Dazi, 7 imprese su 10 pronte a guardare a nuovi mercati extra Usa


Diversificare. Questa la parola chiave per il 70% delle imprese italiane, che hanno deciso di cercare nuovi mercati per affrontare al meglio i rischi dei dazi imposti dagli Stati Uniti sui prodotti stranieri. Secondo un recente sondaggio condotto da Unioncamere e dal Centro studi Tagliacarne, sebbene le vendite italiane negli Usa rappresentino una quota significativa dell’export nazionale, “la capacità di diversificazione dei mercati (sono 11 quelli mediamente raggiunti dalle aziende italiane) potrebbe contenere almeno in parte il peso delle nuove barriere economiche”. Sette imprese italiane su 10, quindi, si starebbero già attrezzando per contrastare gli effetti negativi dei possibili dazi Usa, e le Camere di commercio si propongono come supporter naturale in questo processo di internazionalizzazione. Ne hanno discusso oggi, 29 aprile, i presidenti delle Camere di commercio, riuniti a Roma per l’Assemblea di Unioncamere.

L’impatto dei dazi Usa? Un aumento dei prezzi di vendita dei prodotti

Il primo effetto che le barriere commerciali del governo Usa
potrebbe determinare, dicono le imprese, è la riduzione
dell’export
(il 56% delle imprese che subiscono un impatto da
queste politiche indica questa limitazione). Al secondo posto
(26%) c’è l’aumento dei costi di approvvigionamento. Al terzo
posto (22%) è segnalata la riduzione delle vendite di beni
intermedi
e semilavorati che sono incorporati in prodotti di
altri paesi per il mercato Usa. Un’impresa su cinque
(19%), poi, si aspetta un aumento della concorrenza da parte
di altre imprese che potrebbero spostare i mercati di vendita
dagli Stati Uniti all’Ue.

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Sette imprese su 10, però, sono pronte a rispondere, aumentando i prezzi di vendita (ipotesi dichiarata dal 33% delle aziende), ricercando nuovi mercati nella Ue (25%) o extra-UE (18%), aumentando/spostando la produzione negli Usa (lo dichiara solo il 3%).

Prete (Unioncamere): le piccole imprese possono generare oltre 7 miliardi di export aggiuntivo

“Il 43% delle imprese interpellate da una analisi di Ipsos resa
nota oggi è convinto che la Camera di commercio possa offrire un
valido supporto nell’accesso ai mercati esteri e quasi la metà
pensa che le Camere di Commercio possano continuare ad essere un punto di riferimento per affrontare le sfide future”, ha
detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete.
“Soprattutto le imprese di piccola dimensione vanno aiutate
visto che, secondo le nostre stime, oltre 7 miliardi di euro di
export aggiuntivo
potrebbero venire proprio da queste”.



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