Farmarci e falsi positivi nei test antidroga con nuovo Codice della Strada. Quali sono e soluzioni

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Il nuovo Codice della Strada ha introdotto modifiche stringenti relative ai test antidroga applicati ai conducenti, con particolare attenzione ai risultati ottenuti tramite esami salivari, per rilevare la presenza di sostanze stupefacenti. Tuttavia, uno degli aspetti più discussi riguarda i falsi positivi, causati dall’interferenza di specifici farmaci, spesso legittimamente assunti. 

Il nuovo Codice della Strada e i test antidroga

Le modifiche apportate al Codice della Strada includono un inasprimento delle sanzioni per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Inoltre, è stata eliminata la necessità di dimostrare lo stato di alterazione psicofisica, rendendo sufficiente un test salivare positivo per far scattare multe, sospensione della patente e perfino la confisca del veicolo. Questa misura ha suscitato dibattiti, soprattutto per il rischio che farmaci comuni possano generare falsi positivi, penalizzando conducenti senza alcuna reale pericolosità alla guida.

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Funzionamento dei test salivari antidroga e affidabilità

Il principio alla base di questi dispositivi si basa sulla reazione chimica di specifici reagenti che identificano tracce di droghe come THC, cocaina, oppiacei, anfetamine e metanfetamine. Tra i dispositivi utilizzati in Italia vi sono il DrugWipe 5S, impiegato dai Carabinieri, e il SoToxa, utilizzato dalla Polizia. Entrambi consentono di ottenere risultati in pochi minuti.

Il DrugWipe 5S funziona come test di primo livello e, in caso di positività, richiede ulteriori analisi di conferma. Questo dispositivo rileva concentrazioni molto basse di sostanze, con una soglia di positività per il THC fissata a 10 nanogrammi/millilitro. Al contrario, il SoToxa è progettato per essere meno sensibile, avendo una soglia di 25 nanogrammi/millilitro per il THC, e i suoi risultati possono essere validati senza necessità di ulteriori test.

Sebbene questi strumenti siano ritenuti efficaci, l’affidabilità dei test salivari è oggetto di critiche. Studi scientifici hanno evidenziato la capacità di rilevare sostanze fino a 48-96 ore dall’assunzione, a seconda del tipo di droga, sollevando interrogativi sull’effettiva correlazione tra risultato positivo e stato di pericolosità alla guida. Inoltre, esiste il rischio di falsi positivi, specialmente in presenza di tracce di medicinali o altre sostanze chimicamente simili alle droghe analizzate. Tale circostanza può portare a procedimenti legali anche in assenza di alterazione psicofisica evidente.

Farmaci che possono causare falsi positivi e conseguenze legali

Alcuni farmaci da banco e con prescrizione medica possono interferire con i test antidroga, causando falsi positivi che rischiano di portare a sanzioni severe. Tra questi, figurano medicinali come analgesici oppioidi, antidepressivi, antistaminici e prodotti a base di pseudoefedrina. I pazienti che assumono tali farmaci possono essere penalizzati per il solo riscontro di tracce di sostanze, indipendentemente dal fatto che la loro capacità di guida non sia compromessa. 

Farmaci da banco a rischio

Molti farmaci da banco, comunemente utilizzati per trattare disturbi minori, possono aumentare il rischio di falsi positivi nei test antidroga. Tra questi sono inclusi i decongestionanti nasali a base di pseudoefedrina, frequentemente utilizzati contro raffreddore e sinusite. La loro struttura chimica può infatti essere confusa con quella delle anfetamine nei test salivari.

Anche gli antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’ibuprofene, spesso impiegati per dolori o febbre, possono generare falsi positivi, in particolare per sostanze come la cannabis. Questo rischio è particolarmente rilevante dato l’ampio utilizzo di questi medicinali. Inoltre, farmaci contro la tosse contenenti destrometorfano, un ingrediente attivo presente in molti sciroppi, possono interferire nei test, risultando positivi per oppiacei.

