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La data fissata è il prossimo 15 di ottobre. Via allo sgombero del campo rom abusivo dell’Albuccione di Guidonia e all’allontanamento degli occupanti delle case di Pichini. Durante l’ultima seduta del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, svoltasi la mattina di giovedì 10 ottobre presso la prefettura di Roma, è stato dato il via al superamento della baraccopoli e delle abitazioni occupate da dieci famiglie. Lasciato l’insediamento della via Tiburtina hanno infatti occupato delle case in via Giotto (nella frazione di Pichin) in alcuni edifici sequestrati alla criminalità organizzata e non ancora assegnati dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Il tutto, come spiegano dal comune della provincia nord est della Capitale, “nonostante il contributo riconosciuto (500 euro a persona ndr), secondo normativa, dall’Amministrazione per agevolarli nella ricerca di una nuova abitazione”.
Superamento del campo rom dell’Albuccione
Lo sgombero del campo rom è una delle prime battaglie portate avanti dal sindaco di Guidonia Montecelio che ha dichiarato: “Comincia lo sgombero del campo rom dell’Albuccione, come promesso e come preventivato – commenta il sindaco Mauro Lombardo, presente alla seduta del Comitato insieme al comandante della polizia locale di Guidonia Montecelio, Paolo Rossi -. Ma prima si provvederà allo sgombero, in tempi strettissimi, delle dieci famiglie, i cui nominativi sono già stati trasmessi alle forze dell’ordine, che hanno occupato le abitazioni di Pichini. Non si può tollerare questo comportamento vergognoso e fraudolento da parte di queste famiglie che, nonostante il contributo abitativo, hanno ricorso all’occupazione illegale, mettendo anche in cattiva luce coloro che stanno effettivamente cercando nuove soluzioni legali. Il superamento del campo rom dell’Albuccione era un impegno importante che questa Amministrazione aveva preso e ora, finalmente, a distanza di anni, si sta per realizzare”.
La diffida dell’Associazione 21 luglio
Fra i campi nomadi più grandi della provincia di Roma, contro il superamento della baraccopoli della Città dell’Aria, l’Associazione 21 luglio ha inviato una lettera di diffida all’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio:. “L’insediamento, presente da circa 15 anni in località Albuccione, contava fino alla scorsa estate circa 220 persone, di cui molti bambini iscritti alle scuole dell’obbligo. In seguito a un incendio, che lo scorso 12 agosto aveva distrutto una decina di abitazioni in cui vivevano circa cinquanta persone, il sindaco Mauro Lombardo aveva firmato un’ordinanza sindacale nella quale si disponeva l’allontanamento di veicoli e persone dall’area interessata e adeguata recinzione» della stessa attraverso la collocazione di strutture di cemento'”.
L’incendio e l’ordinanza del sindaco
A vietare l’ingresso e lo stazionamento della favelas della provincia nord est della Capitale è stata una ordinanza firmata dal sindaco Mauro Lombardo lo scorso 12 agosto, quando scoppiò un vasto incendio proprio da un camper che si trovava in via dell’Albuccione. Da qui l’atto del primo cittadino con il quale è stato vietato sia il passaggio che lo stazionamento nel campo nomadi. Un passo propedeutico allo sgombero, preceduto da una delibera di giunta approvata nel dicembre dello scorso anno che ha dato il via all’iter per liberare la baraccopoli, attraverso i cosiddetti “Patti di corresponsabilità individuale”. Firmato l’atto nell’area compresa fra la via Nazionale Tiburtina e via dell’Albuccione sono poi arrivate le ruspe, che nel corso delle settimane hanno poi demolito le prime 15 baracche della favelas del nord est romano.
Patti di corresponsabilità individuale
Ma cosa sono i patti di corresponsabilità individuale. Lo spiegava lo stesso sindaco Lombardo in occasione dell’approvazione della delibera di giunta dello scorso fine anno: “Abbiamo studiato il modello di varie amministrazioni, in particolare quello della Città di Pisa, che hanno prodotto il risultato dell’integrale smantellamento di insediamenti abusivi simili a quello dell’Albuccione per numeri e topografia. Ci vorrà del tempo ma le politiche sociali del Comune hanno chiare le direttive, le tempistiche, le modalità e gli strumenti allo sgombero dell’area”.
L’ordinanza dopo l’incendio
Sgombero del campo rom che ha poi subito un’accelerata lo scorso mese di agosto subito dopo il vasto incendio che si sviluppò dalla baraccopoli, in seguito al quale il sindaco della Città dell’Aria ha firmato l’ordinanza che ne vieta il passaggio e lo stazionamento. Il prossimo 15 ottobre le dead line fissata in prefettura, con il superamento definitivo della favelas della provincia di Roma.
Toni impropri e minacciosi
Superamento del campo nomadi di Albuccione a cui è contraria come detto l’Associazione 21 luglio che in una nota stampa spiega le motivazioni che l’hanno portata a inviare una lettera di diffida all’amministrazione di Guidonia Montecelio. “Inizialmente alle sole persone vittime dell’incendio, una cinquantina, le autorità locali avevano sottoposto un “Patto di corresponsabilità” per «l’abbandono volontario del campo abusivo» a fronte di un contributo una tantum di 500 euro a persona – si legge in una nota stampa -. Alcune famiglie si sono quindi allontanate volontariamente dall’insediamento. In un secondo momento anche a tutte le altre famiglie rimaste (25 comprensive di 170 persone) è stata formulata la medesima proposta che però è stata rifiutata. Attraverso incontri individuali, alle famiglie rimaste è stato intimato di lasciare l’insediamento entro il 15 ottobre 2024, con toni che secondo le testimonianze raccolte dagli operatori dell’Associazione 21 luglio, sono apparsi impropri e minacciosi. La richiesta pressante, tra l’altro, è stata rivolta solo alle famiglie rom e non alle altre, non rom, presenti nel medesimo insediamento”.
Al fianco della comunità rom di Albuccione
“Come Associazione 21 luglio ci poniamo a fianco della comunità rom di Albuccione – dichiara il presidente dell’associazione, Carlo Stasolla – Malgrado gli intenti, le azioni promosse dal Comune di Guidonia non hanno nulla a che fare con un reale superamento di un insediamento monoetnico, andandosi piuttosto a configurare come un tentativo maldestro e lesivo della dignità umana di allontanare famiglie che da più di un decennio sono state in realtà tollerate nell’area di Albuccione nell’indifferenza generale”. Nella missiva l’Associazione 21 luglio ricorda alle autorità di Guidonia-Montecelio che negli scorsi mesi il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa ha condannato l’Italia per la prassi degli sgomberi forzati.
Violazione dei diritti umani
L’organizzazione fa inoltre presente che “il Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite ha specificato che gli sgomberi possono essere effettuati esclusivamente come ultima risorsa, dopo aver esaurito tutte le possibili alternative e solamente quando vengano predisposte le apposite garanzie procedurali, tra le quali la predisposizione di soluzioni alternative adeguate per coloro che non sono in grado di provvedere a loro stessi e il divieto di rendere senza tetto le persone interessate dallo sgombero o di renderle vulnerabili a ulteriori violazioni dei diritti umani”.
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