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Il Consiglio federale ha adottato un rapporto che rigetta l’idea di finanziare l’avs con nuove tasse sulle transazioni finanziarie: “Il potenziale di entrate supplementari sarebbe limitato”
Tasse sulle transazioni finanziarie non si prestano a un finanziamento stabile dell’AVS. È quanto ritiene il Consiglio federale in risposta a un postulato del consigliere agli Stati Beat Rieder (Centro/VS), che chiedeva di elaborare un rapporto in tal senso. Secondo tale rapporto queste tasse sarebbero meno efficaci rispetto ad altre imposte e il loro potenziale in termini di entrate supplementari sarebbe limitato.
Le tasse sulle transizioni finanziarie possono essere riscosse su operazioni su titoli, transazioni di credito e di deposito nelle operazioni sulle differenze di interesse delle banche e sulle transazioni in valuta, ricorda il Consiglio federale in una nota. Attualmente la Svizzera contempla già due tasse in questo contesto: la tassa di emissione, che ammonta in media a 250 milioni di franchi all’anno, e la tassa di negoziazione, che ammonta a 1,3 miliardi di franchi. “In rapporto al prodotto interno lordo, mediante queste tasse la Svizzera genera un gettito superiore a quello di Francia, Italia e Spagna, che hanno introdotto tasse simili dal 2012”, specifica il Consiglio federale.
Diversamente dalle imposte generali sul reddito, il consumo o la sostanza, le tasse sulle transizioni finanziarie non tengono conto della capacità economica dei contribuenti. Pertanto non ottengono buoni risultati in termini di equità fiscale. Inoltre, rispetto ad altre imposte sui redditi patrimoniali o sulla sostanza, causano distorsioni supplementari e possono anche pregiudicare l’attrattiva della piazza economica.
Adempiendo al mandato formulato nel postulato, il rapporto illustra anche come la Confederazione potrebbe generare maggiori entrate mediante tasse sulle transazioni finanziarie senza compromettere troppo la competitività della piazza finanziaria svizzera. Tra le varie opzioni vi sono la tassa di emissione (con un aumento dell’aliquota d’imposta, la riduzione della franchigia o la reintroduzione della tassa di emissione su prestiti), quella di negoziazione (aumentando l’aliquota d’imposta sui titoli svizzeri al livello di quella sui titoli esteri), l’introduzione di un’imposta sulle nuove ipoteche (transazioni bancarie) o, infine, un’imposta sulle transazioni in valuta.
Preso atto dell’analisi, il Consiglio federale raccomanda di non utilizzare né le tasse di emissione e di negoziazione per il finanziamento dell’Avs, così come di non riscuotere nuove tasse sulle transazioni finanziarie. A suo avviso, il potenziale in termini di entrate supplementari è limitato e non garantisce un finanziamento stabile a medio e lungo termine. Inoltre, ai possibili ricavi supplementari si contrapporrebbero svantaggi competitivi talvolta significativi o rincari nel mercato ipotecario.
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