In mostra a Casa Morra le opere di Lelle Levi Sacerdoti e Guido Sacerdoti, per la Collezione Maestri di Strada

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L’arte come “esperienza”, per citare un caposaldo del pedagogista e filosofo statunitense John Dewey (1859-1952), attento a un nuovo paradigma di educazione basato su esperienze sociali che potenzino tutte le opportunità di sviluppo interiore progressivo dell’individuo con le sue istanze sensoriali, emotive, estetiche e ambientali. Ma l’arte intesa, anche, come terapia: capace di lenire ferite e fratture simboliche e reali, visibili e invisibili. Rendendole feritoie attraverso le quali far passare la luce, utile a tirar fuori dal buio potenzialità nascoste o inaspettate. E l’arte, soprattutto, come (generosa) condivisione. Senza confini.

Sembra partire da queste premesse una bella iniziativa di mecenatismo e solidarietà sociale tesa a una trasformazione educ/attiva per una educazione trasformativa: stiamo parlando della nascente «Collezione Maestri di strada», un pregiato corpus di ventisei quadri di Adele (Lelle) Levi Sacerdoti, fine letterata, pittrice e pianista sorella minore dello scrittore e artista antifascista Carlo Levi , e di suo figlio Guido Sacerdoti, poliedrico medico-artista e intellettuale. Il quale, da napoletano di una illustre famiglia ebraica, nipote dell’autore di Cristo si è fermato ad Eboli e presidente dell’omonima Fondazione intitolata al celebre zio, ha deciso di donare queste opere pittoriche ai Maestri di Strada: realtà che da oltre vent’anni si occupa di dispersione scolastica, povertà educativa e disagio giovanile in comunità di aree fragili della periferia orientale di Napoli (Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio) attraverso “scuole popolari della seconda opportunità”.  

Una esperienza “sul campo” delle periferie delle possibilità, quella dei Maestri di strada, che dal 1998, quando nacque inizialmente come Progetto Chance, continua ancora oggi con encomiabile tenacia con l’impegno di «un gruppo di insegnanti di media cultura ed umanità per conoscere le periferie della città e le periferie dell’animo degli adolescenti, cercando di stabilire con loro un dialogo educativo e di vita», come la descriveva una delle sue fondatrici, Carla Melazzini (1944-2009), nel suo bel libro Insegnare al principe di Danimarca, pubblicato postumo da Sellerio nel 2011 e ristampato nel 2023 in una nuova edizione a cura del marito, Cesare Moreno. E all’indomani della Giornata della Memoria della Shoah, assume allora un significato particolare la scelta di rendere pubblica e visibile una encomiabile iniziativa aperta al futuro, all’inclusione sociale e al sostegno di educatori “eroi” involontari, ma non inconsapevoli, messi quotidianamente a dura prova non tanto dalla marginalità sociale di cui si prendono cura, quanto dagli ostacoli (burocratici, economici, politici) disseminati sempre più restrittivamente sul cammino di associazioni, enti e realtà del cosiddetto Terzo Settore: terreno di tante buone pratiche, ma anche campo minato di altrettante situazioni di ardua sostenibilità.

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Nasce in questo contesto la Collezione Maestri di Strada, donazione di ventisei quadri − ventidue a firma di Guido Sacerdoti e quattro opere di sua madre Adele (Lelle) Levi Sacerdoti −, che sarà ora visibile al pubblico grazie alla sensibilità della Fondazione Morra, che ha messo a disposizione la sua sede di Casa Morra (Salita San Raffaele 20/c, Napoli) per una esposizione aperta da martedì 28 gennaio (vernissage alle ore 17.30) fino al 6 febbraio (ingresso libero, orari di apertura: martedì–venerdì, ore 10:00–18:30; sabato ore 10:00-14:00). In mostra, opere come Sogno, I carrubi di Alassio, Arianna e il divano, Pino bruciato, Gli alberi, Verso la Solva, Ritratto di Luisa Levi, ovvero paesaggi, scenari e vedute di Alassio (luogo di villeggiatura della famiglia) e di Villa Levi, materiche nature morte e intensi ritratti disseminati di simboli e oggetti concreti, restituiti allo sguardo da potenti cromatismi e dense, decise pennellate, in un ludico intreccio di natura e cultura, materia e archetipi.

All’inaugurazione interverranno Carlo Sacerdoti, medico, figlio di Guido e nipote di Lelle; Giuseppe Morra, Direttore della Fondazione Morra; Cira Maddaloni, Responsabile del laboratorio di arti visive dei Maestri di Strada e Cesare Moreno, Presidente di Maestri di Strada ONLUS, che così commenta l’iniziativa: «Guido Sacerdoti e Lelle Levi Sacerdoti per decine di anni hanno coltivato il proprio talento artistico “senza frontiere” non per il mercato ma per arricchire la propria e altrui esperienza umana. Oggi il loro erede Carlo Sacerdoti ha deciso di donare queste opere ad organizzazioni impegnate nel sociale e Maestri di strada, che si occupa da oltre vent’anni di fragilità sociali e povertà educativa, ha deciso di inserire tali quadri nel proprio patrimonio, in modo da facilitare la trasformazione della associazione in un Ente del terzo settore dotato di personalità giuridica. In sostanza − aggiunge Moreno − queste opere insieme a quelle donate da altri artisti costituiscono il primo nucleo di un patrimonio posto a garanzia delle attività dei Maestri di Strada e al tempo stesso una collezione ampliabile e visitabile, che testimonia l’importanza dell’arte per il lavoro educativo e per la rigenerazione culturale delle periferie».

