il Natale della politica tra regali stravaganti e sobrietà rigorosa

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Natale non è solo panettoni, lucine intermittenti e cinepanettoni che riempiono i palinsesti. Anche nei palazzi del potere l’aria di festa si fa sentire, ma qui lo spirito natalizio si mescola con la politica e il risultato è una carrellata di regali che dicono molto più di mille comunicati stampa. Lo stile, ovviamente, cambia a seconda del mittente, e quest’anno Giorgia Meloni ha giocato la carta del dolce: un regalo tanto semplice quanto geniale.

Sotto il tavolo dell’ultimo consiglio dei ministri, ogni componente del governo ha trovato un mega barattolo di Nutella. Non il solito formato da supermercato, ma una versione XXL, con un’etichetta personalizzata che riportava il nome di ciascun ministro. “Antonio” per Tajani, “Daniela” per Santanchè, “Roberto” per Calderoli: una lista degna di un Babbo Natale che conosce bene i suoi destinatari.

Insieme al barattolone, una lettera autografa della premier con istruzioni precise: dimenticatevi per un attimo dei dossier, infilatevi una tuta comoda, scegliete una serie tv (sì, anche trash va bene) e tuffatevi nella Nutella. Il messaggio era chiaro: per affrontare un 2025 che promette di essere impegnativo, serve un po’ di zucchero e leggerezza. La squadra ha apprezzato. Per ora niente liti e tanto spirito natalizio.

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Se la Meloni ha pensato ai suoi collaboratori con un regalo dolce e rassicurante, i suoi parlamentari di Fratelli d’Italia hanno puntato su qualcosa di più “strutturale”. Per la loro leader, il dono di Natale è stato un letto a due piazze del valore di 9.200 euro. Una colletta orchestrata con precisione svizzera, dove ognuno ha contribuito con 50 euro, guidati dalla sorella Arianna che, da brava consigliera, ha indirizzato tutti verso un regalo di qualità. Il letto andrà nella nuova casa romana della premier, al Torrino. E se non aiuterà a risolvere i problemi del Paese, almeno promette un riposo extra confortevole.

Antonio Tajani, che di Natali a Villa San Martino ne ha visti tanti, ha ricevuto dai parlamentari forzisti un trolley con il logo “Forza Italia” in bella vista. Essenziale e funzionale, certo. Anche elegante, assicurano i soliti bene informati. Perfetto per un Ministro degli Esteri costretto a viaggiare in lungo e in largo, ma lontano anni luce dai fasti dei regali a cui il partito era abituato ai tempi di Silvio.

Matteo Salvini, invece, ha incassato un regalo dal sapore simbolico: un voucher all-inclusive per un viaggio con l’amata Francesca. La meta? Non è specificata, ma sarà un weekend lungo, giusto per staccare un po’ dopo l’assoluzione nel processo Open Arms. A organizzare tutto ci ha pensato Simonetta Matone, ex magistrato e ora deputata leghista, che ha raccolto i fondi per regalare al leader un po’ di meritato relax.

Il premio per il regalo più creativo va senza dubbio a Maurizio Lupi e ai parlamentari di Noi Moderati. Il loro dono è stato un cartonato del leader in tenuta da calciatore milanista, che – aperto – si trasforma in un campo di subbuteo. Più che un regalo, un invito a giocare e, magari, dimenticare per un attimo i numeri di fiducia.

L’opposizione, invece, ha scelto la via opposta. Nessun sfarzo, nessuna esagerazione. Elly Schlein, segretaria del PD, ha raccontato che i dem si sono limitati a scambiarsi auguri e brindisi. Niente panettoni artigianali, né bottiglie da collezione. Solo qualche abbraccio e il bicchiere giusto per salutare l’anno che si chiude. Sobrietà che, a sentire i suoi, è stata apprezzata: nessuno si è sentito escluso o obbligato a partecipare a spese poco opportune.

Sobrietà anche per Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle. Per loro, il miglior regalo è stato evitare imbarazzi: nessuna colletta per il leader, nessun cadeau simbolico. Solo auguri sussurrati e un po’ di tempo per staccare dal circo mediatico. Non è tanto, ma per Conte, che ha fatto della misura un mantra, è più che sufficiente.

Anche tra i Verdi e la Sinistra di Bonelli e Fratoianni la parola d’ordine è stata semplicità. Un brindisi collettivo, qualche augurio e poco altro. “Non servono regali per dimostrare coesione”, avrebbe commentato Bonelli. Una linea che sembra più un manifesto politico che una scelta pratica: in tempi di critiche social sempre pronte a scattare, l’understatement è la scelta più sicura.

Infine, come non menzionare i renziani? Matteo Renzi ha pensato a bottiglie di bollicine per i suoi fedelissimi, ricevendo in cambio un ferro di cavallo gigante, simbolo di fortuna. La vera soddisfazione, però, l’ha avuta con la sentenza del processo Open, che lo ha prosciolto. “Il regalo più grande è la giustizia”, ha commentato Renzi, senza perdere l’occasione di ricordare il verdetto favorevole.

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E Azione? Qui il budget si è ridotto a zero. Matteo Richetti ha scelto una bella foto di gruppo, condivisa sui social. Niente spese folli, ma un gesto che, almeno sui feed, è stato apprezzato. Del resto, quando il portafoglio non consente stravaganze, un bel post può fare miracoli.

Insomma, tra barattoli di Nutella e letti extralusso, trolley e voucher, il Natale della politica si è confermato un mix di ironia, lusso e qualche tocco di sobrietà. In attesa che le feste finiscano e si torni ai consueti scontri parlamentari, una cosa è certa: nei palazzi del potere, lo spirito natalizio non manca.



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