Derby vietato ai tifosi di Rimini, la reazione degli ultrà di Forlì: “Nessuno vada al palasport”

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Quando la cronaca sportiva rischia di passare in secondo piano, anche se in palio ci sono due punti validi per la classifica. Con un turno infrasettimanale ancora da giocare, in Romagna gli occhi sono già tutti puntati sul derby della serie A2 di basket e sugli ultimi risvolti legati alle tifoserie e soprattutto sui provvedimenti in arrivo dalle istituzioni. Alle 20 di domenica, 19 gennaio, c’è in programma la partita che tutti i tifosi e gli appassionati della Pallacanestro Forlì 2.015 e della Rinascita Basket Rimini aspettano dal giorno dell’uscita dei calendari. Una sfida che muove amore, passione, persone, coreografie, stati d’animo e che quest’anno, per la decisione della Questura su indicazione dal Casm, il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive a sua volta sollecitato dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, sarà senza i tifosi riminisi.

Tifosi riminesi a cui è inibito l’acquisto dei biglietti come emerso dalla disposizione della prefettura di Forlì-Cesena. Per rispondere a questa decisione arriva ora una dura, durissima, presa di posizione degli ultrà di Forlì che divulgano dalla propria pagina Instagram un comunicato dai toni decisi.

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“Squallido teatrino”

“Ci risiamo – si legge nella nota pubblicata da ForlìToday – Ancora una volta siamo qui, a dover prendere una dura, quanto inevitabile decisione. Davanti all’ennesimo scempio ci troviamo costretti a dire basta. Davanti all’ennesima dimostrazione di incapacità ora decidiamo noi come comportarci e di fare da comprimari a questo squallido teatrino sarebbe umiliante, per noi e per la Tradizione Ultras che Forli, con orgoglio e dedizione, porta avanti da decenni. Questo modus operandi, che di anno in anno trova forme repressive sempre più inconcepibili e discriminatorie, verso chi ha la sola colpa di essere un tifoso, non ci vedrà al solito posto come sempre”.

“Il derby per noi inizia all’uscita dei calendari, quando ancora non sai nemmeno chi saranno gli americani o chi vestirà la tua maglia per questa stagione – proseguono le tifoserie -. Quel giorno il dito scorre veloce fino a quella partita. Il nostro derby inizia li. Notti insonni a preparare coreografie, striscioni, sfotto. Appartenenza, orgoglio, supremazia territoriale. Mesi di attesa per 40 minuti che per noi valgono se non la stagione almeno una buona metà”.

“Se non ci saranno loro, non ci saremo neanche noi”

“Resteremo fuori anche per rimarcare il silenzio assordante con cui la società ha accettato tutto questo, addirittura invitando i tifosi al derby sulle loro pagine social forgiandosi delle foto della Curva – viene annunciato -. Ce ne ricorderemo bene anche di questo al momento giusto. Stesso discorso per la amministrazione e i politicanti cittadini,che in periodo di elezioni passeggiava spavalda e partecipe al servizio dei tifosi salvo poi eclissarsi una volta ottenuta la poltrona e svanire dalla scena del Palafiera. Anche la vostra mancanza di rispetto nei confronti dei vostri concittadini non passerà inosservata”.

“Il Palafiera non è uno spazio per fare propaganda – proseguono -. Oggi come mai prima d’ora, chiediamo al popolo forlivese una presa di posizione forte, dura, concreta a questo squallido quanto incomprensibile divieto”.

“Chiediamo di unirsi a noi oggi perché vietare non diventi un’abitudine. Chiediamo a tutti di rinunciare a questi 40 minuti che nulla hanno a che vedere con un derby per la nostra e vostra dignità di cittadini e tifosi. Se vietare è la vostra soluzione, restare fuori è la nostra decisione”.

La prefettura: “Già all’andata turbative di ordine pubblico”

Morrone (Lega): “Non è la strada giusta”

Sul tema interviene anche il segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone: “Non trovo che sia la strada giusta impedire a una maggioranza di tifosi tranquilli di assistere alle partite della propria squadra del cuore per evitare le violenze di pochi facinorosi. Per prevenire le turbative all’ordine pubblico collegate agli incontri sportivi, in questo caso di basket, da parte di soggetti rissosi, il più delle volte già noti alle forze dell’ordine, penso che ci siano altre soluzioni. È normale che le tifoserie di due squadre in campo si contrappongano, succede ovunque, ciò che è da prevenire e punire è la degenerazione della tifoseria, spesso alimentata da poche persone che trascinano gruppi più numerosi a esibirsi in comportamenti anche molto aggressivi. L’auspicio è che si possa ripensare al provvedimento assunto di impedire ai tifosi della squadra di basket Rivierabanca Rimini di assistere alla partita con l’Unieuro di Forlì da svolgersi all’Unieuro Arena. Ne capisco la ratio, ma forse servirebbe in generale una riflessione in più perché se si generalizzasse questo metodo si impedirebbe, nei fatti, al pubblico di assistere agli eventi che contrappongono due squadre e dall’altro si potrebbe dare la stura a espressioni di violenza fuori dagli impianti sportivi. Credo che il problema sia da affrontare quanto prima con la collaborazione degli amministratori locali e dei presidenti delle società sportive e che sia indispensabile coinvolgere le autorità e gli organismi competenti”.

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