la parità di genere sul lavoro si certifica

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Incontro Il sistema che promuove una maggiore inclusione delle donne nel mondo dell’occupazione è finanziato dal Pnrr: le esperienze delle aziende biellesi

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Gap retributivo e occupazionale, crescita professionale, conciliazione tra famiglia lavoro, discriminazione di genere: sono i temi trattati ieri pomeriggio nella Sala Becchia della Provincia nell’ambito del convegno “Direzione certificazione di genere – il lavoro nel terzo millennio. Cultura, strategie e politiche di gestione delle differenze di genere a cura del tavolo provinciale sulla Certificazione di genere”.

L’introduzione di un Sistema di certificazione della parità di genere rientra nella Missione 5 “Inclusione e Coesione”, del Piano nazionale di ripresa e resilienza e mira a promuovere una maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro. Come è stato spiegato dai relatori si tratta di uno strumento fondamentale per migliorare la coesione sociale e territoriale, e di grande importanza per la crescita economica del Paese. Il sistema di certificazione della parità di genere ha l’obiettivo di assicurare una maggiore qualità del lavoro femminile, promuovendo la trasparenza sui processi lavorativi nelle imprese, riducendo il “gender pay gap”, aumentando le opportunità di crescita in azienda e tutelando la maternità.

A livello nazionale sono oltre 4300 le imprese già certificate. Se nel Biellese il tasso di occupazione femminile è molto più alto rispetto alla situazione italiana, purtroppo il tasso nazionale è fra i più bassi d’Europa e si ferma al 50,8 per cento.

In cambio le aziende possono ottenere un esonero contributivo e benefici fiscali. Le domande devono essere presentate entro il 30 aprile di quest’anno.

A introdurre i lavori è stata l’avvocato Ilaria Sala, consigliera di parità della Provincia. Sono seguiti gli interventi dell’avvocato Anna Mantini, consigliera di parità Regione Piemonte e di Federico Gerbaudi dell’ Ufficio direzione welfare Regione Piemonte. È dunque seguita la tavola rotonda moderata dalla giornalista Paola Guabello.

Durante l’incontro sono intervenuti anche i referenti di alcune aziende biellesi che hanno avviato il processo di ottenimento della certificazione.

A portare l’esperienza di Menabrea, che ha ottenuto la certificazione nel 2024, sono stati stata Giulia Canova (gestione sicurezza qualità sistemi alimentari) e Franco Thedy (amministratore delegato).

Il caso di Eurometallica è stato illustrato da Isabella Pozzati (ufficio qualità) e Fabio Sartore (titolare) che ha intrapreso il percorso di certificazione. Si tratta di un’azienda con molti lavoratori stranieri e di culture diverse soprattutto per quanto riguarda l’officina mentre negli uffici la situazione muta con una prevalenza femminile.

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Ha raccontato la propria esperienza anche Suedwolle (produttore di filati), che aveva avuto il primo audit nel 2023 e lo scorso anno ha ottenuto la certificazione. A parlare dell’esperienza è stata Catalina Stavarache (HR manager).

Il direttore Valentina Gusella ha poi raccontato il percorso che ha portato nel dicembre 2024 alla certificazione di Cna Biella, una realtà composta quasi all’80 per cento da donne. L’equità era più un aspetto che riguardava il genere maschile in minoranza. È stato un percorso complesso che ha messo Cna nelle condizioni di dover affrontare delle piccole ma grandi sfide anche sotto un profilo formale e culturale per essere effettivamente inclusivi.

Il prossimo incontro

Un secondo incontro è previsto per il 13 febbraio per discutere sugli altri strumenti di welfare lavorativo con l’introduzione di Erika Vallera, consigliera di parità supplente della Provincia, la relazione introduttiva dell’avvocato Giovanna Prato e l’esposizione dell’esperienza affrontata da Lavazza, raccontata da Gianmarco Fissore.

Anche in questo caso l’incontro sarà seguito da una tavola rotonda moderata da Silvia Basiglio con Tintoria Finissaggio 2000 e le organizzazioni sindacale CGIL CISL e UIL.

In quell’occasione sarà inoltre presentato il progetto “Bilanciare – in equilibrio tra vita e lavoro”.

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