Catanzaro, animali torturati e uccisi nei laboratori dell’ateneo: 11 arresti, anche ex rettore

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Trentatré indagati, fra cui undici finiti ai domiciliari e uno interdetto dalle pubbliche funzioni. Un sistema di ispezioni pilotate e volutamente miopi in cambio di docenze e graduatorie di concorso aggiustate, costruito perché tutto sembrasse in regola con leggi, procedure, tutele. Ma nei laboratori dell’Università della Magna Grecia di Catanzaro di regolare non c’era nulla: né le ricerche, né le cavie che venivano usate, né le condizioni in cui erano costrette a vivere, né quelle inutilmente crudeli con cui venivano soppresse: scagliati contro il muro o decapitati in modo cruento e senza anestesia.

Lo ha scoperto la procura di Catanzaro, che all’esito di un’indagine della Guardia di Finanza ha chiesto e ottenuto i domiciliari per undici fra dirigenti del settore veterinario dell’azienda sanitaria provinciale e docenti dell’Università, incluso l’ex rettore Giovambattista De Sarro, più la sospensione dal servizio per un anno per un funzionario dell’Asp. A vario titolo, sono tutti accusati di associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali.

Gli indagati ai domiciliari

Oltre all’ex rettore, coinvolto anche in qualità responsabile scientifico di progetti di ricerca, sono finiti ai domiciliari Domenico Britti, presidente dell’Organismo preposto al benessere animale, nonché presidente, sino al 2023, della Scuola di Farmacia e Nutraceutica e responsabile del benessere animale per lo stabulario di Germaneto; Giuseppe Caparello, presidente dell’Ordine dei medici veterinari, direttore della Struttura complessa del Servizio veterinario dell’Asp dal 2018 e del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Catanzaro dal 2020; Fabio Castagna, veterinario designato per lo stabulario di Roccelletta di Borgia; Rita Citraro, sperimentatrice nei progetti di cui è responsabile scientifico De Sarro nonché docente del dipartimento di Scienze della salute dell’Università; Nicola Costa, veterinario designato per lo stabulario di Roccelletta di Borgia sino al 2021; Antonio Leo, sperimentatore nei progetti di cui è responsabile scientifico De Sarro e docente del dipartimento di Scienze della salute dell’Ateneo; Giovanni Loprete, veterinario designato per lo stabulario di Germaneto; Ernesto Palma, responsabile del benessere animale per lo stabulario di Roccelletta di Borgia e componente stabile dell’organismo preposto al benessere animale; Anselmo Poerio, veterinario convenzionato dell’Asp addetto alle ispezioni negli stabulari dell’Ateneo; Giuseppe Viscomi, veterinario dell’Asp, responsabile delle ispezioni negli stabulari Umg. E’ stato raggiunto dalla misura interdittiva della sospensione dall’esercizio delle pubbliche funzioni rivestite all’Asp per 12 mesi Luciano Conforto, veterinario addetti alle ispezioni negli stabulari.Tra gli indagati a piede libero, anche Ciro Indolfi, presidente della Federazione italiana di cardiologia, finito sotto inchiesta come responsabile di un progetto di ricerca su “Modello di danno vascolare nel ratto per lo studio della restenosi coronaria nell’arteriopatia obliterante periferica cronica”

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Gabbie luride, farmaci a uso umano e stupefacenti non dichiarati

Alla base c’è un maxi-finanziamento di due milioni di euro per un progetto di ricerca. L’Università non aveva alcuna intenzione di perderlo, sebbene le condizioni di laboratori e cavie fossero tanto precarie da mettere in discussione qualsiasi risultato scientifico. Ecco che per “disinnescare” le ispezioni e convincere l’Asp veterinaria a chiudere un occhio sono arrivati accordi e favori: la figlia di uno degli indagati, dirigente dell’Asp di Catanzaro, che risulta prima in graduatoria per un posto all’Università, uno dei veterinari incaricati di verificare le condizioni dei laboratori che inizia a collezionare incarichi di docenza, ovviamente ben retribuiti.

In cambio, nei due laboratori universitari – che per le precarie condizioni sarebbero stati immediatamente chiusi se le ispezioni fossero state reali – si faceva sperimentazione su cavie vive in spregio a qualsiasi buona norma di igiene, benessere animale e etica. Anche sui farmaci utilizzati non c’era alcun controllo: morfina, ketamina e altre sostanze venivano procurate alla bisogna, non esisteva un armadietto dei farmaci, necessario per legge, né un registro di carico e scarico. Anche gli animali spesso venivano acquistati dagli allevamenti di cavie senza che ci fosse un progetto che autorizzasse la sperimentazione su animali vivi. Alcuni invece non si sa da dove siano saltati fuori. Nei registri semplicemente non esistono.

Venivano tenute in gabbie fetide, troppo piccole per tutti, per poi essere sacrificate – ha scoperto la Finanza – senza uno straccio di autorizzazione da parte del ministero della Salute. Risultato, centinaia di animali uccisi inutilmente e ricerche scientifiche dall’attendibilità assai dubbia, proprio per le condizioni in cui avvenivano le sperimentazioni.



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