Aeroporto Marconi, gli enti camerali di Bologna e Modena rilevano il 9,99% da F2i sgr e lo scalo bolognese torna in mani pubbliche

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di Sergio Governale

Gli enti camerali bolognese e modenese hanno acquisito il 9,99% di Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna spa, società quotata a Piazza Affari che gestisce lo scalo emiliano di Borgo Panigale, da F2i sgr, che la deteneva dalla fine del 2017 attraverso il Terzo Fondo F2i (si veda qui la scheda). Lo scrive l’edizione bolognese del Corriere della Sera, precisando che il controllo dell’azienda torna “a sorpresa” sotto il controllo dei soci pubblici, che ora possiedono nel complesso il 58% del capitale.

In Borsa il titolo ieri ha chiuso con un progresso dell’1,05% a 7,72 euro, dopo aver guadagnato lo 0,79% a 7,64 euro venerdì scorso.

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Ricordiamo che fino all’ipo, avvenuta nel luglio 2015, la Camera di commercio di Bologna da sola aveva il 50,55% dello scalo (si veda qui la scheda di allora), mentre prima dell’operazione, il cui valore non è stato reso noto, aveva il 39,57%. L’ente di piazza della Mercanzia avrebbe adesso acquistato poco meno del 4%, mentre la Camera di commercio di Modena (finora socia con lo 0,3%) il restante 6%, confermando così che lo scalo bolognese, il più importante dell’Emilia Romagna, è l’aeroporto di riferimento anche per la città emiliana nota per l’aceto balsamico. Non solo: a breve l’alleanza tra le due città dovrebbe proseguire anche in Bologna Fiere, nel cui capitale dovrebbe entrare l’ente modenese.

Il nuovo patto di sindacato degli azionisti pubblici dello scalo aeroportuale di Bologna eviterà quindi qualsiasi scalata ostile, di cui si era parlato quando era emersa la volontà di F2i sgr di cedere la propria partecipazione. Un pacchetto di minoranza consistente, pari al 29,38% del capitale, è di proprietà di Mundys, l’ex Atlantia controllata dalla famiglia Benetton tramite Edizione spa, rilevato da BI-Invest e Amber Capital nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez), quando F2i sgr possedeva il 6,883% della società dello scalo bolognese. Altri soci non meglio precisati, ma presumibilmente privati, hanno il 12,05%.

Il Comune di Bologna possiede il 3,88% del capitale (si veda qui l’azionariato), la Città metropolitana il 2,31%, la Regione Emilia Romagna il 2,04% e gli enti camerali di Ferrara, Reggio Emilia e Parma rispettivamente lo 0,22%, lo 0,15% e lo 0,11%.

L’aeroporto di Bologna, fondato nel 1931, sta registrando una crescita costante e a novembre 2024 ha superato per la prima volta i 10 milioni di passeggeri, in aumento del 7,8% rispetto all’anno precedente, quando il record di traffico si era fermato a 9.960.205 passeggeri (si veda qui il comunicato stampa di allora). L’anno scorso in totale sono transitati 10.764.687 passeggeri (più 8,1%).

Dal primo volo commerciale del 4 settembre 1933, l’incremento è stato sempre più rapido: nel 1988 i passeggeri annui hanno raggiunto per la prima volta il milione, due milioni nel 1995, tre nel 1999, quattro nel 2006, cinque nel 2010, sei nel 2013, sette nel 2016, otto nel 2017 e nove nel 2019. Complessivamente, finora sono transitati dal Marconi oltre 150 milioni di passeggeri.

Per far fronte al ritmo di espansione la società ha previsto 216 milioni di euro di investimenti nel periodo 2023-2027, di cui circa 30 milioni già spesi nel primo anno (si veda qui il comunicato stampa). Il piano industriale include lavori di sviluppo infrastrutturale, interventi per la sostenibilità e di innovazione tecnologica per migliorare l’esperienza dei viaggiatori.

L’aeroporto di Bologna, presieduto da Enrico Postacchini e guidato da Nazareno Ventola, ha generato nei primi nove mesi del 2024 un fatturato complessivo di quasi 118,7 milioni di euro, in crescita dell’13,4% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, un ebitda di 42,17 milioni e una liquidità netta di 228mila euro (si veda qui il resoconto).

Ricordiamo che F2i sgr, gestore di fondi infrastrutturali guidato da Renato Ravanelli che gestisce asset per oltre 8 miliardi di euro, possiede diverse partecipazioni in ambito aeroportuale, alcune delle quali di controllo. Detiene infatti il 36,39% di SEA-Società Esercizi Aeroportuali spa (gruppo che gestisce gli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate) tramite 2i Aeroporti spa e l’8,62% attraverso il Secondo Fondo F2i (si veda qui l’azionariato). A sua volta 2i Aeroporti fa capo per il 51% a F2i sgr attraverso il Terzo Fondo F2i (si veda qui il portafoglio) e per il restante 49% al fondo spagnolo Asterion Industrial Partners, quota rilevata la scorsa estate dal private equity francese Ardian e da Crédit Agricole Assurances (si veda altro articolo di BeBeez), che l’avevano acquisita nel 2015 tramite Cavour Aero sa, joint venture lussemburghese controllata con il 60% del capitale dal private equity francese e partecipata con il restante 40% dalla compagnia assicurativa transalpina attraverso il suo ramo vita Predica (si veda altro articolo di BeBeez).

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2i Aeroporti detiene anche il 100% del capitale di SAGAT (aeroporto di Torino), il 55% di Aeroporto Friuli Venezia Giulia (scalo di Trieste – si veda altro articolo di BeBeez), il 71,25% di SOGEAAL (aeroporto di Alghero), il 79,8% di GEASAR (aeroporto di Olbia Costa Smeralda) tramite F2i Ligantia (si veda altro articolo di BeBeez). Dalla fine del 2019 la compagine azionaria di Gesac, la società unica che gestisce i due aeroporti campani di Napoli-Capodichino e di Salerno-Pontecagnano, è composta da 2i Aeroporti (83,125% del capitale), Città Metropolitana di Napoli (11,875%) e Consorzio Aeroporto Salerno Pontecagnano scarl (5%).

F2i sgr e le società in portafoglio
sono monitorati da BeBeez Private Data,
il database del private capital di BeBeez, supportato dal fondo FSI

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