Libero Report in Libera Rai

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


Editoriale

di Dino Giarrusso





Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Il bello di un’informazione plurale è appunto la possibilità di scegliere, di premiare un programma che si apprezza o di punirlo abbandonandolo. La politica italiana tutta ha contestato negli anni a Report metodi e scelte, e lo ha fatto legittimamente, proprio come è giusto in un dibattito libero e plurale. Finora però né per il programma né per i suoi autori sono arrivate condanne per diffamazione. Dunque chi non apprezza Report può da cittadino cambiare canale, da politico criticarlo aspramente – nel merito, come dovrebbe sempre farsi – da giornalista spiegare cosa non va. Purtroppo invece in Italia il dibattito è talmente intossicato da creare aberrazioni continue: politici (lo hanno fatto in tantissimi, da Renzi in giù) che attaccano a testa bassa, critici alla Aldo Grasso che manganellano per partito preso colleghi che fanno inchieste anziché stare seduti in poltrona, e via deliziando.
Di questi giorni è la notizia d’una circolare ribattezzata “Circolare Report”: si tratta dell’istituzione di “responsabili editoriali” che potranno verificare il contenuto dei programmi di approfondimento. In moltissimi, compresi alcuni quadri sindacali RAI, parlano già del rischio censura preventiva connesso alla creazione di questa figura, vedendo in Report la prima probabile “vittima”. Oggi Ranucci è vicedirettore, dunque si rapporta col suo diretto superiore, il direttore approfondimento Paolo Corsini. Dove si piazzerebbe, gerarchicamente, il nuovo “responsabile editoriale”? Sarebbe una sorta di Vicedirettore plus? O un Direttore in minore? E soprattutto, in tempi di grandi difficoltà per l’approfondimento giornalistico, schiacciato dalla diffusione dei social che rendono restia a contenuti medio-lunghi un’abbondante fetta di pubblico (e di popolazione!) siamo sicuri che questa ennesima polemica sia necessaria o anche solo utile? Anche i Direttori responsabili day e prime, Angelo Mellone e Marcello Ciannamea, verranno costretti ad attendere il parere di questa nuova figura?
Noi vogliamo credere che non sia così, che la politica sia più forte del desiderio – che qualcuno indubbiamente ha – di mettere in sordina chi nelle cose della politica mette il naso, che l’organigramma RAI ad oggi esistente abbia già direttori di comprovate qualità professionali e umane, che sanno e sapranno gestire i contenuti di cui sono responsabili. Sarebbe un capitolo non bello, l’ennesimo all’interno di una lotta politica eterna che vede la RAI al centro di infinite dispute fra i partiti di ieri e di oggi, nessuno escluso. “È la prima azienda culturale del paese”, si ricorda spesso, ma perché non si riesce a gestirla senza creare polveroni e fratture?
Lasciate a Ranucci e tutti gli altri la libertà di informare e di sbagliare, e ai cittadini la libertà di scegliere, seguire, cambiare canale o spegnere. Ché quando è qualcun altro a spegnere la TV che stai guardando, ti lascia sempre un certo amaro in bocca.


Torna alle notizie in home





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link