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© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom
Quello di Fabiano Parisi non è stato sicuramente un buon avvio di stagione, non tanto sull’aspetto tecnico, quanto sotto il profilo del minutaggio. Quest’anno il terzino viola, arrivato due estati fa dall’Empoli per una cifra intorno ai 10 milioni di euro, sulle 11 gare stagionali è partito titolare solamente in 3 occasioni (l’andata contro il Puskas, la sfida casalinga contro il Venezia e l’ultima partita europea contro i gallesi del New Saints), subentrando 3 volte (la prima di campionato a Parma, il ritorno contro il Puskas e i 2′ contro l’Empoli) e restando in panchina nei 4 match contro Monza, Atalanta, Lazio e Milan.
NIENTE DI NUOVO – Certo è che la musica non è assai diversa rispetto allo scorso anno. Anche la passata stagione, pur non avendo mai avuto grossi problemi fisici, con Italiano il calciatore ha totalizzato 1.954 minuti, per una media di mezz’ora a partita, al punto che il suo “rivale” Biraghi, l’anno scorso, era il terzo giocatore viola per minutaggio, mentre il classe 2000 sedicesimo dietro a giocatori come Duncan, Kouame e Nzola. In poche parole Parisi ha sempre faticato a ritagliarsi il proprio spazio.
SIRENE GIALLOROSSE – Nonostante questi dati, però, il direttore sportivo Pradè in conferenza stampa era stato chiaro sul ragazzo: “Parisi? Non abbiamo mai pensato di cederlo, è in un percorso di crescita e con due giocatori come Gosens e Biraghi sarà sempre un calciatore importante”. Eppure, proprio l’acquisto di Robin Gosens, in occasione dell’ultimo giorno di mercato, sembrava un chiaro messaggio di bocciatura da parte di Palladino nei confronti dell’ex Empoli. Resta il fatto che in queste ultime ore si parla di una possibile offerta di prestito a gennaio della Roma proprio per Parisi. Una soluzione, quest’ultima, che potrebbe far felici tutti: la Roma che è alla ricerca di un vice Angelino, la Fiorentina che non avrebbe più in rosa un calciatore scontento per il poco spazio e lo stesso Parisi che non vede l’ora di dimostrare che le valutazioni fatte su di lui, da Palladino ora e da Italiano prima, non erano poi così esatte.
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