Secondo i dati dell’Unioncamere-Ministero del Lavoro le imprese italiane nei prossimi tre anni hanno l’intenzione di assumere 1,37 milioni di addetti. Ma la metà delle aziende paradossalmente rischia di non riuscire a reperire i nuovi dipendenti per carenza di disponibilità e competenze. In provincia di Frosinone previsti nei prossimi 3 mesi 430 ingressi con un incremento del 5,2 per cento rispetto all’anno scorso
L’ultimo caso è delle ore scorse. È quello rivelato da Danilo Bonassoli, amministratore unico di Albogroup, azienda con sede in provincia di Bergamo e con 8 milioni di fatturato. Lavora bene, i clienti crescono, serve altro personale, in fretta. In organico occorrono due operai ed un manutentore: per i primi la paga base è di 1.600 euro al mese puliti in tasca, per il manutentore si parla di 3.500 euro netti al mese. Ma nessuno si presenta. Lo racconta al Corriere della Sera.
A bussare alla sua porta nessun giovane italiano. Solo stranieri. E fin qui non è un problema. La difficoltà sta nel fatto che si proponga solo gente straniera senza esperienza, senza qualifica, senza competenza.
Vacanti 190mila posti
Non è un problema solo della Albogroup. Non è un problema solo della bergamasca e del ricco Nord Est. Nonostante le numerose crisi aziendali che affliggono il Paese stiano mettendo a rischio quasi 120mila posti di lavoro, entro i prossimi tre mesi le imprese italiane hanno dichiarato all’Unioncamere/Ministero del Lavoro l’intenzione di assumere 1,37 milioni di lavoratori. Di cui ben 380mila circa a tempo indeterminato.
Tuttavia, in un caso su due, sussiste il rischio di non poter procedere alle assunzioni. Perché? Esattamente per il problema raccontato da Danilo Bonassoli: carenza di candidati, o impreparazione delle persone che si presentano ai colloqui. Pertanto, a fronte di 120mila lavoratori che potrebbero perdere il posto, nei primi tre mesi di quest’anno le imprese non sarebbero nelle condizioni di coprire, nemmeno offrendo un posto fisso, almeno 190mila posizioni lavorative.
Con un costante decremento della popolazione giovanile e un incremento significativo della fascia più anziana, gli imprenditori manifestano una crescente preoccupazione per la mancanza di personale. È decisamente superiore ai possibili effetti di una nuova crisi che, tuttavia, si sta diffondendo in buona parte dell’Unione Europea.
A segnalare tutto questo è l’Ufficio studi della CGIA, con una interessante analisi pubblicata oggi sul sito dell’associazione.
Tante difficoltà per reperire personale
La CGIA di Mestre, rileva che alla luce delle informazioni riportate nel report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia nel medio termine (2024-2028)”, il fabbisogno occupazionale delle imprese pubbliche e private presenti in Italia in questo quinquennio dovrebbe attestarsi attorno ai 3,6 milioni di occupati. Di questi, l’83% circa, pari a quasi 3 milioni di addetti, dovrebbe sostituire chi è destinato a uscire dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età.
In valore assoluto, il numero dei lavoratori dipendenti italiani con il posto fisso ha toccato, nel novembre 2024, il suo record storico, pari a 16.264.000 addetti. Per contro, i lavoratori a termine sono in flessione; sempre nello scorso mese di novembre si attestano attorno alla stessa soglia che avevamo a novembre del 2020, vale a dire 2.652.000 occupati.
Secondo gli imprenditori italiani, tra il 2017 e l’inizio di quest’anno la percentuale di difficoltà nel reperire il personale è più che raddoppiata. Se otto anni fa 21,5 imprenditori su cento avevano denunciato la grave difficoltà nel trovare collaboratori da assumere nella propria attività, per l’anno in corso la soglia è salita al 49,4.
Di fatto un imprenditore su due non riesce a trovare addetti da assumere nella propria azienda
Le assunzioni previste nel primo trimestre 2025
Ad eccezione di Benevento e Chieti, in tutte le province del Mezzogiorno nel primo trimestre di quest’anno è previsto un aumento delle assunzioni rispetto alle previsioni riferite allo stesso periodo del 2024. Nel resto d’Italia, invece, per 45 province del Nord e del Centro le variazioni saranno anticipate dal segno meno. La situazione più virtuosa è attesa a Siracusa con il +29,8 per cento (+1.770 entrate). Seguono Foggia con il +25,9 (+2.070), Matera con il +23,6 (+670), Vibo Valentia con il + 20,1 (+350) e Messina con il + 19,1 (+1.700).
Nonostante il depotenziamento previsto per il 2025, la decontribuzione relativa alle assunzioni nella Zona Economica Speciale (ZES) unica per il Mezzogiorno e l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresentano i due elementi fondamentali in grado di spiegare l’eccellente performance occupazionale attesa nel Mezzogiorno in questi primi mesi dell’anno.
Il Giubileo non traina, a Roma meno assunzioni
Provincia | gen-mar 2024 | gen-mar 2025 | Var. ass. 2025-2024 | Var. % 2025/2024 |
---|---|---|---|---|
VITERBO | 3.950 | 4.350 | +400 | +10,1 |
LATINA | 9.390 | 10.160 | +770 | +8,2 |
FROSINONE | 8.240 | 8.670 | +430 | +5,2 |
RIETI | 1.530 | 1.590 | +60 | +3,9 |
ROMA | 118.420 | 117.090 | -1.330 | -1,1 |
Come è agevole rilevare dall’analisi condotta dalla CGIA, in provincia di Frosinone sono previste 430 nuove assunzioni nei primi 3 mesi dell’anno. Con un incremento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del 5.2% in più.
Da osservare che, mentre in tutte le altre province del Lazio sono previste ulteriori nuove assunzioni, quindi con tutti segni +, l’unica che riporta il segno – è la provincia di Roma che perde circa l’1%.
Una situazione paradossale, se si pensa alle opportunità lavorative offerte dal Giubileo della Chiesa cattolica che si sta svolgendo a Roma e che terminerà a gennaio 2026.
(Foto di copertina © DepositPhotos.com).
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