piano rifiuti; conferenza stampa centrodestra, “quello della maggioranza è un non piano che condanna la Toscana ad essere una delle regioni con i costi più alti. Ci rimettono cittadini e imprese. Siamo al lavoro per una proposta alternativa che farà parte del programma per le regionali” – Centritalia News

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“  Un piano dei rifiuti insufficiente, inadeguato, ideologico e giunto fuori tempo massimo.  Una bocciatura netta nel merito e nel metodo, quella del centrodestra in Consiglio regionale. Obiezioni, perplessità e timori per il futuro, a partire dall’aumento delle già alte tariffe”, così Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia nel corso di una conferenza stampa durante la quale sono intervenuti il vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi (FdI), il capogruppo di Forza Italia Marco Stella, la capogruppo della Lega Elena Meini e il portavoce dell’Opposizione Marco Landi .“Il centrodestra ha lavorato molto sul Piano rifiuti della Toscana – ha detto Alessandro Capecchi – anche perché fin da subito abbiamo rilevato vizi di forma e questioni di sostanza importanti. Il Piano doveva essere pronto nel 2020 ma arriva solo oggi e, soprattutto, non è un Piano perché non localizza gli impianti, non prescrive niente e prevede una fase transitoria della durata di sei anni pari alla durata stessa del Piano secondo la Legge. Ritardi che hanno conseguenze se si pensa che i fondi POR FESR per la Toscana sono bloccati proprio perché la Regione sta tardando l’approvazione del Piano che dovrà ricevere l’avallo dell’Unione Europea. La Regione Toscana – ha ricordato l’esponente di FdI – è la seconda in Italia per costo pro-capite per la raccolta e smaltimento dei rifiuti, e nel Piano non ci sono né direttive specifiche né termini né indicazioni per realizzare gli impianti necessari che abbatterebbero i costi.  Il rovescio della medaglia è che si continuerà a depositare i rifiuti in discarica e di questo ne è consapevole la Regione perché ha previsto che i rifiuti urbani possano essere conferiti nelle discariche degli speciali. Alla faccia dell’ambiente e dei cittadini che saranno costretti a convivere con le emissioni della discarica a pochi passi da casa!
Rispetto ai 39 impianti presentati dai gestori rispondendo alla manifestazione d’interesse di quattro anni fa e che erano stati accolti dalla Regione, ad oggi abbiamo una quindicina sola di impianti che stanno procedendo più o meno lentamente rispetto alla loro realizzazione. Il risultato è che si continuerà a mettere sotto terra almeno il 25-30% dei rifiuti prodotti in Toscana”, ha concluso Capecchi. “Il Piano dei Rifiuti ha certificato che le tariffe Tari in Toscana aumenteranno perché il Pd – ha incalzato Marco Stella – ha scelto di non chiudere il ciclo dei rifiuti, ha scelto di non scegliere rispetto alla localizzazione degli impianti, ha tolto i termovalorizzatori. E’ un piano che non serve alla Toscana, non serve alle imprese toscane e non serve ai cittadini. Quella toscana è una delle Tari più care d’Italia, con una delle peggiori raccolte differenziate. Quello che ha di circolare questo piano è il continuo inseguimento del Pd nei confronti del Movimento Cinque Stelle, il quale ha fatto credere al Pd che avrebbe votato il Piano dei Rifiuti, e invece non lo ha fatto. Ma c’è un altro dato politico, oltre al rapporto con i 5 Stelle, ed è la dipendenza della maggioranza dai voti di Italia Viva; oggi c’erano solo 19 consiglieri regionali in aula, si è posta una questione di numero legale alla prima e alla seconda votazione, e questo significa che anche Italia Viva non sta più in questa maggioranza. Il Pd non è autosufficiente e ha perso l’alleanza per le elezioni regionali sia con il M5S che con Italia Viva: questo è il dato politico che emerge”, ha chiuso il capogruppo di Forza Italia.“Siamo di fronte a un piano che ha come unica certezza quella dell’insufficienza degli impianti – ha incalzato la presidente del gruppo della Lega Elena Meini – e al contrario lascia tanti interrogativi, comprese le sorti di quelli che hanno passato il primo vaglio della Regione, a partire dal gassificatore di Pontedera, presente nell’elenco, di cui ci è stata anticipata la non realizzazione dal presidente del Consiglio regionale Mazzeo ma di cui ancora non abbiamo conferma. La speranza è che quell’impianto non veda la luce, ma è comunque evidente la frattura interna alla maggioranza.
Il centrodestra invece ha le idee ben chiare su questo piano e anche su una proposta sul tema rifiuti e ambiente su cui stiamo lavorando da tempo e sarà parte del nostro programma elettorale per le regionali”.“A circolare non è l’economia – ha concluso Landi – ma i camion che spostano i rifiuti lungo tutta la Toscana, quando non fuori regione o fuori Italia.  E questo perché con il piano la Regione ha deciso di non decidere, demandando ad altri responsabilità che il governo regionale si dovrebbe assumere. E lo si fa spesso per ragioni elettorali, facendo scomparire impianti in prossimità delle elezioni amministrative, mettendo così avanti l’interesse politico a quello della comunità. E’ successo a Empoli con il gassificatore, è successo a Livorno con il termovalorizzatore. E a proposito dell’impianto livornese – ha puntualizzato il portavoce dell’Opposizione – nel Piano c’è scritto che fino a quando non saranno attivi i nuovi impianti resteranno operativi quelli esistenti, compresi quattro termovalorizzatori. Peccato che uno, quello di Livorno, è spento da un anno sancendo una previsione sbagliata, e quello che andrà a sostituirlo, l’ossicombustore di Peccioli, è un’incognita e comunque non vedrà la luce prima del 2030. E nel frattempo? Nel frattempo continueremo a far viaggiare i rifiuti e aumentare le tariffe”.A margine della conferenza stampa è intervenuto anche il capogruppo di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi: “deve fare riflettere soprattutto gli elettori di centrosinistra il comportamento della coalizione che guida la Regione Toscana che – ha detto- da una parte strizza l’occhio e asseconda le proteste ultra-ecologiste e contemporaneamente non si fa scrupoli a portare avanti impianti che sorgeranno a meno di 200 metri di distanza dai centri abitati come quello di Salanetti”.



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