Persino integratori alimentari apparentemente innocui, se contenenti tracce di sostanze naturali psicotrope come certi estratti di erbe, potrebbero compromettere i risultati dei test. Anche la tachipirina (paracetamolo), in rare occasioni, è stata associata a letture errate se assunta poco prima di un controllo. 

Farmaci con prescrizione che possono interferire

Tra i farmaci con prescrizione che possono interferire con i test antidroga e causare falsi positivi rientrano diverse classi di medicinali comunemente utilizzati per trattare patologie croniche o disturbi di salute mentale. Gli ansiolitici, come le benzodiazepine (ad esempio il diazepam o il lorazepam), possono risultare nei test con un’indicazione errata di presenza di oppiacei o altre sostanze psicotrope. Allo stesso modo, gli antidepressivi triciclici (come l’amitriptilina) possono simulare la positività alle anfetamine.

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Farmaci per la gestione del dolore a base di oppiacei, inclusi quelli contenenti morfina o codeina, sono noti per generare falsi positivi per sostanze stupefacenti, anche se utilizzati secondo prescrizione medica. Alcuni antipsicotici, come la quetiapina, condividono un rischio simile a causa delle strutture chimiche simili ai principi attivi di droghe controllate.

Medicinali per malattie neurologiche, come il metadone o la buprenorfina, utilizzati spesso nei trattamenti per la dipendenza da oppiacei, sono particolarmente inclini a generare risultati anomali nei test salivari. Anche i farmaci per l’epilessia, tra cui il fenobarbitale, possono essere coinvolti. Infine, i beta-bloccanti e altri antipertensivi sono stati occasionalmente associati a interferenze nei test antidroga, sebbene con una frequenza inferiore.

Tempi di permanenza delle sostanze nell’organismo

I tempi di permanenza delle sostanze nell’organismo variano a seconda del tipo di droga o farmaco assunto e delle caratteristiche individuali del metabolismo. Nel caso della cannabis, i residui del THC possono essere rintracciati nella saliva fino a 48 ore dopo il consumo, anche in assenza di effetti psicotropi. Per gli oppiacei e la cocaina, invece, la positività ai test può persistere fino a 96 ore.

Alcuni farmaci, sebbene assunti per finalità terapeutiche, possono mostrare tracce evidenti anche diversi giorni dopo l’utilizzo. Ad esempio, i medicinali a base di benzodiazepine, impiegati nel trattamento dell’ansia, possono rimanere rilevabili per 2-4 giorni. La stessa durata può essere applicata a farmaci analgesici oppioidi, come la codeina e la morfina.

Fattori come la quantità assunta, la frequenza d’uso e il metabolismo individuale influiscono sui tempi di permanenza. Anche se la quantità nel sistema è minima, test altamente sensibili come quelli salivari possono rilevare residui prolungando il rischio di positività.

Precauzioni da adottare prima di mettersi alla guida

Adottare precauzioni adeguate prima di mettersi alla guida può aiutare a evitare sanzioni derivanti da falsi positivi nei test antidroga. La prima misura è verificare se i farmaci assunti contengano sostanze che potrebbero interferire con i test salivari. Consultare un medico o un farmacista può fornire chiarimenti in merito all’interazione del farmaco con le sostanze rilevate.

Se si assumono farmaci psicotropi o analgesici oppioidi, è consigliabile evitare di guidare almeno per la durata indicata dal professionista sanitario o dal foglietto illustrativo. In caso di dubbio, è utile annotare gli orari di assunzione dei medicinali, così da poter fornire informazioni dettagliate alle forze dell’ordine durante un eventuale controllo.

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Portare sempre con sé la prescrizione medica, la confezione originale e, se possibile, un certificato del medico attestante l’uso del farmaco può rappresentare una prova importante per evitare controversie. Per chi utilizza farmaci decongestionanti o antistaminici, conosciuti per gli effetti collaterali come sonnolenza o interferenze nei test, occorre prestare particolare attenzione al periodo di efficacia del farmaco.

Infine, evitare la guida nelle ore immediatamente successive all’assunzione di medicinali noti per influire sulla concentrazione o sull’attenzione è una misura cautelativa indispensabile per la propria sicurezza e per quella degli altri utenti della strada.

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