In Cina l’aumento record di rinnovabili frena le emissioni di CO2

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L’accelerazione sulle rinnovabili impressa da Pechino nel 2024 ha frenato le emissioni di CO2 in Cina. Lo rileva un’indagine del Centre of research on energy and clean air (Crea), secondo cui sebbene i livelli di gas serra siano aumentati di circa lo 0,8% su base annua, le emissioni sono state inferiori rispetto ai 12 mesi precedenti per tutti gli ultimi 10 mesi 2024. L’analista capo del Crea Lauri Myllyvirta, in un report pubblicato su Carbon Brief, evidenzia che anche se l’energia eolica e solare sono state inferiori ai livelli previsti nell’ultimo trimestre del 2024, comunque il trend di decarbonizzazione è proseguito e «la crescita della capacità di produzione di energia pulita accelererà nel 2025 grazie ai grandi progetti eolici, solari e nucleari». La crescita della domanda di energia elettrica industriale ha subito un rallentamento dall’estate e la domanda totale di energia ha registrato un rallentamento nel quarto trimestre dell’anno. «Si prevede che questi fattori determineranno un calo della produzione di energia a carbone in Cina nel 2025, un cambiamento che avrà ripercussioni a livello internazionale sui mercati energetici e sulle emissioni», spiega l’analista del Crea. Tuttavia, un altro periodo di crescita della domanda industriale, trainato dagli stimoli governativi, «potrebbe cambiare questo quadro, soprattutto se la crisi immobiliare dovesse invertirsi».

Nell’analisi targata Crea viene evidenziato che «le decisioni politiche prese nel 2025 influenzeranno fortemente la traiettoria delle emissioni della Cina nei prossimi anni». In particolare, sia i nuovi impegni nazionali nell’ambito dell’accordo di Parigi sia il prossimo piano quinquennale del paese sono in fase di preparazione nel 2025. La riapertura della Cina dopo l’emergenza Covid-19 è iniziata a marzo 2023, determinando una rapida crescita della domanda di energia su base annua, fino a febbraio 2024. Ciò ha comportato un aumento del 3,8% delle emissioni di CO2 nel primo trimestre del 2024 che si sono poi stabilizzate tra marzo e dicembre 2024, poiché la crescita dell’offerta di elettricità pulita ha coperto tutta la crescita della domanda di elettricità, mentre le emissioni derivanti dalla produzione di cemento e acciaio sono diminuite a causa della contrazione della domanda di materiali da costruzione. Dopo febbraio 2024, anche la crescita del consumo di petrolio si è stabilizzata. L’uso del carbone nell’industria chimica e l’uso di carbone e gas in altri settori industriali hanno continuato a crescere, compensando il calo delle emissioni dell’industria dei materiali da costruzione. 

Il dato più rilevante è proprio nel trend innescato nel 2024, perché dopo essere aumentate all’inizio del 2024, le emissioni di CO2 della Cina hanno iniziato a diminuire a marzo, scendendo dell’1% nel secondo trimestre dell’anno e stabilizzandosi nel terzo trimestre. Mentre le emissioni del settore energetico sono rimaste stabili nel quarto trimestre, le emissioni industriali al di fuori del settore energetico hanno registrato un aumento. Non vi è stata alcuna riduzione delle emissioni del settore energetico per compensare tale crescita, con un conseguente aumento stimato dello 0,6% delle emissioni complessive. Il fattore più importante è stato il rimbalzo della domanda di petrolio e gas al di fuori del settore energetico. I dati preliminari dell’Ufficio nazionale di statistica indicano che la domanda di gas e petrolio è aumentata rispettivamente del 10% e del 3% su base annua nel quarto trimestre del 2024 mentre l’offerta di prodotti petroliferi raffinati è diminuita dell’1,5%, quindi l’aumento della domanda di petrolio, si legge nel report, «è apparentemente dovuto interamente al consumo di petrolio greggio nell’industria chimica».

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Un anno fa, il Crea prevedeva che le emissioni della Cina avrebbero iniziato a diminuire a marzo 2024 e poi avrebbero continuato a scendere, portando a una riduzione del 2% nell’intero anno 2024. Un’analisi basata su tre presupposti: sempre maggiori investimenti in energia pulita; produzione di energia idroelettrica di nuovo sulla media storica; rallentamento della crescita dei consumi energetici dopo una crescita «anormalmente rapida nel 2020-2023», durante e dopo la pandemia. «Considerando ciascuna di queste ipotesi a turno, le aggiunte di energia pulita non solo sono continuate, ma hanno accelerato ulteriormente, con il 2024 pronto a vedere un nuovo record per la quantità di capacità solare ed eolica aggiunta – viene spiegato – Anche l’energia idroelettrica si è ripresa, anche se non fino alle medie storiche». Gli incrementi di energia pulita hanno raggiunto una scala tale da essere «sufficienti a coprire l’intera crescita della domanda di energia ai livelli storici pre-Covid». In particolare, la domanda di energia della Cina è cresciuta del 6,8% nel 2024, mentre il Pil è aumentato del 5%. 



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