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In Italia, gli investimenti nei mercati finanziari sono prevalentemente appannaggio degli uomini (57%), con un’età compresa tra i 25 e i 54 anni e oltre 10 anni di esperienza nel settore. Tuttavia, il panorama sta cambiando: il 30,8% degli investitori che utilizzano piattaforme online ha meno di 35 anni, mentre l’8,6% rientra nella fascia degli under 25. Questi dati emergono dal report dell’osservatorio finanza Digitale di BG Saxo, joint venture tra Saxo Bank e Banca Generali, che ha condotto un’indagine su oltre 2.800 investitori del Nord Italia per analizzare abitudini e motivazioni legate agli investimenti.
I dati per uomini e donne
Il report rivela che il 70,2% degli investitori nutre fiducia nel mercato italiano, mentre il 61% sceglie di investire principalmente per accrescere il proprio patrimonio, concentrandosi su strumenti come azioni, obbligazioni e criptovalute. Inoltre, oltre 4 intervistati su 10 dichiarano di aver aumentato i propri investimenti nel 2024 rispetto all’anno precedente, sottolineando l’importanza di affidarsi a broker che offrano contenuti educativi e ispirazionali per migliorare le proprie competenze finanziarie.
E le donne? Secondo Consob, quelle che investono in Italia rappresentano il 22%, ma i dati dell’Osservatorio mostrano che quasi la metà (42,7%) di chi utilizza piattaforme online è donna. Questo evidenzia come le tecnologie digitali abbiano contribuito a democratizzare l’accesso agli strumenti finanziari. Sebbene la maggioranza degli investitori (57%) sia composta da uomini tra i 25 e i 54 anni, si registra un aumento significativo della presenza dei giovani. Tuttavia, l’esperienza rimane un fattore determinante: il 27,5% degli investitori segue i mercati da oltre dieci anni, il 20% da più di sei anni e il 27,1% da 3-5 anni.
Cosa spinge ad investire
L’Osservatorio ha individuato 11 motivazioni principali che spingono gli investitori ad operare sui mercati finanziari. Tra queste, la più comune è l’accrescimento del patrimonio (61%), seguita dalla necessità di proteggersi dall’inflazione (41,1%), creare un cuscinetto finanziario per eventi imprevisti (36,5%) e accumulare risparmi per i figli (22%).
Tra gli strumenti più utilizzati spiccano le azioni (46,6%), seguite da obbligazioni (39,4%), fondi comuni (36%) e criptovalute (30,7%). In crescita il mercato degli Etf, scelto dal 17,7% degli investitori, con una particolare predilezione tra i più giovani. Altri strumenti includono portafogli gestiti, futures, opzioni, Forex e Cfd.
“Emerge una chiara volontà delle persone di prendere in mano il proprio futuro finanziario e imparare a utilizzare al meglio le possibilità offerte dai mercati. Allo stesso tempo permangono alcune abitudini dure da abbandonare, come concentrare gli investimenti nel proprio paese d’origine, tratto che contraddistingue non solo gli italiani ma che è considerato uno dei principali bias di chi investe – dichiara Gian Paolo Bazzani, ceo di BG SAXO che aggiunge – I risultati dell’osservatorio confermano quanto sia fondamentale fornire agli investitori strumenti per operare sui mercati con trasparenza e sempre maggiore consapevolezza, supportandoli nel raggiungere così i propri obiettivi”.
Come dev’essere il broker ideale
Quando scelgono un broker per le proprie operazioni finanziarie, gli investitori attribuiscono grande importanza alla possibilità di accedere a contenuti educativi per migliorare le proprie competenze. Questo criterio risulta il più apprezzato, con un punteggio di 8,2 su 13 secondo i partecipanti alla survey. Seguono i broker che gestiscono la dichiarazione dei redditi per i clienti e quelli che offrono la possibilità di interfacciarsi con operatori umani, entrambi valutati con 7,9 su 13.
Con 7 punti su 13, vengono apprezzati anche i broker che forniscono strumenti e funzionalità avanzate, app dedicate e servizi digitali di alta qualità. In Italia, come in altri Paesi europei, si sta affermando la figura dell’influencer finanziario, particolarmente seguita dai giovani alla ricerca di informazioni sulla finanza. Tuttavia, la maggioranza degli investitori continua a preferire le fonti tradizionali: oltre l’80% degli intervistati dichiara di non seguire alcun influencer.
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