Per tutti noi che amiamo la Sangio, i colori del cielo e del mare come li ha definiti da sempre Leonardo De Nicola, il giorno di Santo Stefano porta sempre con sé un bel carico di tristezza perché ricorre l’anniversario di morte del nostro grande presidente Arduino Casprini, scomparso in un tragico incidente stradale all’ora di cena vent’anni fa a pochi metri dall’azienda che, con passione e grandi sacrifici, aveva portato con i suoi componenti di arredamento a far conoscere il nostro territorio in tutto il mondo. È difficile scindere il presidente e l’imprenditore Casprini perché pur essendo ruoli diametralmente opposti li portava avanti in simbiosi da persona vincente, da colui che aveva costruito un qualcosa di importante non soltanto in ambito lavorativo ma anche in quello puramente calcistico, nel quale era entrato con un altro grande personaggio del calibro di Ivo Giorgi facendosi le “ossa” per poi, grazie all’aiuto di tanti amici, riprendere il Marzocco da Luciano Lucarelli in una situazione societaria imbarazzante negli anni 90 e riportarlo nel calcio professionistico, riuscendo poi quattro anni dopo a vincere i play-off dell’allora C2 conquistando il salto nella terza serie calcistica che, molto probabilmente, non sarebbe stato il suo traguardo conclusivo. Nella sua testa c’era la Serie B, magari non l’avrebbe raggiunta nella stagione 2004-2005 (finimmo comunque ottavi a 50 punti a 9 lunghezze dal quinto posto) ma se il destino gli avesse sorriso sicuramente una tappa in in cadetteria l’avremmo fatta, aveva tutte le possibilità per farlo dalle competenze sportive ai soldi che sono la parte principale per chi decide di tuffarsi a capofitto in questo mondo. Ma saranno festività natalizie ancora più tristi perché sono le prime senza Marco Merli, il 28 aprile di quest’anno per un malore occorsogli a Marrakech dove si trovava in vacanza con la famiglia ha purtroppo perso la vita gettando nel più totale sconforto la moglie Susanna, i figli Francesco e Tommaso e, di riflesso, tutto il popolo azzurro che nel suo piccolo aveva sulle spalle per il grande impegno che metteva nella causa ormai da tantissimi anni, momento in cui assieme ad altri volenterosi amanti dell’azzurro decise nel dicembre del 2016 di prendere in Serie D un sodalizio fortemente indebitato, che avrebbe quasi certamente chiuso i battenti a campionato in corso, dandogli nuova vita e permettendo di poter tutt’oggi giocare in un campionato nazionale che, nonostante obiettivi non di primato, costa alla fine diverse centinaia di migliaia di euro ma che, proprio come Arduino Casprini col quale aveva condiviso da giovanissimo un’esperienza dirigenziale nei professionisti, riusciva a racimolare grazie alla stima che vantava in molti imprenditori della zona nonché aziende che, col loro piccolo grande aiuto, sostenevano e sostengono ancora la vita della società. E se, alla fine molto spesso accade così, qualche conto non tornava ecco che da primo responsabile metteva di tasca propria sul piatto quello che mancava. Abbiamo perso un grande imprenditore, un grande uomo e una figura che amava la Sangiovannese come il più caro dei suoi affetti alla pari di Casprini ma anche di Learco Lazzerini, tre grandi persone nonché dirigenti prematuramente deceduti nel corso di questo ventennio. Se il primo pensiero, e ci mancherebbe altro, va alle famiglie possiamo però affermare che anche calcisticamente non ce n’è andata bene una. Perché oltre a perdere tre care persone, imprenditori veri, se ne sono andati tre personaggi che facevano e avrebbero fatto tanto del bene ai colori che amiamo alla follia.

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