FIRENZE. «Soldi in più per abbattere le liste d’attesa non ce ne sono mai stati, ma almeno ci ridiano la possibilità di derogare ai tetti spesa per il personale e gli acquisti dal privato convenzionato come era accaduto nel 2024». Sì, è una tirata d’orecchie, ma anche un appello accorato al governo quello lanciato ieri mattina dal presidente della Regione Eugenio Giani e dall’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini. «Non lo chiediamo solo noi, ma tutte le Regioni» hanno ribadito più volte. Perché la posta in paio è davvero alta e delicata: il rischio, infatti, è che vadano in fumo i progressi fatti nella riduzione delle liste d’attesa.
La situazione nel 2024
Progressi che in Toscana sono stati tutt’altro che indifferenti: «Nel 2024 abbiamo recuperato 420mila prestazioni, di cui 375mila di specialistica ambulatoriale, 18.500 interventi chirurgici e 26.600 screening», dice il governatore Giani. Non è una goccia nel mare, ma nemmeno la panacea di tutti i problemi dato che «complessivamente sono state 12 milioni le prestazioni erogate sull’intero territorio toscano, senza considerare i laboratori d’analisi», continua il governatore. Ma a Palazzo Strozzi Sacrati sono convinti che la strada tracciata sia quella giusta e vorrebbero non solo proseguirla, ma anche rafforzarla: «L’anno scorso ce l’abbiamo fatta sfruttando la maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse assegnate consentendo alle Regioni di spendere lo 0,4% dei finanziamenti del Fondo sanitario nazionale per la produttività aggiuntiva e l’acquisto di prestazioni da privati – sottolinea l’assessore Bezzini –: per la Toscana ciò ha significato 32 milioni di euro da destinare all’abbattimento delle liste d’attesa, a cui noi ne abbiamo aggiunti altri cinque». Il totale fa più di 37 milioni di euro «e li abbiamo spesi tutti» sottolinea Bezzini rispondendo così ai rilievi delle settimane scorse arrivati dal ministro della Salute Schillaci. «Quando dice che alcune Regioni non hanno sfruttato quell’opportunità, di sicuro non si riferisce alla Toscana – ribadisce -: anzi, è proprio grazie alla possibilità di derogare ai tetti di spesa che abbiamo ottenuto qualche progresso».
I tetti di spesa e la deroga che non c’è nel 2025
Il problema è che, per il 2025, quella possibilità non c’è. Anche se era stata promessa, annunciata e pure scritta in alcune bozze della manovra finanziaria circolate a fine dicembre. «Le abbiamo viste anche noi – confermano presidente e assessore – : in alcune la possibilità di derogare ai tetti di spesa per personale e acquisto di prestazioni dal privato convenzionato arrivava, addirittura, allo 0,7%, che per la Toscana avrebbero significato circa 55 milioni da destinare al piano regionale per l’abbattimento delle liste d’attesa».
Però c’è un problema: «Quella previsione è scomparsa dalla finanziaria che è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale». Da qui la richiesta, «che non è della Toscana ma di tutte le Regioni dello Stivale» sottolineano più volte Giani e Bezzini: «Il governo mantenga fede ai suoi annunci – dicono – e recuperi quella possibilità con il decreto Milleproroghe: se lo 0,7% è considerata una quota troppo alta, si riconfermi lo 0,4% di un anno fa. Facciano almeno questo, dato che non hanno aumentato di un euro le risorse, altrimenti rischiamo di ritrovarci con le mani legate».
Come usare i 10 milioni per integrare il piano
Anche i 10 milioni di euro stanziati appositamente dalla Regione e destinati ad integrare il piano 2025 per la riduzione delle liste d’attesa, infatti, rischiano di diventare briciole. Anche se l’amministrazione regionale ha già deciso come impiegarli: «Attiveremo i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta per prestazioni di diagnostica di primo livello e saranno messi in campo anche percorsi di coprogrammazione e coprogettazione per sviluppare con le associazioni di volontariato azioni condivise per abbattere le liste d’attesa» ha annunciato Giani.
Resta, però, il grande punto interrogativo sul piano complessivo: «Siamo ad inizio 2025 e possiamo parlare solo di scenari e non di proposte operative e azioni concrete: mi aspetto che il governo chiarisca rapidamente la sua posizione. E, comunque, senza la possibilità di deroghe, nell’ambito del fondo sanitario nazionale, per produttività aggiuntiva e privato convenzionato – ha concluso Giani – le Regioni saranno in grande difficoltà nel mettere in campo efficaci strategie di riduzione delle liste d’attesa». l
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link