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Una delegazione del Circolo La Scaletta, composta dal Presidente Franco Di Pede, dal vicepresidente Paolo Emilio Stasi, da Piergiuseppe Pontrandolfi già docente Unibas e dall’ex consigliere regionale Enzo Acito, è stata ascoltata nei giorni scorsi dalla IV Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale della Basilicata. Argomento dell’audizione lo sviluppo ed il rilancio del ruolo e delle funzioni dell’Università della Basilicata.
Nel corso dell’incontro la rappresentanza de La Scaletta, oltre a ringraziare il Presidente Morea ed i componenti delle Commissione per aver consentito la loro audizione, ha illustrato il documento in cui si elencano, per punti, alcune delle proposte elaborate dal Circolo per programmare il futuro dell’Unibas contenente anche delle possibili azioni per attuare il progetto di regionalizzazione dell’Ateneo.
In particolare, Di Pede, Stasi, Acito e Pontrandolfi hanno rilevato che occorre procedere ad una razionalizzazione del numero dei corsi di laurea attualmente attivi (circa 40) molti dei quali con un numero di studenti che non consentono la sostenibilità del loro mantenimento. L’obiettivo è di puntare su un’offerta didattica di qualità, congruente con le peculiarità del territorio, coinvolgendo i centri, le strutture di ricerca e i cluster produttivi (automotive, energia, bioeconomia, osservazione della Terra, digital humanities e sistema culturale e creativo) che vi sono già presenti ed attivando un circolo virtuoso in grado di rappresentare un elemento attrattivo per gli studenti. L’obiettivo è quello di formare figure professionali in grado di rappresentare una risorsa reale per il sistema delle imprese.
I rappresentanti de La Scaletta hanno poi auspicato che in futuro vi sia un maggiore confronto sulle politiche di crescita dell’Ateneo con quei soggetti che possono offrire contributi qualificati utili ribadendo che sarebbe opportuno che il dibattito sia supportato da report relativi agli indicatori sull’efficienza e sull’incidenza del ruolo dell’Università nella formazione dei giovani professionisti.Si è inoltre segnalato che la nuova riorganizzazione dell’Unibas ha previsto un Dipartimento a Matera che però non ha alcuna autonomia. Si sono evidenziati con chiarezza i motivi perché un dipartimento che divide con Potenza direzione e docenti non può svolgere compiutamente le sue funzioni a discapito della formazione.
Al termine dell’audizione, è stata lanciata la proposta di incrementare la connessione dell’Unibas con tutto il territorio regionale. L’idea è quella di allocare la sede della Facoltà di Agraria nel Metapontino riattivando quel percorso che in passato aveva portato alla creazione dell’Agrobios, un centro di sperimentazione e di ricerca in agricoltura supportato anche dal Cnr, la cui eredità è stata raccolta in parte e con grandi difficoltà gestionali dall’Alsia. La Facoltà di Agraria, nel luogo in cui si può sperimentare e ricercare direttamente sul campo rappresenterebbe un valore aggiunto fondamentale non solo per l’Unibas ma per tutto il territorio regionale.
Allo stesso modo, ed è la seconda proposta de La Scaletta, si dovrebbe istituire a Matera un corso di Laurea magistrale in “Restauro, risanamento e valorizzazione del patrimonio rupestre” per rendere specifico ed unico il corso di laurea in Architettura che è uno di quelli che presenta maggiori difficoltà in termini di iscritti. Si tratterebbe di una disciplina in grado di attrarre studenti da tutti i Paesi del Bacino del Mediterraneo che hanno la necessità di recuperare l’immenso patrimonio architettonico, storico, artistico e naturale che accomuna il Sud Europa, Nord Africa e Medio Oriente.
“Il Circolo La Scaletta – spiega il Presidente Di Pede – ha manifestato la volontà di partecipare ai tavoli programmatici per la pianificazione dello sviluppo dell’Ateneo. Riteniamo che la Regione, che finanzia generosamente l’Unibas, dovrebbe dotarsi di un sistema di monitoraggio sulla effettiva utilità dei corsi di laurea per il territorio regionale e la loro attrattività, nonché sulla qualità della didattica, sull’impatto sociale dell’Ateneo nonché sulla ricaduta delle attività di ricerca, anche strutturando indici ulteriori rispetto all’ANVUR (agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca). Gli accordi di programma triennali sono ritenuti la sede più idonea per prendere atto delle risultanze del monitoraggio. Inoltre è necessario a nostro parere – conclude Di Pede – spingere per la formalizzazione di intese con le altre università del mezzogiorno, per istituire a Matera un corso di laurea che non banalizzi il titolo di Capitale mediterranea 2026 della cultura e del dialogo”.
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