PISTOIA – “Vedete com’è il basket?” ripeteva il compianto Aldo Giordani. La partita del PalaCarrara è l’immagine plastica dell’imprevedibilità dello sport della spicchia. Una psyco Openjobmetis domina il primo tempo (+14), tocca il +16 ad inizio ripresa e poi naufraga come una barchetta sballottata dalle onde della tempesta in mezzo all’oceano. La Estra è bravissima a capire il momento, a fiutare l’aria. Quando al PalaCarrara scoppia la bagarre su una fischiata/non fischiata e conseguente espulsione di coach Okorn, Pistoia ha la capacità di nutrirsi dell’energia che le trasferisce il pubblico, gioca col cuore e ribalta (alla grande) un match impossibile. Varese subisce una volta di più il suo solito “maledetto terzo quarto” e si suicida segnando il primo canestro dal campo dopo 9’ della terza frazione e concedendo 36 punti in 10’ ai toscani. Inaccettabile, al di là dei meriti di una Pistoia che ha giustamente giocato col coltello tra i denti per fermare l’emorragia di 9 sconfitte consecutive. E le statistiche? Mai come questa sera è vera la frase lies, damned liel and statistics. Il cuore, il cervello (e un’altra parte anatomica che non si può nominare) non si leggono attraverso le analytics.
Estra Pistoia
Christon 8: 29 punti in 32’ con 10/14 attaccando il ferro, 9/9 dalla lunetta e 6 assist. E’ il leader di questa squadra.
Forrest 7.5: motorino perpetuo di Pistoia, nel primo tempo si fa prendere in mezzo dalla rumba, poi nella ripresa riaccende sé stesso e la Estra.
Rowan 7.5: nel primo tempo la squadra in attacco è solo lui, poi si prende una pausa lasciando la scena ai compagni e riappare nel finale a piantare i chiodi nella bara.
Kemp 7: primo tempo da “Chi l’ha visto”, poi si mangia il pallone sotto i tabelloni (14 rimbalzi) ed è insieme a Christon il simbolo energetico della Estra.
Cooke 5.5: uno schiaccione su pickandroll dà segnale della sua presenza. Tardi, ma arriva anche lui.
Della Rosa 7: voto condiviso con il fratello (che guida la squadra dalla panchina dopo l’espulsione di coach Okorn, attenzione con lui alla guida i toscani hanno il 100% di vittorie). Bravissimo anche Gianluca dal campo a mettere in crisi le fragili guardie ospiti.
Saccaggi n.e.
Anumba n.e.
Benetti n.e.
Silins 7: da stretch five fa venire il mal di testa a Varese (quando le cose vanno male per Pistoia). Quando poi il clima del PalaCarrara volge al bello lascia la scena ai suoi compagni “zompatori”. Però pecca d’omissione in difesa del primo tempo.
Boglio n.e.
Novori n.e.
Coach Okorn 6: via di mezzo per il 5 dell’impazzimento che ne causa la cacciata e il 7 dell’impazzimento che ne causa la cacciata. E che consente a Pistoia di fare click. E se fosse stato tutto calcolato? Altro che coach, dovrebbe andare a Brodway.
Openjobmetis Varese
Librizzi 5.5: le cifre lo salvano (15 punti con 4/8 dal campo e 3 assist), la volontà anche, ma è la sua versione away che continua a non convincerci. In difesa usa troppo le mani e poco le gambe, in attacco non attacca in ferro neanche quando c’è in campo Silins, bravo, ma non esattamente un rim protector.
Hands 5: la guardia di San Diego quello che dà in attacco toglie in difesa. Negli ultimi giorni sono arrivati i rumors di un interessamento del Maccabi nei suoi confronti. Niente da dire, bravo tecnicamente, ma per tenere la fisicità di Eurolega ne deve ancora mangiare di pagnotte.
Alviti 5: azzardiamo, la più brutta partita del suo campionato. Anche nel primo tempo, quando le cose andavano bene per la Openjobmetis. Trova a fatica il fondo della retina (2/8 dal campo, 4/5 ai liberi) e neanche lui riesce ad alzare le paratie contro la mareggiata pistoiese.
Johnson 6: è il giocatore di maggiore personalità della Openjobmetis (in attesa di Sykes) e ne è il vero leader emotivo. Inizia on fire come nelle serate giuste, poi si auto-elimina con un fallo tecnico davvero mal consigliato mettendo tutti in difficoltà.
Akobundu-Ehiogu 5: bene quando la squadra gira bene, quando poi c’è da mettersi l’elmetto in testa e fare a sportellate ripiomba nella sua versione da juniores. Peccato capitale non aver messo subito Tyus quando nell’aria si sentiva l’odore del napalm.
Bradford 6: beh, lui la sua onestissima parte la fa e neanche male. Davanti, s’intende. Dietro segue la classe nella versione errori&pasticci.
Assui 7: il migliore della Openjobmetis. A 19 anni appena compiuti entra, stampa subito due bombe con la faccia tosta e abbassa il fondoschiena in difesa. In 5’. Detto tutto.
Gray 4: ci chiediamo il senso del giocatore in questa squadra. Ce lo chiediamo e ci diamo un’unica risposta. Oramai non serve più a niente.
Tyus 6: nonno Alex il suo lo fa, nel primo tempo è addirittura un punto di riferimento in attacco. Poi nel terzo quarto Mandole se lo dimentica troppo in panchina e comunque non può più fermare da solo con le mani la marea pistoiese.
Virginio n.e.
Reghenzani n.e.
Fall n.e.
Coach Mandole 4: oramai questa “maledizione del terzo quarto” non può più essere ascrivibile al volere del fato, degli dei e del destino (cinico e baro). Al di là dei difetti dei giocatori e della squadra deve sentirsi la mano dello staff tecnico. Altrimenti… Houston, abbiamo un problema. Se la Openjobmetis butta via una vittoria importantissima dal +16 c’è un responsabile principale. E quello è sempre l’allenatore. Niente di personale, questo è lo sport.
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