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Ape sociale anche senza indennità di disoccupazione: un’importante sentenza della Cassazione apre le porte all’anticipo pensionistico anche a chi non ha fruito dell’indennità di disoccupazione. – Scopri le nostre guide complete su invalidità, Legge 104 e pensione anticipata.
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Ape sociale anche senza indennità di disoccupazione: la sentenza
È possibile ottenere l’Ape sociale anche senza aver ricevuto l’indennità di disoccupazione Naspi. In alcuni casi, potrebbe essere più conveniente saltare la Naspi e richiedere subito l’Ape sociale. L’importante è essere disoccupati al momento della richiesta. Se una persona usufruisce della Naspi, deve essere conclusa prima di chiedere l’Ape sociale.
Questo è quanto stabilito dai giudici della Corte di Cassazione nella Sentenza n. 24950 del 24 settembre 2024. La Corte ha accettato il ricorso di una lavoratrice a cui era stata negata l’Ape sociale perché non aveva prima ricevuto la Naspi.
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Cos’è l’Ape sociale
L’Ape sociale è un trattamento economico per le persone che si trovano in difficoltà economiche o di salute (invalidi a partire dal 74% e caregiver di familiari conviventi con di disabilità grave) e che sono vicine alla pensione di vecchiaia. Il sostegno è stato introdotto il 1° maggio 2017 con la legge n. 236/2017. Si può richiedere a partire dai 63 anni di età (63 anni e 5 mesi dal 1° gennaio 2024) e dura fino al raggiungimento dei 67 anni, età in cui si ha diritto alla pensione.
L’importo dell’Ape sociale è pari alla pensione maturata al momento della richiesta, ma non possono superare i 1.500 euro lordi al mese. Non ci sono aumenti annuali né la tredicesima mensilità. La pensione piena, se superiore a quella soglia, sarà percepita quando si raggiunge il limite anagrafico per la pensione di vecchiaia, che nel 2024 è fissato a 67 anni.
Disoccupati
Tra i beneficiari dell’Ape sociale ci sono i lavoratori che si trovano in stato di disoccupazione. Questo accade quando il rapporto di lavoro si interrompe per motivi come il licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale. Anche chi ha avuto un contratto a tempo determinato può accedere all’Ape sociale, ma solo se ha lavorato per almeno 18 mesi negli ultimi 36 mesi prima della fine del contratto.
Inoltre, per ottenere l’Ape sociale, è necessario aver concluso il periodo di disoccupazione Naspi spettante e avere almeno 30 anni di contributi.
L’INPS e il Ministero del Lavoro hanno interpretato queste regole affermando che l’Ape sociale dipende dal fatto di aver prima ricevuto la Naspi. Se non si ha diritto alla Naspi, ad esempio perché non si sono accumulate almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni, non si può ottenere l’Ape sociale.
La decisione dei giudici
I giudici della Corte di Cassazione hanno respinto l’interpretazione dell’INPS. Secondo loro, non è necessario aver ricevuto la Naspi per accedere all’Ape sociale. La Corte spiega che la legge richiede solo che, se si è beneficiato della Naspi, la misura deve essere cessata prima di richiedere l’Ape sociale. In pratica, la Naspi non è una condizione obbligatoria per l’accesso all’Ape sociale: bisogna solo verificare se è stata effettivamente fruita.
I giudici sottolineano che il requisito principale per l’Ape sociale è l’anzianità contributiva di 30 anni e che i requisiti per l’Ape sociale sono diversi da quelli per la disoccupazione. La norma non lega strettamente l’Ape sociale all’indennità di disoccupazione. Se fosse stato così, la legge avrebbe previsto una continuità tra le due prestazioni. Invece, la Corte evidenzia che quello che conta è lo stato di bisogno della persona, anche quando il cittadino non ha usufruito della Naspi.
Cosa cambia
Con questa decisione, per ottenere l’Ape sociale è necessario solo dimostrare di essere in stato di disoccupazione a causa della fine di un rapporto di lavoro subordinato per motivi previsti dalla legge, come licenziamento o dimissioni per giusta causa. La condizione di aver usufruito della Naspi non è più rilevante per richiedere l’Ape sociale.
Significa che chi è disoccupato può evitare di richiedere la Naspi, anche se ne avrebbe diritto, e optare direttamente per l’Ape sociale, se risulta più conveniente. Inoltre, anche chi non ha i requisiti per la Naspi (come le 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni) potrà comunque accedere all’Ape sociale. Tuttavia, per chi sceglie di ricevere prima la Naspi, l’Ape sociale potrà iniziare solo dopo che la Naspi è stata completamente conclusa.
FAQ (domande e risposte su come funziona l’Ape sociale nel 2024)
Che cos’è l’Ape sociale?
L’Ape sociale è un’indennità che consente di andare in pensione anticipatamente. È riservata a persone che hanno 63 anni e 5 mesi, non hanno una pensione diretta e si trovano in condizioni di difficoltà. Viene erogata dall’INPS ed è finanziata dallo Stato. Si può ricevere fino al compimento dei 67 anni, età prevista per la pensione di vecchiaia.
Chi può accedere all’Ape sociale?
Possono accedere all’Ape sociale diversi lavoratori che si trovano in particolari condizioni. Tra questi ci sono i disoccupati di lunga durata, chi ha una disabilità superiore al 74%, chi si prende cura di un familiare disabile e i lavoratori impegnati in attività gravose. Per questi ultimi, è richiesto di avere almeno 36 anni di contributi, mentre per le altre categorie ne bastano 30.
Quali sono i requisiti contributivi?
Per accedere all’Ape sociale è necessario avere un minimo di 30 anni di contributi. Per i lavoratori che svolgono attività gravose, come operai e addetti a lavori pesanti, il requisito sale a 36 anni di contributi. Le donne con figli possono ottenere uno sconto di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni.
Quali sono le novità per il 2024?
Nel 2024, l’età minima per accedere all’Ape sociale è stata portata a 63 anni e 5 mesi. Rimangono invariati i requisiti contributivi e le altre condizioni già previste dalla legge. Inoltre, le persone che avevano già i requisiti negli anni precedenti ma non avevano presentato la domanda, possono farlo nel 2024.
L’Ape sociale è compatibile con il lavoro?
L’Ape sociale non è compatibile con tutti i lavori. Chi riceve questa indennità non può svolgere attività lavorative se queste generano un reddito superiore a 8.000 euro annui per il lavoro dipendente o 4.800 euro annui per il lavoro autonomo. Se si superano questi limiti, l’indennità viene sospesa.
Quando scadono i termini per presentare domanda?
Per presentare la domanda di accesso all’Ape sociale nel 2024, ci sono tre scadenze principali: 31 marzo, 15 luglio, e 30 novembre. Le domande inoltrate oltre queste date verranno prese in considerazione solo in caso di fondi residui.
Cosa succede se riprendo a lavorare dopo aver ottenuto l’Ape sociale?
Se chi ha ottenuto l’Ape sociale riprende a lavorare e supera il limite di reddito previsto, deve comunicarlo all’INPS entro 5 giorni. Se si svolge lavoro autonomo occasionale, il limite è di 5.000 euro annui. Se si supera questo limite, si perde il diritto all’Ape sociale fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
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