In Toscana la prima legge regionale? «Un grave errore»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 




L’aula del Consiglio regionale della Toscana – www.consiglio.regione.toscana.it

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Potrebbe essere già approvata lunedì dal Consiglio regionale della Toscana la legge sul suicidio assistito, la prima adottata da una Regione italiana. Approvata ieri dalla Commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), la proposta ricalca la legge di iniziativa popolare depositata nei Consigli regionali di tutta Italia dall’Associazione Luca Coscioni che ha scelto questa strada per introdurre in Italia una pratica che la Corte costituzionale ha depenalizzato solo in alcune circostanze e a precise condizioni rimandando la decisione su una legge al Parlamento.

Ed è proprio questo l’aspetto che ipoteca il futuro della legge toscana: come ha chiarito l’Avvocatura dello Stato rispondendo nel novembre 2023 a un quesito sollevato proprio dalle Regioni, la legislazione sulla vita è di competenza del Parlamento nazionale, un’esclusiva che non potrebbe essere derogata da interventi normativi degli enti locali. Proprio sulla base di questo argomento già quattro consigli regionali (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte) hanno già respinto progetti di legge gemelli di quello toscano. In Commissione a Firenze la maggioranza di centrosinistra ha votato a favore, mentre la Lega si è astenuta, Fratelli d’Italia non ha partecipato al voto e Forza Italia ha deciso di ritirare i suoi emendamenti per ripresentarli in aula.

Di «norma che rientra nelle competenze legislative concorrenti delle Regioni» parla Sostegni, per il quale si tratta di un intervento «procedimentale e di attuazione delle sentenze della Corte». Di opposto avviso il network di associazioni cattoliche “Ditelo sui tetti”, che in una lettera aperta ai consiglieri regionali della Toscana muove tre critiche a una proposta che giudica «gravemente sbagliata». Per cominciare, «vi sono preminenti ragioni antropologiche» perché «ogni decisione legislativa o “politica” ha innanzitutto l’effetto di indirizzare verso un ritenuto “bene” il relativo corpo sociale. E ogni legge che introducesse l’obbligo del Servizio sanitario di eliminare una vita malata sceglierebbe di indicare come “bene” che la fragilità non ha valore, che è bene “scartare” i deboli». Come «controprova oggettiva» la lettera argomenta che «gli studi statistici documentano scientificamente che ogni legge di questo tipo ha sempre prodotto una impennata delle richieste di morte».

“Ditelo sui tetti” obietta poi che la Consulta «ha solo tracciato un circoscritto ed eccezionale perimetro in cui l’aiuto al suicidio potrebbe non essere sanzionabile con la reclusione» anche se «un simile gesto rimane, in generale, sempre penalmente e civilmente illecito». Non solo: addirittura – nota la rete di associazioni ricordando la sentenza dei giudici costituzionali sul fine vita – la Consulta espressamente avverte che “la declaratoria di illegittimità costituzionale si limita a escludere la punibilità dell’aiuto al suicidio nei casi considerati, senza creare alcun obbligo di procedere a tale aiuto in capo ai medici” e dunque al Servizio sanitario nazionale e regionale. Radicalmente opposta è, infatti, la missione della sanità pubblica, che invece deve attuare, “dal riconoscimento del diritto alla vita (…) il corrispondente dovere dell’ordinamento di assicurarne la tutela attraverso la legge (oltre che, più in generale, attraverso l’azione di tutti i pubblici poteri)” quale è anche il Servizio sanitario regionale, perché “è compito della Repubblica porre in essere politiche pubbliche volte a sostenere chi versa in simili situazioni di fragilità, rimovendo, in tal modo, gli ostacoli che impediscano il pieno sviluppo della persona umana». Duque la sanità deve curare e non sopprimere, una notazione persino ovvia che però si scontra, prima ancora che con il via libera al suicidio assistito contenuto nella legge toscana, con la situazione deficitaria delle cure palliative e degli hospice in Regione: «La Toscana – fa presente la lettera ai consiglieri regionali – accusa gravi carenze assistenziali alle fragilità: allo stato risulta avere attivi solo il 59% dei posti hospice, solo 26 unità domiciliari su 36, appena un letto hospice pediatrico, nemmeno avendo una assistenza h 24 e 7 giorni su 7».

Infine, il network associativo ricorda che «vi sono prevalenti e inderogabili ragioni costituzionali che vietano alle Regioni di legiferare in materia di fine vita, perché certamente invaderebbero materie che sono di esclusiva competenza dello Stato», come «l’ordinamento civile nel consentire atti di disposizione della vita» e quello «penale nell’intervenire sulla disciplina di cause di non punibilità del reato di cui all’articolo 580 del Codice penale», quello che tuttora persegue come reato l’aiuto al suicidio. Un’osservazione cui si aggiunge il fatto che il Parlamento nazionale non è affatto inerte: «È oramai presso il legislatore nazionale effettivamente esistente un iter in corso sul tema, atteso che il Senato non solo ha svolto ampie audizioni su alcune proposte di legge sul “fine vita”, ma in data 13 gennaio 2025 ha anche iniziato a operare il “comitato ristretto” delle commissioni Giustizia e Sanità di Palazzo Madama, con ciò essendo stata avviata la fase di merito che condurrà a
un testo legislativo nazionale». Della incompetenza regionale sulle materie che spettano allo Stato peraltro ha mostrato di essere convinta la stessa Regione Toscana, che sul non lasciare alle istituzioni regionali un eccesso di libertà d’azione si è mostrata particolarmente reattiva quando il 26 giugno 2024 ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge sull’autonomia differenziata contestando le «potenziali maggiori competenze regionali». Che invece ora invoca. Una “autonomia differenziata” del suicidio assistito che ad avviso di “Ditelo sui tetti” non sembra sostenibile sul piano giuridico come su quelli politico e culturale.





Source link

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link