“Le scuole viterbesi cadono a pezzi”, il grido d’allarme degli studenti di Orioli e Ruffini, a cui si aggiungono le problematiche del Buratti e dell’istituto Besta di Orte. Una situazione che sta creando malumori tra i giovani frequentatori degli istituti scolastici superiori, alle prese con condizioni disatrose degli immobili che stanno portando a manifestazioni e scioperi. Oggi, 23 gennaio, le studentesse e gli studenti di alcune scuole di Viterbo scendono in piazza sotto il palazzo della Provincia per chiedere “risposte concrete in merito alla vivibilità degli spazi scolastici nel nostro territorio”.
Istituto Francesco Orioli
Tra le situazioni più emergenziali spicca quella della sede dell’indirizzo artistico dell’istituto Francesco Orioli. La struttura di via Cesare Pinzi, che ospita gli alunni, è privata, affittata dalla Provincia per trovare un luogo adatto a svolgere le lezioni. Ma le condizioni dell’immobile sono pietose, come racconta la rappresentante d’istituto, Laura Agostini: “Non abbiamo palestre, ne aula magna, la struttura cade a pezzi. Da due settimane siamo senza riscaldamento, non viene fatta manutenzione, stiamo sette ore al giorno seduti al freddo. Metà dei bagni non funzionano e alcuni si allagano. Tante finestre non si aprono, non possiamo far cambiare aria alle aule, alcuni infissi rischiano pure di venire giù: ci sono rischi per noi studenti. Addirittura abbiamo delle aule senza porte”.
Per il momento, come risposta alle condizioni dell’istituto si è optato, nella giornata di ieri, per il non ingresso a scuola in segno di protesta: “Abbiamo votato per un’assenza di massa – spiega la rappresentante d’istituto -, la scuola ci aveva garantito l’accensione dei riscaldamenti almeno al minimo, e dopo i controlli ci siamo resi conto che erano nuovamente spenti”. Questa mattina gli studenti si sono dati apppuntamento davanti a palazzo Gentili, sede della Provincia di Viterbo, per protestare sulle condizioni della scuola.
Istituto Paolo Ruffini
Grossi problemi anche per la sede di piazza Dante del liceo scientifico Paolo Ruffini: “Mattonelle che si staccano dal pavimento, che vengono segnalate con lo scotch e ci viene detto che se ci cadiamo la colpa è nostra perché sono evidenziate – racconta Arianna Dibiase studentessa del liceo -. Una buona parte delle finestre sono rotte, con aule e corridoi che sono freddi”. In una parte della struttura sono previsti dei lavori di riqualificazione, non ancora iniziati, e tra le classi ci sono anche problemi d’igiene: “C’è un forte odore di muffa, e diversi wc non scaricano”. Alla dirigente scolastica sono state inviate diverse segnalazioni: “C’è un modulo per le segnalazioni che compiliamo e viene inviato alla preside. Sono moltissime, mi pare di aver sentito circa 700”.
Istituti Mariano Buratti e Fabio Besta
Al Mariano Buratti, che ospita liceo classico e linguistico, non preoccupa la condizione dell’immobile, oggetto di riqualificazione della palestra e dell’aula magna con i fondi Pnrr, ma l’impossibilità di trovare soluzione alternative per effettuare attività fisica e le assemblee d’istituto. “Ci stiamo muovendo da settembre per trovare alternative –rivela Sofia Bianchini, rappresentante d’istituto -, ma tutte le soluzioni proposte sono a pagamento, altre soluzioni dagli enti non ci sono state suggerite. Non si possono costringere gli studenti a pagare per ricevere i propri diritti”. Mentre al Besta di Orte, i problemi riguardano l’elettricità, con la scuola al “buio” perché i contatori non riescono a fornire l’energia richiesta. Situazione che ha portato gli studenti ad uscire dalle aule durante le lezioni in segno di protesta.
La reazione della Rete Studenti Medi del Lazio
Prende posizione anche la Rete degli Studenti Medi del Lazio tramite la rappresentante Bianca Piergentili: “Le scuole del viterbese versano in una situazione invivibile, causata da anni di mancati investimenti sull’edilizia scolastica. È dall’inizio dell’anno che come organizzazione studentesca chiediamo alla Provincia un tavolo di confronto, per porre rimedio a questa situazione. Vogliamo una risposta”.
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