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Da una parte un esercito di piccole e “micro” imprese – sono il 95% dell’intera platea nazionale –, dall’altra un bacino di circa 434 mila professionisti: avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, anch’essi “con una dimensione prevalente di piccola entità”, pronti a gestirne le “fasi cruciali” dei processi contabili, civilistico-fiscali, giuslavoristici, di amministrazione del personale e legali. Con la figura dell’avvocato che via via acquista sempre maggiore centralità come “consulente aziendale”, per prevenire il contenzioso e ridurre i tempi della giustizia. La fotografia emerge dalla seconda edizione del “ Rapporto Imprese e Avvocati 2024 ”, promosso dall’Organismo Congressuale Forense (OCF) in collaborazione con Format Research, al centro del convegno “Imprese e Avvocati – Il ricorso alla figura professionale dell’Avvocato da parte delle Imprese” tenutosi nel fine settimana a Sorrento.
Per il 93,1% del campione (1.300 interviste ad imprese dai 3 ai 249 dipendenti) la consulenza legale è un “elemento cruciale” per “limitare il rischio di controversie future”. Mentre le dimensioni ridotte dei clienti spingono verso una consulenza che non sia solo tecnica, ma anche “flessibile e personalizzata”. Secondo il rapporto il 61% delle imprese preferisce avvalersi di liberi professionisti, mentre il 30,8% si rivolge a studi legali di medie dimensioni e solo il 2% a grandi studi legali.
“Negli ultimi anni – ha dichiarato il segretario dell’OCF, Accursio Gallo – la professione forense si è trasformata profondamente a causa di nuove sfide sociali, economiche ed etiche. Il ruolo dell’avvocato si è ampliato, includendo la consulenza alle imprese, mentre la tecnologia e il Legal Tech stanno rivoluzionando il mercato legale, automatizzando le attività più standardizzate”. “Tuttavia – prosegue Gallo -, non è solo la tecnologia a guidare questa evoluzione: anche il paradigma professionale sta cambiando, richiedendo una contaminazione di competenze e una maggiore adattabilità ai contesti imprenditoriali in trasformazione. L’Avvocato d’Impresa, ora, non è solo un fornitore di servizi legali, ma un partner strategico, integrato nei processi aziendali e nelle strategie di crescita”.
Altro dato significativo è che il 60,6% delle imprese ha gestito il contenzioso facendo riferimento solo a forme di risoluzione alternativa, il 28,7% ha fatto ricorso sia alla causa civile che a forme di giustizia alternativa, mentre solo 10,7% ha fatto ricorso solo alla causa civile. La mediazione è stata la forma di risoluzione alternativa più utilizzata (36,1%), seguita dal tentativo di conciliazione (23,8%) e dalla negoziazione assistita (21,1%).
Nel 55% dei casi, le imprese hanno agito come parte attrice nei contenziosi, mentre il 19,8% si è difesa come parte convenuta. Il 25,2% delle imprese è stata coinvolta in diversi contenziosi, in alcuni come parte attrice in altri come parte convenuta.
Le principali aree di intervento sono: recupero crediti (40%) e contrattualistica commerciale. Un’impresa su quattro poi richiede consulenza per questioni di privacy, mentre oltre il 20% si avvale di supporto legale in ambito fiscale e di sicurezza sul lavoro. Con un alto livello di soddisfazione: il 90,4% riconosce nell’avvocato un partner strategico, capace di ridurre i contenziosi.
Riguardo poi ai modelli di pagamento: il 73% delle imprese paga sulla base di un corrispettivo tariffario, il 20% in base al beneficio economico ottenuto, il 14,4% tramite convenzione, e l’11,2% su base oraria.
Inoltre, oltre il 60% gestisce la consulenza e l’assistenza legale “a chiamata”, mentre circa il 40% adotta un approccio strutturato e continuativo a mezzo contratti di consulenza e collaborazione. Tra queste, il 22,6% interagisce con il consulente legale a tutti i livelli aziendali, non solo da parte dei titolari.
Non mancano una serie di suggerimenti per possibili interventi per rafforzare l’efficacia della consulenza legale allargandone l’ambito alle prevenzione e alla pianificazione strategica, come il potenziamento delle competenze in recupero crediti e contrattualistica con programmi di formazione, o la specializzazione in privacy e fiscalità ma anche lo sviluppo di strumenti di valutazione della soddisfazione del cliente con sistemi di feedback. E ancora, la consulenza legale deve essere sempre più uno strumento di prevenzione grazie a campagne informative mentre i modelli di remunerazione devono divenire flessibili e personalizzati. Infine, l’obiettivo è di far crescere il ruolo del legale in azienda con un supporto alla gestione che sia continuativo, “integrando gli avvocati nelle strategie aziendali”.
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