Red Sox, il tassista pro-Pos di Bologna: «Cacciato dalla coop, i colleghi mi deridono: ora guadagno meno ma rifarei tutto»

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di
Federica Nannetti

Il conducente che si batte per la trasparenza sulle auto espulso da Cotabo: «Dicono che mi hanno battuto. La mia auto imbrattata con simboli fascisti sistemata con le donazioni: una parte devoluta alla Casa delle donne»

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È successo un po’ di tutto nel 2024 di Roberto Mantovani, taxista conosciuto anche come Red Sox e nel tempo diventato amato e al contempo odiato per la sua battaglia alla trasparenza del settore: la cacciata da Cotabo e la conseguente riorganizzazione del lavoro con non poche ripercussioni economiche, l’imbrattamento della sua auto con simboli razzisti e misogini, poi trasformato in una raccolta fondi per la Casa delle donne per non subire violenza, la pubblicazione di un libro che molti colleghi «vorrebbero cadesse nel dimenticatoio». Eppure lui non ha mai rinunciato e mai rinuncerà ai suoi valori; rifarebbe tutto per filo e per segno. E a metà gennaio presenterà ufficialmente la nuova grafica del taxi, rimesso a nuovo dopo gli atti vandalici, dedicata al centro antiviolenza e al contrasto alla violenza contro le donne.

Roberto Mantovani, come è andata la raccolta fondi?
«Benissimo. Entro il 30 dicembre consegnerò l’assegno alla Casa delle donne. La nuova grafica del taxi, che verrà presentata a metà gennaio, è già tutta pagata e grazie alle donazioni sono avanzati oltre 20 mila euro netti per la Casa. Un evento spiacevole lo si è riusciti a trasformare in un bel gesto: tantissime persone, molte da fuori Bologna o regione, hanno donato, sentendo la Casa delle donne come un patrimonio di Bologna ma anche dell’intero Paese. Forse anche nella speranza di avere centri simili ovunque».




















































Come sarà la nuova grafica?
«Il messaggio sarà immutato, dunque dedicato alla Casa delle donne e al contrasto alla violenza di genere e ai femminicidi. Ma sarà molto diversa e rinnovata; ha anche visto la partecipazione di un artista, Mauro Biani, che ha donato, gratuitamente, alcuni suoi disegni».

Il 2024 è stato anche l’anno della cacciata da Cotabo.
«Sono rimasto scottato, deluso da molte persone, colleghi, sindacalisti. Quando mi ridono in faccia, ai posteggi, dicendomi di avermi battuto… rimango deluso dalla prepotenza e dalla sfacciataggine».

Ci sono state ripercussioni negative?
«Soprattutto economiche, perché le cifre incassate prima adesso sono impossibili. Ora ho la prova materiale, tecnica, di un guadagno nettamente inferiore, come prima l’avevo di altre cifre. Senza chiamate, vado direttamente in aeroporto, in stazione e in piazza Maggiore, con molti chilometri a vuoto e una perdita di almeno il 40%. In ogni caso sono orgoglioso di quello che sono e di quello che ho fatto. Rifarei tutto: guadagno meno ma sono più contento; e non avrei mai potuto fare finta di nulla».

Molti colleghi l’hanno attaccata per le sue battaglie sul pos e sulla trasparenza, ma quest’anno sono stati sul piede di guerra anche per l’introduzione di nuove licenze da parte del Comune. Cosa ne pensa?
«Hanno continuato a raccontare la “balla” del numero di taxisti sufficiente, quando tutti hanno sempre saputo della necessità di licenze in più. Un atteggiamento egoistico, un mentire alla cittadinanza, che ha diritto a un servizio pubblico. L’ultimo sciopero dei taxisti di Bologna è stato fallimentare».

Quest’anno ha anche pubblicato un libro, edito da Garzanti.
«Una grande soddisfazione, soprattutto per quanto sono riuscito a tirare fuori. Abbiamo però notato come tutti i taxisti d’Italia siano stati zitti sul libro, come se tutte le cooperative avessero emanato un ordine a non parlarne. Mai nessuno, da maggio a ora, ha nominato o citato il libro, che evidentemente si ha la necessità di far dimenticare. Forse c’è paura delle tante verità contenute all’interno, a partire dagli incassi: verità che non possono negare o confutare, perché ci sono le prove. Di conseguenza tutto deve essere dimenticato».

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26 dicembre 2024 ( modifica il 26 dicembre 2024 | 18:03)

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