Prato, c’è una offerta di 1,3 milioni per l’area dell’ex Rosalinda

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PRATO. Dopo le aste andate deserte, con una base di 3 milioni e 485mila euro, adesso all’invito a manifestare interesse da parte del curatore fallimentare, è arrivata un’offerta da 1,3 milioni di euro e se non ci saranno offerte migliorative, i 44mila metri quadrati dell’ex Lanificio Rosalinda a Viaccia verranno aggiudicati e, probabilmente, potrà partire il vecchio progetto per la realizzazione di 280 appartamenti.

Una notizia che non è passata inosservata a Viaccia perché il progetto edilizio è destinato a stravolgere l’intera frazione che si trova al confine fra Prato e Montemurlo. L’ex Lanificio Rosalinda si trova proprio nel cuore della frazione e quindi con le nuove costruzioni è destinato realmente a diventare il centro, magari anche con una vera e propria piazza di cui oggi la frazione ne sente la mancanza. Ma a preoccupare i residenti è il potenziale impatto che avverrà sul territorio con una urbanizzazione così massiccia: 280 appartamenti significano avere un incremento della popolazione minimo di almeno 7-800 persone con 4-500 autoveicoli in più circolanti sulle pochissime vie di comunicazione. Ed ecco perché il sempre attivo comitato di cittadini che fa riferimento al circolo Arci La Libertà si sta mettendo in moto per cercare di capire come poter incidere sul progetto, prima che sia troppo tardi.

Giovedì scorso c’è stato un incontro con i rappresentanti dell’associazione AttivaPrato per conoscere i nuovi strumenti previsti dalla Partecipazione civica inseriti nel regolamento comunale. Il presidente di AttiPrato, Paolo Sanesi ha illustrato gli strumenti della partecipazione civica, soprattutto quelli nuovi fatti inserire nell’aprile dell’anno scorso nel Regolamento comunale, mentre il vicepresidente Carlo Ceragioli ha illustrato la sua esperienza con l’apertura del primo Osservatorio civico sulle alberature e sul verde in via Firenze con l’impegno del comitato Lungo Bisenzio. Da questi strumenti potrà partire il eprcorso dei cittadini di Viaccia per far sentire la propria voce e magari condizione il progetto in maneira tale che tutti ne possano uscire soddisfatti.

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Il Lanificio Rosalinda era una delle fabbriche simbolo di Viaccia. Lanificio e rifinizione della famiglia Bresci-Lombardi, il titolare aveva scelto per l’azienda il nome della moglie, Rosalinda Lombardi, che teneva tanto alla fabbrica. Poi l’azienda fallì e la fabbrica fu chiusa. La riprese un gruppo che riuniva cooperative di abitazione rosse e bianche, Carep e Polistrade con un grande progetto di recupero dell’area datato 2006, con la costituzione della srl “Villaggio Rosalinda” che prevedeva la demolizione della fabbrica, la realizzazione di 280 abitazioni, uffici, negozi e un centro civico, oltre a strade e opere pubbliche. I lavori cominciarono. Furono realizzate le prime opere di urbanizzazione (marciapiedi, un pezzo di strada, un parcheggio in mattoncini rossi, fognature e condotte) ma poi la crisi economica bloccò tutto nel 2009. La zona fu chiusa e recintata e con gli anni è diventata una zona di abbandono e degrado. La società Villaggio Rosalinda è stata dichiarata fallita dal tribunale a ottobre del 2018 e curatore fu nominata la commercialista Elisabetta Meloni che adesso ha in mano l’offerta da 1,3 milioni di euro.

Il Lanificio Lombardi Rosalida è nato a cavallo dell’ultima guerra mondiale, ed è emblematico perché rappresenta uno dei pochissimi casi di imprenditoria al femminile della prima metà del Novecento, soprattutto in un settore come quello tessile, quando l’imprenditore era quasi esclusivamente una figura maschile. Lombardi Rosalinda intrecciò la sua storia sentimentale ed imprenditoriale con un altro personaggio pratese che però, per amore, scelse di rimanere nell’ombra della sua socia e compagna di una vita, ovvero Sergio Bresci. I due si erano incontrati poco più che adolescenti quando Bresci, giunto da Montemurlo verso la fine degli anni Trenta, aveva avviato una piccola attività di tessitura in alcuni localidi via Pistoiese, affittatigli appunto da Lombardi, padre di Rosalinda, il quale pur avendo possedimenti a Prato, viveva in realtà a Varese, dove faceva l’autista per il famosocalzaturificio locale. E probabilmente in occasione di una visita alla nonna Rosa Bianchi, appartenente ad una famiglia di imprenditori pratesi, che i due si incontrano e si innamorarono. Così nacque, insieme all’unione amorosa, anche un sodalizio imprenditoriale che Bresci per devozione all’ormai consorte, lasciò che andasse sotto il nome di “Lombardi Rosalinda”.

Ora l’intera area dell’ex Lanificio Rosalinda è pronta ad ospitare nuovi progetti e a traccaire un’altra storia per l’intera frazione di Viaccia.

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