Tritone crestato fotografato dal lato inferiore mentre nuota in uno stagno – Marco Colombo
È il paese in Europa che ospita il maggior numero di specie viventi e di habitat. E oltre il 50 per cento delle specie vegetali e il 30 per cento delle specie animali europee sono endemiche, presenti cioè esclusivamente in Italia. Il nostro Paese infatti ha una posizione unica, protesa nel Mediterraneo e con una geomorfologia che ospita gli ambienti più diversi. Ponte tra Africa e Nord Europa, la Penisola è anche una delle più importanti rotte migratorie di moltissime varietà di uccelli. Qui si trovano 85 tipi di ecosistemi terrestri, ma il 68 per cento, più di due terzi, è in pericolo e il 30 per cento delle specie è a rischio estinzione. La aree protette italiane coprono il 17 per cento del territorio e solo l’11 per cento della superficie marina.
Volpe rossa – Bruno D’Amicis
Il National biodivesity future center (Nbfc) – progetto nato grazie al Pnrr, coordinato dal CNR e formato da oltre 50 partner tra Università, Centri di ricerca, Fondazioni e imprese – ha individuato nella conservazione della biodiversità vegetale e animale una delle sfide più cruciali per l’Italia e l’intero bacino del Mediterraneo, che ospita ecosistemi gravemente compromessi. Un impegno che parte dal mondo scientifico per arrivare alle scelte della politica. Ma deve diventare cultura diffusa della biodiversità, patrimonio unico e prezioso. Proprio per conoscere riflettere su questi tesori dal 20 gennaio al 30 aprile 2025 apre al pubblico a Roma, nella sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in piazzale Aldo Moro 7, la mostra Il paese della biodiversità. Il patrimonio naturale italiano grazie a National Geographic Italia e al National Biodiversity Future Center.
Gambero di fiume – Marco Colombo
Il percorso espositivo multimediale presenta in 5 sale una cinquantina di spettacolari fotografie di The Wild Line – il collettivo di fotografi naturalistici composto da Marco Colombo, Bruno D’Amicis e Ugo Mellone –
che descrivono la stupefacente biodiversità italiana e testimoniano l’importanza di preservarla. Le immagini di grande formato, selezionate da National Geographic, raccontano il lato selvaggio del nostro paese, esplorando il legame tra la sua biodiversità, le attività umane e le conseguenze dei cambiamenti climatici.
Falco lanario – Bruno D’Amicis
L’Italia è particolarmente esposta ai rischi legati al cambiamento climatico, con l’intera area mediterranea considerata un hotspot. Siccità e desertificazione nelle regioni meridionali, aumento della temperatura del mare, incremento degli eventi meteo estremi – su un territorio fragile e spesso trascurato – sono tutti elementi che possono concorrere ad alterare ecosistemi fragili, spesso già sotto pressione per l’impatto delle attività umane.
Pino loricato – Ugo Mellone
Il potere evocativo delle straordinarie immagini esposte in mostra invita i visitatori a riflettere sulla ricchezza e sulla fragilità degli ecosistemi italiani e sull’urgenza di adottare strategie per conservare gli habitat naturali. Dalle piante agli invertebrati, dagli uccelli agli animali acquatici, ad alcuni dei mammiferi più iconici del nostro patrimonio naturalistico, ogni fotografia è il racconto di una specie, del suo comportamento, dei rischi a cui è sottoposta.
«La tutela dei nostri ecosistemi – spiega Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche – passa non soltanto dall’impegno del mondo scientifico o dalla messa a punto di tecnologie di ripristino e prevenzione, ma anche da una cultura della biodiversità, estesa e trasversale a tutta la società. Pertanto, il nostro augurio è che quante più persone possibile – cittadini, famiglie, studenti – colgano l’occasione per entrare in un luogo del sapere quale è il Consiglio nazionale delle ricerche, e scoprire attraverso questa mostra il vasto mondo della biodiversità e l’affascinante complessità di questo ambito di studio».
Gorgonie rosse – Marco Colombo
«Questa mostra è, prima di tutto, un piccolo racconto della ricchezza del nostro patrimonio naturale – afferma Marco Cattaneo, direttore di National Geographic – che ritrae specie iconiche come l’orso marsicano, il lupo, la lince, ma anche animali di cui molti di noi non conoscono nemmeno l’esistenza e che pure hanno un ruolo cruciale nei nostri ecosistemi. Il messaggio di questa mostra è che la natura va salvaguardata nel suo insieme, nella sua complessità, e che la biodiversità del nostro paese è un capitale di valore inestimabile». «Attraverso questa mostra tante ragazze e ragazzi delle nostre scuole si avvicineranno alla scoperta della natura – dichiara Luigi Fiorentino, presidente NBFC – sviluppando curiosità per lo studio scientifico e per la tutela della biodiversità, come sancito dall’art 9 della nostra Costituzione».
Sono infatti previste anche visite guidate per le scuole, con attività didattiche pensate per diverse fasce d’età e livelli di istruzione. Il collettivo The Wild Line è composto da giovani e pluripremiati fotografi come Marco Colombo, Bruno D’Amicis e Ugo Mellone.
Foca Monaca – Ugo Mellone
Apertura al pubblico: dal 20 gennaio al 30 aprile. Orari: lunedì e mercoledì 14-18, giovedì 9.30-14. Per le scuole: lunedì e mercoledì con visite nelle fasce orarie 9.30-11 e 11.15-12.45. Ingresso: gratuito con prenotazione obbligatoria a questo link.
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