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Vorresti pagare meno tasse ma hai paura di incorrere in sanzioni? Questo è il metodo giusto per non pagare tutta l’Irpef.
L’IRPEF, acronimo di Imposta sul reddito delle persone fisiche, è una delle principali imposte italiane e rappresenta una fonte fondamentale di entrate per lo Stato. È stata introdotta nel 1973 con la riforma tributaria sotto il governo di Giulio Andreotti, con l’obiettivo di creare un sistema fiscale più equo.
L’IRPEF si applica a tutti i redditi dei cittadini residenti in Italia, inclusi quelli da lavoro dipendente, autonomo e pensioni, ma anche rendite finanziarie e proventi da affitti. Il suo scopo è quello di finanziare il bilancio pubblico, sostenere i servizi sociali, la sanità e l’istruzione.
Si tratta di un’imposta progressiva, il che significa che l’aliquota cresce con l’aumento del reddito: chi guadagna di più paga una percentuale maggiore di tasse. Nel corso degli anni, sono stati però introdotti vari scaglioni di reddito e aliquote, al fine di adattare il prelievo fiscale alle diverse capacità contributive.
Molti cittadini, tuttavia, si trovano spesso a cercare modi per ridurre l’impatto dell’IRPEF sul proprio reddito. La tentazione di evitare di pagare parte delle tasse è diffusa e il ruolo del commercialista può diventare provvidenziale in questo contesto. Benché non sempre ce ne sia bisogno.
Risparmiare si può
Attraverso una pianificazione fiscale o l’analisi di eventuali deduzioni e detrazioni, il commercialista può individuare cavilli legali che consentano di abbassare l’importo delle tasse da versare allo Stato, sfruttando agevolazioni o vantaggi previsti dalla legge.
Tuttavia, non è insolito che i cittadini più ardimentosi si cimentino autonomamente nella gestione economica e finanziaria personale. Uno degli strumenti per poter arrivare a questo risultato è Desktop Telematico, lo strumento che agevola certe operazioni dell’Agenzia delle Entrate. Ma quale metodo usare?
Il metodo della sottrazione
Uno dei metodi legali per ridurre l’imposta è quello della “sottrazione”, ovvero la deduzione di determinati costi e spese sostenute durante l’anno fiscale. Sottraendo questi importi dal reddito imponibile, si riduce la base su cui viene calcolata l’IRPEF e di conseguenza l’ammontare delle tasse da pagare. Un esempio lo fornisce Brocardi.it:
Facciamo quindi un esempio: per il 2023 si deve versare un’Irpef pari a 7.800 euro, ma si ha anche diritto a 1.950 euro di detrazioni (considerando spese sanitarie, di istruzione, funebri, per lavori edilizi realizzati sulla casa, per interessi passivi del mutuo). L’imposta da versare passa, quindi, a 5.850 euro.
Le sottrazioni previste e accettate possono dunque riguardare le spese mediche, gli interessi passivi sui mutui e i contributi previdenziali. In questo modo, si può arrivare addirittura a pagare la metà.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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