Operazione Dinamite, verso la sentenza “operai e grossisti” della droga a Giostra

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A giugno il blitz che mise fine al giro di droga gestito dai Milanese nelle case fortezza. Il processo per gli spacciatori messinesi e i fornitori della Locride calabrese

Messina – In quattro patteggiano, due vogliono affrontare il processo ordinario, ma tutti gli altri quasi 60 imputati dell’operazione Dinamite vogliono chiudere la partita giudiziaria “qui e ora”, definendo la loro posizione di primo grado col processo abbreviato, puntando ad uno sconto di pena.

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Il blitz del 25 giugno 2024

Antonella Fradà

E’ questa l’indicazione che arriva dall’udienza preliminare sull’inchiesta anti droga che costituisce un filone del maxi blitz con 112 arresti dei Carabinieri scattato il 25 giugno del 2024 tra Barcellona e Messina. Si tratta in questo caso proprio del filone messinese che ha ricostruito il giro di traffico e spaccio di cocaina ma anche nuovi allucinogeni pesanti gestito dalla famiglia Milanese nelle case-fortino di Giostra.

Rispetto agli arresti di giugno, il numero degli imputati è molto più ampio: la Procura di Messina vuole infatti il processo per tutti i presunti pusher, organizzatori, fornitori calabresi e complici di quello che è stato definito una vera e propria organizzazione all’ingrosso della droga, col market di Giostra attivo h24 per i tanti clienti.

Da una operazione tre processi

roberto conte
Roberto conte

La giudice Claudia Misale ha aperto ieri il vaglio preliminare ed ha disposto i rinvii di udienza per definire i vari tronconi nei quali si è suddiviso il processo. Quatto imputati hanno infatti deciso di patteggiare, concordando la pena con l’Accusa. Si tratta di: Carmelo Gennarino Conti (di Tortorici), Giuseppe Lo Cascio, Francesco Spadaro, Antonino Barnà Mastrolembo (di Brolo). Torneranno davanti al giudice, il Gup Salvatore Pogliese, il prossimo 4 febbraio per ratificare il patteggiamento. Stralciata, per un difetto di notifica, la posizione delle calabresi Sharon Cicciarello e Maria Antonietta Irilli. Hanno optato per l’ordinario, invece, Giuseppe Alessi e Gaetano Cicero. Per gli ultimi 4 la nuova udienza è fissata al prossimo 7 febbraio,

Tutti i nomi

Tutti gli altri hanno optato per l’abbreviato e la Giudice ha convocato Accusa e difese per le prossime udienze, fissando l’ultima per la sentenza al prossimo 21 marzo. Saranno quindi giudicati:

Alessio Abate, Rosario Abate, Anzalone Giuseppe, Arrigo Alex, Astone Antonio, Astone Luca Michael Gabriel, Astuto Giuseppe, Carmelo Barile, Bellantoni Fabio, Maria Cacopardo, Calderone Danilo, Cananzi Gioacchino di Rosarno, Cannistrà Giovanni di Fiumedinisi, Caporlingua Claudio, Giuseppe Castorino, Graziano Castorino, Centorrino Andrea, Conti Angelo, Costa Salvatore, Costanzo Zammataro Giuseppe di Tortorici, Cuscinà Giovambattista, Demarco Valentina,Falcone Antonino, Galati Massaro Sebastiano di Tortorici, Roberto Galati Giordano, Stefania Galletta, Gangemi Giuseppe, Grasso Paolo, Giovanni Idotta, Messina Filippo, Milanese Domenico, Minutoli Grazia, Maria Minutoli, Muni Vincenzo, Nunnari Marcello, Maurizio Papale, Francesco Pelle, Giuseppe Pizzata, Giovanni Tizzo, Domenico Romano, Giada Sabbatini, Antonio Santovito, Maurizio Savoca, Scirone Antonino, Settimo Antonino, Settimo Paolo, Spadaro Francesco, Strangio Antonino, Cristian Sturniolo, Gianluca Torrini, Gianluca Vento.

La porta blindata a casa del pusher e il carabiniere ferito

L’operazione Dinamite, coordinata dai PM Antonella Fradà e Roberto Conte, nasce dal controllo in casa di un pregiudicato da parte dei Carabinieri nel 2020. Quando i militari vanno a casa di Ivan Lo Cascio al Cep, infatti, l’uomo apre convinto si tratti di un cliente e, accorgendosi delle divise, richiude la pesante porta blindata addosso ad un militare, ferendolo. Solo 20 minuti dopo Lo Cascio li fa finalmente entrare e in quei 20 minuti non c’è modo per i Carabinieri di poter capire cosa stesse accadendo all’interno né riuscire a penetrare nell’appartamento. Le indagini si attivano subito ed è così che, dopo aver documentato lo spaccio portato avanti da Lo Cascio, gli investigatori scoprono anche chi ci sta dietro, ovvero gli Anzalone e i Castorino.

La casa fortezza del Milanese

Risalendo la filiera della droga i Carabinieri arrivano anche a Domenico Milanese, un altro cliente di Abate e dei Castorino. E’ il pentito Settimo Corritore che parla agli investigatori di Milanese, alla fine del 2023, indicandolo come il gestore di una autonoma piazza di spaccio e rivelando che anche la sua è una abitazione – fortezza: nascosta alla vista da un sistema di cancelli, coi muri segnati da intercapedini nascoste dove all’interno vengono occultati hashish, marijuana ma anche cocaina.

Le difese

Nel processo sono impegnati gli avvocati Pietro Ruggeri, Cinzia Panebianco, Ignazio Panebianco, Salvatore Silvestro, Gianmarco Silvestro, Alessandro Billè, Alessandro Trovato, Giorgio Italiano, Maristella Bossa, Carlo Autru Ryolo, Giuseppe Bonavita, Pietro Luccisano, Pietro Fusca, Antonello Scordo, Rita Pandolfino, Giovanni Mannuccia, Carmine Verde, Gregorio Cacciola, Laura Todaro, Gabriele Lombardo, Alberto Ferraù, Sandro Pruiti, Salvatore Cipriano, Dario Cocivera, Giuseppe Zangari.

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