Gli fa eco Isabella Morra, presidente della Fondazione Morra: «La Fondazione collabora con Maestri di Strada per un progetto di rigenerazione urbana e sociale, con attenzione alle periferie di Napoli, spesso sottoposte a divari ed esclusione di risorse adeguate.

In questo contesto, entrambe le mostre realtà riconoscono e condividono una missione unica: quella di favorire il cambiamento, promuovere l’inclusione sociale e dare speranza in chi, nelle zone più precarie della città, rischia di rimanere invisibile e lontano dalle dovute opportunità». Questo incontro segna dunque, per Isabella Morra, «un cammino condiviso verso un obiettivo comune: quello di creare una società più equa, inclusiva ed attenta alle esigenze di contesti delocalizzati, che sappia offrire strumenti di riscatto e speranza alle nuove generazioni. L’approccio di riferimento – conclude Morra − è quello di offrire una nuova visione di comunità tramite iniziative, nelle quali la cultura, l’arte e l’impegno sociale siano la base operativa».

Nel gesto (controcorrente) della donazione, ma anche nelle parole di Carlo Sacerdoti, traspaiono la visione senza barriere, l’animo empatico e la sensibilità partecipe all’umanità con cui i due pittori hanno inteso il lavoro artistico durante la loro esistenza, che trova ora piena accoglienza nello spirito di Fondazione Morra e Maestri di Strada onlus: «Guido Sacerdoti e sua madre Lelle Levi Sacerdoti, intellettuali poliedrici e pittori, ispirandosi allo stile del loro maestro Carlo Levi (fratello maggiore di Lelle), hanno inteso la pittura come espressione libera, concreta e profonda, e come comunicazione tra luoghi e culture, con un linguaggio materico, riconoscibile e originale. Ed è con questo spirito di condivisione e apertura che voglio rendere omaggio alla loro arte, scegliendo di donare ai Maestri di strada, accogliendo il suggerimento della Sezione ANPI collinare “Aedo Violante”, tutti i quadri esposti in questa mostra, con l’obiettivo di una successiva vendita per iniziative benefiche», afferma Carlo Sacerdoti. Intanto, si amplia l’offerta delle attività di “arteducazione” in calendario negli spazi del Centro Polifunzionale “Ciro Colonna” dei Maestri di Strada Onlus, nel quartiere napoletano di Ponticelli e in collaborazione con l’Associazione EST APS, acronimo che sta per  «Educazione Sogno e Territorio», e che si occupa dell’organizzazione e cura del Laboratorio delle Arti Visive, un luogo di interscambio culturale permanente, capace di favorire le relazioni interpersonali e lo sviluppo individuale attraverso l’Arte. Una proposta, spiega una nota, «per i giovani del territorio che possono sperimentare diverse tecniche artistiche, imparare a riflettere, pensare, cooperare e “mettersi in mostra”. Attraverso le metodologie dell’arteducazione, è possibile attivare, insieme a studenti, genitori, docenti, personale scolastico e diversi attori della comunità educante, un processo di riscatto umano e sociale generando bellezza».

In cantiere, Laboratori di espressione artistica per bambini, adolescenti, giovani e genitori, in ambito scolastico ed extra-scolastico (come strumento di sostegno alla didattica; per la costituzione di spazi di benessere; per la scoperta dell’identità individuale e il rafforzamento di quella collettiva; per la promozione del senso di comunità); laboratori di formazione per chi mira all’utilizzo della pratica arteducativa nel proprio ambito professionale o come strumento di cittadinanza attiva; e ancora, laboratori di serigrafia artigianale per l’apprendimento dei fondamenti di questa tecnica artistica di stampa, con la produzione in serie di manufatti originali da esporre in eventi di comunità, mostre e fiere.

Non solo. A conferma che anche il bene, come il male, può essere contagioso, il 2025 una nuova collaborazione potenzierà òìpfferta arteducat(t)iva dei Maestri di Strada: quella con la Fondazione Iris Ceramica Group di Fiorano Modenese (Modena), che nellì’ambito del progetto “Quarto Fuoco”  donerà in comodato d’uso gratuito un forno per la ceramica e tutta l’attrezzatura necessaria, per introdurre anche un nuovo laboratorio di apposita lavorazione e manipolazione dell’argilla. Obiettivo? «Coltivare e sperimentare uno strumento in più per continuare a sostenere e valorizzare l’autonomia dei giovani che si trovano ad affrontare situazioni di disagio, conflittualità o disabilità, offrendo loro un’opportunità concreta di espressione creativa e crescita personale», è la replica dei Maestri di Strada. Semplicemente eroi: come in un altro bel libro di Vichi De Marchi pubblicato da Einaudi Ragazzi (premio Il mondo salvato dai ragazzini curato dall’Associazione culturale  Kolibrì) che racconta la loro esperienza.

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