Padova, la facoltà di scienze politiche compie 100 anni: «Laboratorio di pensiero»

Un secolo tutt’altro che banale: la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova ha tagliato nel 2024 il traguardo dei suoi primi cent’anni di vita e, per la cerimonia di chiusura delle celebrazioni, ha schierato la «cavalleria pesante». Nell’Aula Magna di Palazzo Bo, infatti, sono intervenuti tre studenti d’eccezione, laureatisi all’ombra del Santo: il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il presidente del Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) Renato Brunetta e Daniele Franco, attuale presidente del Cda della Fondazione Policlinico Gemelli e già direttore generale della Banca d’Italia nonché ex ministro dell’Economia e delle Finanze nel Governo Draghi (esperienza condivisa con Brunetta).

La rettrice: «Laboratorio di pensiero critico»

A fare gli onori di casa la rettrice Daniela Mapelli, che ha condensato in pochi minuti di discorso cento anni di Scienze Politiche: «Questo secolo ha visto una storia intensa, ricca di trasformazioni, sfide e successi. La dittatura fascista e, successivamente, le contestazioni degli Anni di piombo hanno segnato profondamente tale facoltà: le aule di Scienze Politiche erano diventate luoghi di dibattito acceso, riflettendo le tensioni e le aspirazioni di intere generazioni, a testimonianza della vitalità e dell’importanza del ruolo della facoltà come laboratorio di pensiero critico».

Fontana:  «Anni di studio e sacrifici»

Lorenzo Fontana (che, al pari dei suoi «colleghi», non ha rilasciato dichiarazioni su argomenti di stretta attualità e politica) ha invece aperto il libro dei ricordi: «Quelli trascorsi all’Università di Padova sono anni che ricordo con affetto, sebbene complicati e di grossi sacrifici, perché la mia famiglia non poteva mantenermi e quindi dovevo alternare lo studio al lavoro. Il mio più grande rammarico, in tal senso, è aver frequentato poco le lezioni proprio a causa del lavoro: per questo se possibile aiutiamo quei ragazzi che hanno davvero voglia di imparare, che si sacrificano lavorando e nel contempo studiano, trovando qualche soluzione per loro. Sono un valore aggiunto e rappresentano un investimento per il futuro del nostro Paese».

Brunetta, prof negli Anni di piombo: «Turbolenti ma straordinari»

Renato Brunetta ha studiato a Scienze Politiche – diventando poi docente – proprio negli Anni di piombo, periodo che definisce «turbolento e difficile ma straordinario: ho avuto il privilegio di viverlo in prima persona, tra occupazioni e tragedie. Quando mi è arrivato questo invito il cuore mi è saltato nel petto, perché mi è tornata alla mente quell’incredibile esperienza di vita, formazione e dolori dentro cui è passato un pezzo difficile e tragico della storia d’Italia».

Franco: «Una formazione ampia»

Un’esperienza, peraltro, vissuta con Daniele Franco, a sua volta alunno e docente di Scienze Politiche: «Devo molto alla formazione avuta in quegli anni, perché è una facoltà in grado di fornire un’ampia varietà di visioni, anche culturali». A «polemizzare» nel finale è invece stato l’ex rettore Giuseppe Zaccaria: «Non solo l’Italia investe solo lo 0,9% del Pil per l’Università, ma ultimamente si parla anche di una riforma della legge Gelmini: sembra che ogni ministro voglia passare alla storia definendo col proprio nome l’ennesimo cambiamento, che rischia peraltro di moltiplicare le posizioni precarie».

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