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Si sono tenuti a Nuoro i funerali delle vittime della strage familiare di mercoledì scorso, quando Roberto Glebone, 52 anni, ha ucciso a colpi di pistola la moglie Giusi Massetti, 43 anni, e due dei loro tre figli: Martina, 26 anni, e Francesco di 10. Ucciso anche il 69enne Paolo Sanna, che aveva incontrato per caso l’omicida sul pianerottolo (erano vicini di casa). Glebone si è poi tolto la vita. Questa mattina si sono tenuti i funerali di Sanna, nella cattedrale di Santa Maria della Neve. Nel pomeriggio si sono tenute le esequie delle altre tre vittime, nella parrocchia di San Domenico Savio. Sui necrologi, i familiari hanno scritto: “Si ringrazia per la vicinanza e l’affetto, ma si prega di dispensare per le visite”. In città è stato proclamato il lutto cittadino, “in segno di commossa partecipazione dell’intera comunità al dolore dei familiari, degli amici e dei conoscenti delle vittime”.
I funerali delle vittime
In mattinata la città ha dato l’ultimo saluto a Paolo Sanna, di 69 anni, vicino di casa ucciso dall’operaio forestale solo perché si trovava sul pianerottolo di casa negli istanti che hanno seguito la strage. Nel pomeriggio, poi, i funerali delle altre tre vittime: sull’altare della parrocchia San Domenico Savio c’erano tre bare bianche, una di fianco all’altra, l’ultima – quella del piccolo Francesco di 10 anni – ricoperta da un drappo blu e dalla bandiera dei quattro mori. Così ha voluto il fratello 14enne sopravvissuto alla strage. Il ragazzo, uscito per qualche ora dall’ospedale dopo la rimozione di alcune schegge al volto, era in prima fila con i nonni materni e con gli zii ad accompagnare per l’ultimo viaggio le salme della madre Giuseppina Massetti e dei suoi fratelli Martina e Francesco. Con lui il tutore legale e alcuni infermieri. Non poteva esserci invece la nonna paterna, Maria Riccardi, di 84 anni, ferita alla testa dal figlio e ancora ricoverata in ospedale ma fuori pericolo. Nella chiesa gremita di gente, le parole del parroco don Stefano Paba sono risuonate alte nell’omelia funebre, preceduta dal coro di Nuoro che ha intonato il brano Perdonu: “Questa nostra comunità ha la volontà di combattere per il bene: la comunità nuorese è qui e prega il Signore perché ci dia la speranza che nessuno può spegnere. Ci dobbiamo aprire alla speranza anche quando il cuore è ferito dal dolore, perché questa croce non si supera. L’unica risposta che salva dalla violenza è l’amore”. All’uscita dei tre feretri, lunghi applausi e tanta commozione tra la folla. In questa parrocchia Francesco, qualche mese fa, aveva ricevuto la prima comunione e qui c’è l’oratorio in cui passava i pomeriggi con i compagni di scuola, presenti alla cerimonia funebre insieme agli insegnanti.
Chiusi negozi in segno di lutto, vietate attività ricreative
A Nuoro per tutta la giornata è lutto cittadino, bandiere a mezz’asta e serrande abbassate. Il commissario Pirisi ha invitato la comunità a osservare un minuto di silenzio e raccoglimento, anche nelle scuole cittadine. Vietate anche attività ludiche e ricreative. Nell’istituto comprensivo Nuoro 3 ‘Maccioni-Deledda’, dove Francesco frequentava la quinta B di Monte Gurtei, la dirigente scolastica Graziella Monni ha invitato le classi a osservare un minuto di silenzio e i docenti a favorire una breve riflessione “nella condivisione di questo difficile momento”. Un minuto di silenzio anche duranti i lavori dell’Aula del Consiglio regionale sardo.
Le autopsie e le indagini
Nei giorni scorsi il medico legale Roberto Demontis ha completato le cinque autopsie all’ospedale Brotzu di Cagliari. Poco si sa sul fronte delle indagini: la Procura ha stretto ulteriormente le maglie, soprattutto a tutela e protezione del terzo figlio, unico sopravvissuto alla strage e minorenne. Il suo racconto è importante per consentire agli inquirenti di ricostruire la dinamica dei fatti. Le indagini degli uomini della Squadra Mobile e dei Carabinieri del comando provinciale di Nuoro proseguono con interrogatori, gli accertamenti finanziario-patrimoniali e sanitari sulla famiglia e gli esami su pc e telefonini con l’obiettivo di arrivare al movente della strage.
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