Treviso, l’imprenditore Gary Petrin trovato morto in casa: «Caso di malaria»

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di
Elena Dal Forno

L’uomo, 64 anni, era stato di recente in Zambia per un viaggio: a dare l’allarme la sorella anche lei ricoverata. In Veneto 3 morti in pochi mesi

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L’imprenditore Gary Petrin è stato trovato morto giovedì mattina nella sua villa in provincia di Treviso, a ucciderlo è stata la malaria. Quello che all’inizio era un caso di sospetto contagio, è stato confermato dall’Usl trevigiana.

L’allarme della sorella

L’uomo, 64 anni, abitava a Colfosco di Susegana: nato in Zambia, residente in Svizzera, a scoprirne il corpo ormai privo di vita sono stati i vigili del fuoco e i carabinieri. A dare l’allarme sarebbe stata la sorella che mercoledì si è sentita male tanto da essere ricoverata in ospedale a Conegliano. Dopo una serie di accertamenti alla donna è stata diagnosticata la malaria: la sessantenne ha avvisato i medici di essere rientrata dall’Africa assieme al fratello cinque giorni prima e ha chiesto che qualcuno provasse a mettersi in contatto con lui dato che viveva da solo nella casa di Susegana. Entrati nell’abitazione, pompieri e militari l’hanno trovato ormai morto.





















































Le conferme

Petrin e la donna vivevano da tempo in Africa e tornavano in provincia di Treviso solo due o tre volte l’anno per salutare amici e familiari. Petrin aveva avviato da tempo in Africa un’attività di vendita di fotocopiatrici e gestiva anche un bed&breakfast. A confermare i sospetti anche Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2 della Marca: «Il sessantaquattrenne era rientrato in Italia da cinque giorni. Faremo ulteriori accertamenti, per ora ci occupiamo della sorella che è stazionaria». Sotto osservazione gli operatori entrati nella villa anche se la preoccupazione per un eventuale contagio è bassa dato che la malattia viene trasmessa dalle punture di zanzara.

I precedenti

Per il Veneto si tratta del terzo caso in pochi mesi. L’Usl 2 registra una ventina di infetti l’anno, perlopiù turisti reduci da viaggi nei paesi tropicali. Il giorno dell’Epifania Luigi Bovolenta, dottore forestale di 58 anni residente a Pionca di Vigonza (Padova), è morto al policlinico di Padova, stroncato dalla malaria contratta, con ogni probabilità, durante il suo ultimo viaggio di lavoro in Africa: «Era in missione per una ditta che certifica gli alberi in giro per il mondo – aveva spiegato il sindaco di Vigonza Gianmaria Boscaro – faceva un lavoro un po’ particolare ed era dedito alla sua missione giorno dopo giorno. Ha cominciato a stare male il 30 dicembre, lamentava un po’ di febbre e poi la situazione è precipitata». Poco più di un mese fa, identica sorte era toccata ad Andrea Poloni, 55 anni di Trevignano (Treviso): anche lui era rientrato in Italia da qualche giorno dopo un viaggio in Congo.

Dove è diffusa la malaria e come proteggersi

La malaria è rara nei climi temperati, ma è ancora comune nei paesi tropicali e subtropicali. Nel mondo ogni anno quasi 290 milioni di persone vengono infettate e più di 400.000 persone muoiono a causa della malattia. L’Usl sottolinea l’importanza della prevenzione: chi intraprende un viaggio in una zona endemica per la malaria corre il potenziale rischio di infettarsi; dovrebbero usare la massima cautela le donne in gravidanza, gli anziani, i bambini, i soggetti con malattie croniche e gli immunocompromessi. Per proteggersi serve ridurre il rischio di punture di zanzara con repellenti, indumenti a maniche lunghe e pantaloni lunghi e di colore chiaro, perché gli indumenti scuri attraggono le zanzare. La raccomandazione è di usare zanzariere su finestre e porte (meglio se impregnate con sostanze repellenti) ed evitare i ristagni d’acqua, oltre che ricorrere a prodotti chimici o alla lotta biologica contro il vettore della malattia (larve e zanzare adulte).
La malattia si cura con adeguata terapia. È necessario intervenire in tempo, ai primi sintomi per evitare le complicanze, spesso gravi, compresa la morte.

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24 gennaio 2025 ( modifica il 24 gennaio 2025 | 17:12)

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