a suonare insieme ogni giorno aiuta molto, infondendo speranza nel loro animo, così segnato e ferito”. L’auspicio del sacerdote è che la musica possa “ispirare questi ragazzi a costruire un mondo in cui giustizia e solidarietà siano i valori a servizio dell’uomo”. Per permettere la trasferta a tutti gli elementi dell’ensemble, era stata avviata nei mesi scorsi una raccolta fondi. E questa mattina il sogno dei giovani messicani di esibirsi davanti al Pontefice è divenuto realtà.

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Doni per il Pontefice

Raccontare storie di vita vissuta

Particolarmente significativa la presenza all’udienza di una delegazione giunta da Polizzi Generosa. Il piccolo paese siciliano fa parte, insieme ad altri quattro piccoli centri degli altri quattro continenti, del progetto Aldeas Scholas Films, la società di produzione cinematografica di Scholas Occurrentes avviata su input di Papa Francesco e del regista Martin Scorsese che proprio al centro delle Madonie è legato per le origini del nonno, emigrato negli Usa all’inizio del Novecento. L’idea è quella di raccontare storie di vita vissuta in questi piccoli centri, ha affermato Ezequiel Del Corral, coordinatore del progetto, “mettendo letteralmente la macchina fotografica o la cinepresa nelle mani di chi vi abita. Si tratta di un modo unico di recuperare l’identità, ritornare alle radici riscoprendo le tradizioni e i dialetti del singolo posto. E tutto ciò può essere molto simile alla situazione di tante piccole comunità sparse per il mondo che rischiano di finire nell’anonimato”. Le riprese nel piccolo centro della Sicilia partiranno a febbraio. Verrà realizzato un cortometraggio che farà poi parte del film in produzione insieme con gli altri villaggi prescelti. In uno di questi, quello in Indonesia, è stato filmato anche Papa Francesco durante il viaggio in Asia e Oceania del settembre scorso.

La leader del gruppo etnico Tupinambá, Maria Inês Marques da Cunha

La leader del gruppo etnico Tupinambá, Maria Inês Marques da Cunha

In Aula Paolo VI la leader degli indigeni Tupinambá

Proprio dal Paese asiatico è venuto il francescano Adri Sitepu, per presentare al Pontefice l’attività del gruppo giovanile Vinea Dei, che raccoglie fondi tramite i social media per costruire nuove chiese. E al Papa ha chiesto di benedire il progetto della prossima chiesa, la duecentesima, che verrà costruita in Indonesia grazie all’iniziativa. Ha affrontato un lungo viaggio per incontrare Francesco anche la leader del gruppo etnico Tupinambá, Maria Inês Marques da Cunha, attivista per le cause dei popoli indigeni dello Stato brasiliano di Bahia, dove ha fondato l’Etno Institute – Centro per l’educazione, la cultura e le azioni socio-ambientali. La donna è inoltre membro dell’Articolazione brasiliana per l’Economia di Francesco e Chiara (Abefc),  che persegue il “Patto” dei giovani con il Pontefice, firmato ad Assisi nel 2022.



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