Nuova scuola. Quando la sinistra se la prende con Valditara e con Galli della Loggia » LO_SPECIALE

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Era ovvio che il mainstream avrebbe macchiettizzato, polemizzato e bocciato le novità “controrivoluzionarie” introdotte dal ministro Valditara. La sua “nuova scuola”, e lo dice un docente universitario, è nel segno della tradizione (la “scuola classica”), ovviamente attualizzata. E siamo finalmente nella direzione giusta. Come dovrebbe fare un governo di centro-destra coerente con sé stesso, col proprio Dna, col programma votato dalla maggioranza degli italiani.
L’inversione di tendenza, ero sicuro, ha dato molto fastidio. La sinistra politica, intellettuale e giornalistica, dalle aule alla società, pensava di aver costruito e consolidato un pensiero unico globale, basato sulla “cancel culture” o sulle censure degli algoritmi (i famosi fact checker); invece, sta perdendo terreno ogni giorno che passa, lasciando il posto a un pericoloso “globalismo sovranista”, di stampo uguale e contrario.
E’ chiaro che veda come il diavolo la triade Trump-Musk-Meloni. E adesso ci sì è messo pure Valditara a indottrinare, plagiare i giovani (che dovevano essere plagiati unicamente dall’ideologia woke, dai desiderata del mondo Lgbtq: tu chiamala se vuoi educazione affettiva contro il bullismo e i feminicidi).
Vediamo lo scandalo: prima il latino, già dalla seconda media, anche se non sarà obbligatorio. E poi, più musica già da piccoli, poesie da imparare a memoria; via la geostoria, la separazione netta tra la storia e la geografia. E apriti cielo, lo studio della Bibbia, dei popoli italici, delle radici delle civiltà occidentali e in particolare, le vicende dell’Antica Grecia e di Roma, sui primi secoli del Cristianesimo, il Rinascimento e il processo di unificazione nazionale e la storia contemporanea dell’Europa e dell’Occidente.
Cosa c’è di sbagliato? Nulla. Tutto positivo e doveroso.
Io che frequento i ragazzi non posso che certificare e ribadire dei vulnus molto pericolosi per la loro formazione (sono degli autentici analfabeti a 360 gradi). Vulnus che sono la ragione delle scelte del ministro.
Il latino non è mai stata una lingua morta, da relegare al passato, all’inutilità. Se non la parliamo correntemente non serve al business e va eliminata.
Ma, al contrario, è fondamentale per l’esatta disposizione delle parole (oltre all’individuazione, come per il greco, dell’esatta etimologia). Come possono crescere ragazzi che non sanno parlare, scrivere (si limitano ad accennare superficialmente ai concetti, senza svilupparli); che non sanno leggere né capire ciò che leggono? Senza contare l’effetto dei social. E questi saranno i protagonisti del domani?
Se non ci comprende, si è preda di qualsiasi Grande Fratello: la semplificazione banalizza idee, visioni, interpretazioni e quindi, elaborazioni, che servono alla nostra coscienza critica.
Ne discende che l’esercizio mnemonico, le poesie imparate a memoria, non sono una vessazione, una condanna morale, anacronistica, ma un viatico ad esercitare quel muscolo, chiamato cervello, che se non si mobilita, si atrofizza. E i risultati si notano oggi.
Il ripristino integrale della storia e della geografia, vuol dire solo una cosa: bisogna amare, conoscere, capire, chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo.
E’ una pedagogia identitaria positiva (il suolo, la terra, appartengono al lavoro che hanno fatto i nostri padri; è l’identità storica, culturale, sociale e religiosa dei popoli), impostazione che naturalmente contrasta col cittadino del mondo, l’apolide, il cosmopolita, l’internazionalismo proletario, che sia nella versione radical, sia liberal, considerano i confini sovrani, i territori, un limite e nemici.
Che cavolo vuol dire geostoria? L’interazione tra l’ambiente e il cammino dell’uomo? Non è ideologia storicista, progressista che nega la realtà?
Che pericolo studiare il Risorgimento: forse gli studenti potrebbero innamorarsi della patria. E che pericolo studiare la Bibbia: forse gli studenti smetteranno di fare gli atei e i liquidi.
Botta finale per il politicamente corretto e il pensiero unico: il primato dello studio dei popoli italici ed europei. Che disastro: nella rivoluzione di Valditara non ci sono gli africani, i progenitori dei migranti.
Chicca. Chi sono gli ispiratori del progetto “nuova scuola”? A elaborarlo è stata una commissione guidata da Loredana Perla, professoressa di Didattica e Pedagogia speciale all’Università di Bari, alla quale è stato affidato il coordinamento scientifico, affiancata da Ernesto Galli della Loggia, Francesco Emmanuele Magni, consulente del ministro, Laura Sara Agrati, pedagogista dell’Università telematica Pegaso, Paolo Calidoni, ex professore a Parma, Giuseppe Cappuccio, ordinario di Pedagogia sperimentale a Palermo, Massimiliano Costa, ordinario di Pedagogia Sperimentale a Ca’ Foscari, Evelina Scaglia, associato di Pedagogia a Bergamo, Alessia Scarnisci, ordinario di Pedagogia dell’Universitas Mercatorum, Viviana Vinci dell’Università di Foggia.
Tutti di serie b?



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